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Sochi 2014: Stefano e Patrick, avete dato tutto

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Commentare un quarto posto olimpico è impresa ardua; commentare l’ottavo quarto posto olimpico in poco più di due settimane oltrepassa i limiti dell’umano, ma noi ci proviamo in ogni caso.

Partiamo da una precisazione importante: al bando chi parla di “delusione“, riferendosi alla prestazione dell’atleta e non al proprio legittimo sentimento di rabbia, per la prova di oggi e per la maggior parte di questi quarti posti. Perché non si tratta di un risultato colto da un atleta favorito, da una “medaglia sicura”, sempre che ne possano esistere: si tratta, ancora una volta come nella quasi totalità delle altre medaglie di legno, della miglior performance stagionale dell’atleta, ottenuta proprio in concomitanza con quell’evento magico e maledetto che capita ogni quattro anni.

Stefano Gross è stato grande, oggi: Stefano Gross ha dimostrato che non si diventa “mediocri” all’improvviso, perché uno che due anni fa battagliava stabilmente in zona podio non poteva essersi smarrito, non poteva essere “finito”, come qualcuno avrà sicuramente ipotizzato, a 27 anni. Stefano ha sempre lavorato sodo in allenamento, dove spesso era davanti a compagni che in gara, per qualche sottile gioco mentale, riuscivano a rendere più di lui; ma sarebbe tornato, si sapeva, proprio perché nello slalom non ci improvvisa “grandi”, così come non ci si improvvisa mediocri. Oggi ha sciato al massimo, in una prima manche dove è stato l’unico, con un certo tipo di numero di partenza, ad inserirsi tra i primissimi, nella seconda dove era evidente che Hirscher avesse fatto qualcosa di pazzesco, di inavvicinabile per chi non aveva poi un margine così ampio nei suoi confronti. Ci ha provato, è sceso senza calcoli, ha perso la medaglia per cinque centesimi; come altri, in questa Olimpiade. Più di così, davvero non poteva fare, e ci auguriamo che smaltita la legittima amarezza, smaltito quel peso sullo stomaco che si sentirà inevitabilmente per aver sfiorato, accarezzato un’impresa, trasformi la sicurezza di oggi in sicurezza per il futuro, e si ritrovi anche in Coppa del Mondo, perché in quel caso l’Italia avrebbe finalmente modo di apprezzare totalmente uno dei migliori slalomisti a livello assoluto.

L’altra citazione, oggi, la merita Patrick Thaler. Non ha sentito la pressione, il buon vecchio Patrick; è semplicemente andato a tutta, come devono fare i grandi slalomisti…sapendo che l’errore è dietro l’angolo, qu in modo molto più sensibile di ogni altra specialità. Era su tempi da podio, lui come Sabo; e quella faccia nascosta nella neve dopo la caduta non nascondeva la sua delusione, la rabbia ancora più forte, più incalcolabile, di chi, per ovvi limiti anagrafici, ha probabilmente compreso di aver perso l’ultimo treno per fare qualcosa di storico. Chi scrive ammira i combattenti, ammira chi ci prova fino in fondo: e Patrick, come Stefano, diversissimi ma simili nell’amarezza, oggi ci hanno provato, hanno affrontato l’Olimpiade con l’atteggiamento giusto, e possono tornare in Italia arrabbiati sì, ma consapevoli di aver dato tutto.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

1 Commento

1 Commento

  1. ale sandro

    22 Febbraio 2014 at 22:15

    Sono d’accordo con te, mi è dispiaciuto molto per Gross che è stato davvero bravo, però lo sport è questo e bisogna accettarlo applaudendo l’atleta, che potrà confermarsi nel prosieguo della carriera…ma forse sono io che sbaglio a pensarla così.

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