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Sci di fondo

Sochi 2014, sci di fondo: sarà bagarre tra gli sprinter in una gara anomala

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Si profila come una delle gare più incerte e ricche di pathos del programma di sci di fondo, in particolare dopo lo skiathlon che ha aperto le danze per gli uomini degli sci stretti. La sprint olimpica, peraltro, si preannuncia anomala per il suo anello più lungo rispetto alle classiche sprint di Coppa del Mondo (1,8 km) ed estremamente selettiva, condizioni che potranno infondere ulteriore imprevedibilità ad una gara già di per sé con numerose variabili.

Una sprint, dunque, in cui molti specialisti potrebbero patire la lunghezza e le dure salite del tracciato, per lasciare maggiore spazio a chi sprinter puro non è ma può uscire alla distanza turno dopo turno, sfruttando le proprie capacità di recupero. E’ il caso di Dario Cologna, pronto nella penombra a piazzare lo zampino anche nella gara veloce, per tentare uno splendido bis dopo l’oro di domenica; Super Dario non è il favorito numero uno, ma il secondo posto ottenuto lo scorso anno proprio sulla pista di Sochi nella sprint fa alzare notevolmente le sue chance di salire quanto meno sul podio. L’elvetico fu battuto in volata da Petter Northug, in teoria perfettamente adatto alla gara odierna ma, al solito, una vera e propria incognita per le sue condizioni fisiche, soprattutto dopo la negativa prestazione nello skiathlon. Sembra improbabile, però, che il fenomeno norvegese possa steccare due gare consecutive e l’impressione è che un posto sul podio, di fatto, sia già prenotato. Vorrà sicuramente entrare fra i primi 3 anche la Russia padrone di casa, che ripone le maggiori speranze in un terzetto di straordinario talento: il campione olimpico in carica (ma in classico) Nikita Kriukov, Sergey Ustiugov e Alexey Petukhov, tutti potenzialmente da medaglia, tutti intenzionati a riscattare il quarto posto di Vylegzhanin due giorni fa. Se sarà una sfida tra Cologna, Northug e i russi lo decreterà soltanto il Laura Cross-country Ski & Biathlon Center, ma le alternative di spessore non mancano di certo, a partire dal resto della squadra norvegese, con Eirik Brandsdal, Ola Vigen Hattestad (criticato il suo inserimento al posto di Krogh) e Anders Gløersen in grado di inserirsi nella lotta ai metalli preziosi. Vorrà far valere il suo pettorale di leader di Coppa del Mondo di specialità il tedesco Josef Wenzl, mentre sarà interessante capire l’evoluzione della gara di un fuoriclasse come Emil Jönsson, in ombra finora ma capace di emergere in qualunque circostanza. Possono giocarsi le proprie carte anche lo statunitense Andrew Newell, i canadesi Alex Harvey e Devon Kershaw e lo svedese Calle Halfvarsson. Porte apparentemente chiuse per l’argento dello skiathlon, Marcus Hellner, ma le sue ottime doti di recupero potrebbero farlo emergere ugualmente.

L’Italia calerà uno dei suoi assi, quel Federico Pellegrino in grado di incantare nel corso della stagione e di far infiammare il cuore di tifosi ed appassionati degli sci stretti. Le qualità del valdostano restano fuori discussione ma, come dichiarato anche da lui, proprio la lunghezza della pista potrebbe trasformare la sprint in una “gara di resistenza”, in cui le chance di finale (e di medaglia…) si assottiglierebbero inesorabilmente, per lui come per molti altri velocisti puri. E qualificarsi potrebbe non essere così scontato. In questo contesto, potrebbe venir fuori chi, lo scorso anno, concluse dietro Northug e Cologna in quella sprint pre-olimpica, ovvero David Hofer. I risultati raccolti fino a gennaio non promuoverebbero tanto ottimismo, ma il settimo posto di Dobbiaco e una condizione in crescendo non precludono un ruolo di outsider al 30enne altoatesino. Completano il quartetto azzurro due esordienti a livello olimpico, Enrico Nizzi e Dietmar Nöckler, in gara con obiettivi sostanzialmente diversi: il primo punterà ad esprimersi al meglio in una gara complicata, mentre il secondo affinerà la preparazione vista della sua specialità, la 15km in alternato.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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