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Sochi 2014, il pagellone dell’Italia

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Di seguito il pagellone dell’Italia alle Olimpiadi di Sochi 2014, sport per sport.

Sci alpino, 6.5: sono arrivate due medaglie (argento e bronzo) dallo stesso atleta, Christof Innerhofer, consacratosi anche nella ribalta olimpica dopo il dominio dei Mondiali di Garmisch 2011. Alcuni atleti si sono superati, raggiungendo il miglior risultato stagionale proprio nell’appuntamento più importante. Pensiamo a Daniela Merighetti, Nadia Fanchini e Stefano Gross, fermatisi tutti ai piedi del podio. In generale, per quello che era stato l’andamento della Coppa del Mondo, alla vigilia avremmo messo la firma per due medaglie.

Sci di fondo, 4: previsioni rispettate, l’Italia ha recitato il ruolo di comparsa. Un’Olimpiade che ha per l’ennesima volta sottolineato il vuoto generazionale coinciso con gli atleti nati negli anni ’80, sinonimo di come ci si sia adagiati sui trionfi del passato senza preoccuparsi minimamente di costruire un futuro credibile. Per fortuna esistono i presupposti di una rinascita, con tanti giovani, sia al maschile che al femminile, in grado di riportare in tempi piuttosto celeri l’Italia nelle posizioni che contano.

Biathlon, 7.5: la disciplina che più ha convinto. Al di là della meritatissima medaglie nella staffetta mista, gli azzurri/e hanno espresso un rendimento altissimo in tutte le gare. L’impressione è che a Sochi si sia aperto un ciclo.

Slittino, 6: la sufficienza giunge solo grazie al singolo maschile, dove il ‘Cannibale’ Armin Zoeggeler ha conquistato la sua sesta medaglia olimpica consecutiva, record assoluto per il Bel Paese. Promettente anche il sesto posto di Dominik Fischnaller, nostra sicura punta a Pyeongchang 2018. Non bene il doppio, con i veterani Oberstolz-Gruber che hanno fallito l’ultima occasione olimpica della carriera, e soprattutto il singolo femminile, con Sandra Gasparini che in questa stagione ha vissuto una profonda involuzione, tanto che le giovanissime Sandra Robatscher e Andrea Voetter potrebbero presto scalzarla nelle gerarchie italiane. In generale la nazionale azzurra ha palesato dei limiti evidenti in termini di materiali. E’ risaputo come le nostre slitte facciano fatica in condizioni di caldo e alta umidità, proprio il clima che hanno trovato a Sochi. Su questo aspetto bisognerà lavorare sin dalla prossima estate, anche se la mancanza di piste in Italia rende sempre complessa la sperimentazione.

Snowboard, 5: doveva essere uno degli sport di riferimento assieme a sci alpino e short track. Invece lo snowboard non ha portato neppure una medaglia. Se la sorte ci ha messo (in parte) lo zampino nello snowboardcross, dove comunque le tavole degli azzurri sembravano più lente rispetto a quelle degli avversari, nell’alpino sono arrivati due quarti posti nel PSL il primo assolutamente inaspettato con Corinna Boccacini, il secondo che ha lasciato tanti rimpianti con Aaron March. Nel complesso, ci presentavamo a Sochi con la consapevolezza di essere una nazione leader di questa disciplina. Torniamo a casa con un pugno di mosche, con l’aggravante di un’assenza totale in specialità come l’half-pipe e lo slopestyle.

Freestyle, 2: quando la Federazione si deciderà ad investire seriamente su questo sport ‘cool’ per i giovani e che assegna tantissime medaglie? Siamo assenti nella quasi totalità degli eventi e di certo non possono bastare i piazzamenti di Deborah Scanzio e Silvia Bertagna.

Salto con gli sci, 6.5: la media tra il 7.5 per Evelyn Insam, storica quinta nella gara femminile, ed il 5.5 per gli uomini, da cui oggettivamente non ci si aspettava grandi cose.

Combinata nordica, 6.5: tre azzurri tra i primi 20 nel trampolini piccolo, uno a ridosso del podio. Risultati che sembravano utopistici ad inizio stagione quando i nostri atleti facevano fatica a passare i Provisional Competition Round. Il rammarico è aver gettato interamente la stagione 2012/2013, con una gestione tecnica che ha portato i nostri atleti a vivere una crisi profonda nel salto, che solo ora stanno lentamente superando. Alessandro Pittin, a soli 24 anni, resta un fuoriclasse in grado di vincere tutto, ma in generale la squadra intera offre spunti interessanti per il futuro.

Bob e skeleton, 3: andate a scorrere i medaglieri storici di queste due discipline e vi accorgerete di come l’Italia vanti una tradizione invidiabile. Ora rema nella mediocrità, ben distante anche dalle prime 10 posizioni.

Speed skating, 4: non ci si aspettava medaglia, ma prestazioni migliori. Gli azzurri hanno pagato dazio alla pressione della prima Olimpiade della carriera, non riuscendo ad esprimersi al meglio delle proprie potenzialità. Un peccato. Su atleti come Mirko Nenzi, Andrea Giovannini e le sorelle Lollobrigida, tuttavia, si può costruire una squadra di qualità.

Short track, 7.5: un voto da attribuire quasi interamente ad Arianna Fontana. La 24enne valtellinese ha vinto due medaglie individuali, con il rammarico di non aver potuto battersi per l’oro nei 500 metri a causa della caduta provocata dalla britannica Christie. Bene la staffetta, che con il bronzo ha confermato l’alto livello espresso per un intero biennio. Male, molto male il settore maschile, precipitato da tempo in un tunnel da cui si fatica a vedere un barlume di luce. La speranza è che Arianna Fontana possa proseguire ancora per un quadriennio, pena una scomparsa quasi totale dell’Italia dai vertici di questo sport (manca un ricambio immediato, con alcune ragazzine interessanti che sono ancora in verdissima età).

Pattinaggio artistico, 7: Carolina Kostner ha coronato una carriera prestigiosa con l’unica medaglia che le mancava. Nel complesso il movimento italiano si è confermato al vertice, come dimostra anche il quarto posto nella prova a squadre. Inoltre, seppur non immediato, sembra profilarsi anche un buon ricambio generazionale.

Hockey ghiaccio e curling, 1: la mancata qualificazione olimpica, seppur con dinamiche molto diverse, non può garantire un voto superiore.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

1 Commento

  1. Luca46

    24 Febbraio 2014 at 19:05

    Se i voti sono legati alle prestazioni degli atleti posso essere daccordo con i voti. Se invece devo valutare il livello dello sport in questione per me non c’è sufficenza alcuno. Per esempio lo Short Track dietro la Fontana il nulla. Nel maschile ha dovuto rientrare Confortola pensate voi.

    Poi vorrei dare un voto a Cielo l’unico canale a trasmettere in chiaro in Italia. Direi anche un 10 per il commento tecnico delle gare mentre un 2,5 per la scelta del palinsesto. Biathlon snobbato, poi tanto per dirne una la gara della Insam tagliata dopo il suo salto quando era seconda e ne mancavano due (roba da non credere … volevo drogarmi), momenti topici completamente saltati. Insomma uno schifo.

    Vorrei invece dare un voto di 110 e lode per Olimpia Azzurra che invece ci ha permesso di seguire tutte le gare per filo e per segno e non si è fatta sfuggire una notizia di qualsivolgia specialità. Di meglio non si poteva fare. Largamente al di sopra di ogni altro ente di informazione. Gli olandesi della notizia (in riferimento allo speed skating). Bravi bravi bravi.

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