Sci di fondo
Sochi 2014 | Sci di fondo: Russia per l’acuto, Norvegia per il riscatto. Italia lontana?
Dopo la staffetta maschile, si concludono i programmi delle gare a squadre con le team sprint in tecnica classica, penultimo atto prima del gran finale del weekend con la 30km e la 50km. Come di consueto negli ultimi giorni, i veri protagonisti potrebbero essere gli skimen, dopo il leggero abbassamento delle temperature e le recenti nevicate che tanto possono influenzare sulla preparazione dei materiali.
In campo maschile, la staffetta veloce rappresenta la grande occasione per la Russia di conquistare il primo oro nel fondo, dopo l’argento della 4×10. Gli alfieri saranno Nikita Kriukov – campione del Mondo nella sprint in classico in Val di Fiemme – e Maxim Vylegzhanin, in grado di vincere l’ultima gara in questo format a Nove Mesto, un mese fa. I rivali più accreditati sono naturalmente scandinavi, ma Norvegia e Svezia arrivano in condizioni fisiche e psicologiche estremamente diverse: i sudditi di Re Harald V schierano il campione olimpico Ola Vigen Hattestad e Petter Northug (quest’ultimo in ripresa nella staffetta), gli incaricati di riscattare le ultime opache prestazioni della Nazionale più forte al mondo. Un passo indietro la Svezia di Teodor Peterson e di Emil Jönsson, che vorranno confermare il trend positivo degli scandinavi nei team event puntando quanto meno al podio. Non mancheranno gli avversari, come i fratelli Cologna, con Dario che può condurre sul podio il fratello Gianluca, il Kazakistan (Nikolay Chebotko / Alexey Poltoranin), il Canada (Devon Kershaw / Alex Harvey), Manca uno sprinter puro nel duo francese, con Maurice Manificat e Jean-Marc Gaillard, e in quello tedesco (Hannes Dotzler / Tim Tscharnke), ma entrambe le coppie possono aspirare ad un piazzamento di prestigio. Può puntare ad entrare nei primi 6-7 anche l’Italia, sebbene Dietmar Nöckler e Federico Pellegrino (inserito al posto di Giorgio Di Centa) non appaiano competitivi al punto di lottare per le medaglie. I margini per far bene, comunque, ci sono tutti.
Pronostico solo apparentemente chiuso nella gara femminile, ma la Norvegia, nonostante al via abbia Ingvild Flugstad Østberg (argento nella sprint) e Marit Bjørgen (“soltanto” oro nello skiathlon), non può che essere un’incognita dopo le recenti difficoltà. Le favorite numero 1, però, sentono il fiato sul collo di un’agguerrita Finlandia, sempre a suo agio in questo tipo di gara; Aino-Kaisa Saarinen e Kerttu Niskanen, d’altronde, hanno tutte le carte in regola per contendere l’oro alle cugine scandinave. Difficile, a meno di ulteriori sorprese, scalzare le due sopraccitate dai primi posti del podio, mentre per il bronzo si profila un’avvincente lotta fra la Germania di Denise Herrmann, in compagnia di Stefanie Böhler, gli Stati Uniti di una Kikkan Randall in cerca di rivincite e di Sophie Caldwell e, chissà, anche la padrone di casa Russia, con Anastasia Dotsenko e Julia Ivanova. Un passo indietro la Polonia (Kowalczyk / Jaskowiec) e la Francia (Jean / Aymonier), quest’ultima probabilmente sulle ali dell’entusiasmo dopo la medaglia della staffetta maschile. In casa Italia, lo staff tecnico azzurro ha scelto Ilaria Debertolis e Gaia Vuerich, poco avvezze all’alternato ma in grado di entrare in finale e di lottare per una piazza d’onore.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com