Sci Alpino

Sochi 2014, sci alpino: bilancio molto positivo per l’Italia

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Certo non sarà una marcia trionfale, ma nemmeno una ritirata di Russia: l’Italia dello sci alpino torna a casa da Sochi col carniere mediamente pieno (due medaglie, in linea con gli obiettivi di inizio stagione e comunque sopra la media rispetto alle gare di Coppa del Mondo) e con una serie di buoni motivi che lasciano a metà strada tra il rammarico e la soddisfazione.

Parliamo ovviamente di quarti posti: di Daniela Merighetti, di Nadia Fanchini e di Stefano Gross. Per tutti questi ragazzi, il miglior risultato stagionale colto nell’appuntamento più importante e quel mix di sentimenti, già abbondantemente descritto nei giorni scorsi, che comunque non lenisce la consapevolezza di aver ugualmente fatto qualcosa di grande. Testa  altissima per loro, testa alta per (quasi) tutti gli altri: perché il trait-d’union delle nazionali di Claudio Ravetto e Raimund Plancker, salvo rare eccezioni, è stato l’atteggiamento in gara aggressivo e deciso; con tutti i rischi del caso, comprese uscite ed errori, ma quantomeno con la certezza di essersi giocati al meglio le proprie carte le quali, è bene ricordarlo, alla luce dei risultati stagionali non avevano i favori assoluti del pronostico in nessuna disciplina.  I quarti posti e altri piazzamenti dignitosi hanno confermato la bontà del movimento: d’altronde l’Italia è stabilmente tra le prime tre nella Coppa per Nazioni, che somma i punteggi dei vari atlete nelle gare di Coppa del Mondo, e può vantare una buona vastità di sciatori di alto livello, pur senza il dominatore assoluto stile Ligety o Shiffrin (ma a non tutti i dominatori è andata bene: pensiamo a Svindal…).

E poi ci sono le medaglie: due, le due gemme di Christof Innerhofer, due che avevano tutto per diventare tre senza quell’errore del supergigante, ma certo non si può sminuire il giudizio del finanziere di Gais solo per quella sbavatura. Christof campione vero, uomo da grandi appuntamenti, garanzia di talento cristallino: Christof che non potrà mai combattere per una CdM assoluta, perché la schiena presenta il suo conto ogni volta, ma si fa trovare pronto, prontissimo quando conta. Christof, sì, ma non solo: Christof, Nadia, Daniela, Stefano, le belle facce dell’Italia dello sci alpino che torna da Sochi forse non completamente sorridente, però sempre a testa altissima.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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