Sochi 2014
Sochi 2014: i fantastici sei delle Olimpiadi
I Giochi Olimpici di Soči si sono da poco conclusi e tante sono state le storie da raccontare: ogni gara ha regalato emozioni, record, sorprese e delusioni, e noi di Olimpiazzurra abbiamo cercato di trasmettervi tutto questo nel migliore dei modi. Delle 295 medaglie assegnate, però, alcune hanno lasciato il segno più di altre: ecco quindi i sei supereroi che hanno illuminato Soči.
OLE EINAR BJØRNDALEN, IL COLLEZIONISTA DI ORI
Come lui, nessuno mai. Il norvegese è oramai il più grande sportivo invernale di tutti i tempi, capace di battere i record, da molti giudicati insuperabili, del connazionale Bjørn Dæhlie. Bjørndalen, che da poco ha compiuto quarant’anni, ha subito aperto i Giochi con una medaglia d’oro nella sprint, per poi bissare il successo nella staffetta sprint. Il suo bottino in carriera parla di otto ori, quattro argenti ed un bronzo, e solo il disastro di Emil Hegle Svendsen nella staffetta maschile gli ha impedito di raggiungere un ennesimo trionfo. Chi potrà mai batterlo?
MARIT BJØRGEN, WONDER WOMAN
Tra le donne, è Marit Bjørgen ad aver infranto ogni record. La fondista norvegese ha raggiunto infatti quota dieci medaglie, di cui ben sei d’oro, ed è la rappresentate del sesso femminile più vincente nella storia dei Giochi Olimpici invernali, oltre ad essere la terza più medagliata in assoluto dietro ai già citati connazionali Bjørndalen e Dæhlie. La trentatreenne, che ha eguagliato sé stessa vincendo tre ori come a Vancouver, non ha ancora deciso se continuare o meno la sua incredibile carriera.
ARMIN ZÖGGELER, IL CANNIBALE
L’uomo che non tradisce mai: alla sesta partecipazione olimpica, lo slittinista di Merano ha infatti collezionato la sua sesta medaglia a cinque cerchi, diventando l’atleta più medagliato di sempre in un singolo evento, un record assoluto sia per le Olimpiadi invernali che per quelle estive, superando diversi atleti che erano infatti riusciti a vincerne cinque, tra i quali c’è anche Valentina Vezzali. Considerando anche le prove a squadre, Zöggeler ha raggiunto il record di sei medaglie stabilito dallo sciabolatore ungherese Aladár Gerevich, sei volte sul podio con la squadra magiara tra il 1932 ed il 1960.
NORIAKI KASAI, L’IMMORTALE
In questo caso non stiamo parlando di un personaggio di Hiroaki Samura, ma del saltatore giapponese Noriaki Kasai, che a quarantuno anni ha stabilito il record di sette partecipazioni ai Giochi Olimpici invernali al pari dello slittinista russo Al’bert Demčenko. La cosa più impressionante, però, è che fino ad oggi Kasai aveva vinto solamente un argento a squadre nel 1994, ma a Soči ha saputo finalmente ottenere il suo primo podio individuale (argento dal trampolino lungo), per poi ripetere il podio a squadre a vent’anni di distanza! E, stando a quando dice, sta già pensando al 2018.
PIERRE VAULTIER, L’INDISTRUTTIBILE
Un’incredibile storia di infortuni e ritorni in tempi record: il francese dello snowboardcross Pierre Vaultier, infatti, ha visto nella sua carriera un’incredibile alternarsi di successi e gravi problemi fisici. Dalla frattura lombare, subita nel 2008, alla rottura del perone subita nel 2011, fino ad arrivare alla rottura della caviglia destra nel marzo 2012, quando si era già aggiudicato la Coppa del Mondo. Tornato con un quarto posto ai Mondiali 2013, Vaultier si è nuovamente fatto male ad un mese e mezzo dall’inizio dei Giochi, per via di uno strappo al legamento crociato del ginocchio destro. Fino all’ultimo momento la sua partecipazione era in dubbio, ma alla fine Vaultier è tornato a casa con la medaglia d’oro.
IREEN WÜST, IL TULIPANO ARANCIONE
La più grande sportiva olimpica olandese di sempre è Ireen Wüst: a soli ventisette anni, la pattinatrice ha raggiunto il record di quattro ori, tre argenti ed un bronzo, superando lo score della nuotatrice Inge de Bruijn, ferma a quattro ori, due argenti e due bronzi. La Wüst, con le sue cinque medaglie, è stata la principale protagonista dello squadrone olandese del pattinaggio di velocità, assente solamente nella gara dei 500 metri. L’unico record olandese che le resta da battere è quello di Anky van Grunsven, che vinse nove medaglie totali nell’equitazione: un numero più che accessibile alla tredici volte campionessa mondiale, che nel 2018 avrà trentuno anni.
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giulio.chinappi@olimpiazzurra.com