Sci di fondo

Sochi 2014, sci di fondo: Hattestad re della sprint, Joensson come Bradbury!

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Per i tifosi norvegesi è sempre festa con Ola Vigen Hattestad che si aggiudica l’oro della sprint a skating dopo una rocambolesca finale. Accade di tutto nell’ultimo atto della prova maschile, sicuramente uno dei momenti più emozionanti di questa rassegna a cinque cerchi. Pronti via ed Emil Joensson alza bandiera bianca; il campione svedese non recupera dagli sforzi precedenti e si stacca alla prima asperità. A giocarsi il podio rimangono in cinque: i norvegesi Hattestad e Gloeersen, gli svedesi Peterson e Hellner e il russo Ustiugov. Passano i secondi e l’atleta di casa, Hellner e Gloeersen cadono, lasciando via libera ad Hattestad e Peterson.

Il derby scandinavo è stravinto dal norvegese, dominatore sin dalle qualifiche di questa mattina e incluso nel quartetto olimpico soltanto pochi giorni prima dei Giochi grazie alla vittoria ottenuta a Dobbiaco. Subito dopo ecco arrivare incredibilmente Emil Joensson che approfitta delle cadute e con le ultime forze rimastegli termina terzo davanti a Gloeersen. L’incredibile bronzo del campione svedese ha fatto subito ritornare alla mente la gara dei 1000 metri short track di Salt Lake City, quando l’australiano Bradbury si laureò campione olimpico. 

Non è riuscito a centrare la finale Federico Pellegrino. Vinta la batteria, in semifinale Chicco non ne ha più e in salita perde le code dei migliori staccandosi insieme a uno spento Petter Northug. Alla fine il valdostano è 11^. Eliminati in batteria invece David Hofer e lo svizzero Dario Cologna, caduto in ben due occasioni.

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francesco.drago@olimpiazzurra.com

1 Commento

  1. ale sandro

    11 Febbraio 2014 at 16:47

    Gara dallo sviluppo ed esito rocambolesco, con vari colpi di scena, vinta in maniera strameritata da Hattestad che ha dato grande dimostrazione di forza sin dalle qualificazioni. Dietro di lui altrettanto con merito Peterson che dei tre svedesi mi era sembrato quello più brillante. Joensson novello Bradbury con la differenza che non aveva evidentemente recuperato dalle tirate dei turni precedenti, dove forse era stato quello che aveva speso di più per aumentare il ritmo gara. Il percorso si è confermato davvero duro , forse anche a causa della neve, e ciò deve aver influito sulla lucidità e le forze di tanti campioni, sia sprinter puri che campioni anche delle “distance”. Northug , Cologna, Hellner, non avevano dato grandi sensazioni sin dalla qualificazione, a conferma del fatto che non si può dare per scontato il grande risultato anche per campioni come loro.
    Per Pellegrino un certo ridimensionamento, è vero che il tracciato (lunghezza compresa) è atipico per una classica sprint come quelle della coppa del mondo, ma me lo sarei aspettato più brillante nonostante la difficoltà degli avversari da fronteggiare nella semifinale. Poteva essere una buona occasione ,ma evidentemente c’è ancora da lavorare tanto per lui , per crescere ulteriormente anche per quanto riguarda il recupero su percorsi così duri. Hofer non era andato male alzando il ritmo in salita nel suo quarto ,ma si è fatto infilare ingenuamente allo sprint dall’austriaco Tritscher oltre che da Pellegrino, finendo terzo.
    Bravissima Gaia Vuerich, per pochissimo fuori dalla finale, sarà interessante vederla in futuro.

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