Sci Alpino
Sochi 2014: l’ItalJet non tradisce, Inner nella storia
Zeno Colò, Oslo 1952, oro: Herbert Plank, Innsbruck 1976, bronzo; Christof Innerhofer, Sochi 2014, argento. Oggi si è scritta una pagina importante nella storia dello sci azzurro e della discesa libera in particolare, la regina dello sci, la specialità più bella, più pericolosa, più spettacolare.
L’ha scritta Christof Innerhofer, classe 1984, di Gais, paesino incastonato appena sopra Brunico, in quell’Alto Adige che sforna campioni su campioni: l’ha scritta un campione rivelatosi al mondo nel 2008, col primo di sei successi in Coppa del Mondo, e consacratosi ai Mondiali di Garmisch 2011, tre medaglie, una per colore. In quel 2011, poi, una caduta sul ghiacciaio dello Stubai sembra aver interrotto la magia: mesi difficili, dimenticati improvvisamente nel finale di stagione, preludio ad un 2012-2013 nel quale, assieme a Dominik Paris, Werner Heel e Peter Fill, afferma a livello mondiale il mito dell’ItalJet, la nostra irresistibile squadra di velocità. Squadra che quest’anno qualcuno dava per smarrita: dopo la vittoria di Paris a Lake Louise e i podi di Fill, troppe difficoltà, vuoi per problemi degli atleti o per condizioni di gara non ottimali. Ma nel momento opportuno, Inner ha graffiato e anche i suoi compagni hanno risposto presente: in quattro nei primi dodici, di gran lunga la miglior prestazione collettiva.
Quindi sì, è l’argento di Christof Innerhofer, la ciliegina sulla torta di una grande carriera con ancora molte pagine da scrivere. É l’argento che premia, simbolicamente, anche i suoi compagni per le straordinarie emozioni di questi anni; ed è l’argento di tutto lo staff, di Claudio Ravetto, di Gianluca Rulfi, di Alberto Senigagliesi, di Alberto Ghidoni e di tutti gli altri che hanno lavorato con una professionalità e uno spirito inimmaginabile per conseguire questo risultato. D’altronde, se anche il podio odierno è tutto sommato sorprendente (tra i tre, solo Jansrud in stagione era già stato su questi livelli in discesa libera), nello sci nulla arriva per caso: dietro ci sono anni di lavoro, fisico, tecnico e psicologico, di prove per limare il minimo dettaglio, di fatica e di sacrifici. Ma scalare quel gradino per salire sul podio ripaga di tutto.
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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com