Biathlon
Sochi 2014, biathlon. Svendsen: “Giù il cappello per Bjorndalen”
Le prime reazioni dei protagonisti dopo la prima prova olimpica, la sprint maschile di Sochi:
Ole Einar Bjorndalen con la sua ennesima medaglia d’oro:
“La vita è troppo corta per mollare. Ci sono stati anni difficili, con molti problemi, in particolare gli ultimi: ma le motivazioni non sono mai mancate”.
Tarjei Boe, una delle delusioni di giornata, celebra il compagno più anziano :
“Sono orgoglioso di conoscerlo e di averlo come amico. Impressionante il suo rientro dopo due o tre stagioni un po’ sottotono”.
Emil Hegle Svendsen ha voluto complimentarsi e fare un analisi della sua prova:
“Ole è una leggenda, senza dubbi. La sua tattica ha funzionato perfettamente, dobbiamo toglierci il cappello oggi. Io sembravo un anatra sgli sci, per cui sono deluso. Spero di recuperare presto la mia potenza. Ci sono le opportunità, ma non dovrò mancare i bersagli”.
Le dichiarazioni dei russi, padroni di casa:
Evgeny Ustyugov ha detto che con ogni probabilità è partito troppo forte e non ha saputo gestirsi nelle ultime due tornate. Anton Shipulin è crollato in lacrime:
“Per un mio errore non ho conquistato la medaglia. Non una qualsiasi, ma quella d’oro. Potevo vincere, mi sentivo bene. Una mazzata psicologica aver mancato l’ultimo bersaglio. Ovviamente sono molto triste. Mi odio per questo. 20 minuti fa ho mancato di realizzare i miei sogni”.
Martin Fourcade ha parlato con i giornalisti francesi :
“Sono deluso, ma non ancora morto. Ovviamente speravo di fare meglio, ci saranno altre gare, purtroppo una in meno a disposizione”
L’austriaco Dominik Landertinger, medaglia d’argento al traguardo:
“Una sensazione bellissima, non potete immaginare. Gli ultimi anni non sono stati facili, così come questa gara. Al poligono sono stato perfetto e nell’ultimo giro ho dato tutto. Onore a Einar Björndalen. Sono contento abbia vinto lui.”
Il ceco Jaroslav Soukup, sorprendente medaglia di bronzo :
“Che gara. Nell’ultimo giro non avevo più fiato, in compenso sentivo dolori alle gambe e alle braccia, ma ho dato tutto fino all’arrivo. Quando sentivo i riferimenti, pensavo mi prendessero in giro, sono felicissimo ma anche esausto.”
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