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Sochi 2014: superg, trionfo di Jansrud. Weibrecht clamoroso argento, Fill 8°

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Bronzo in discesa, quarto in supercombinata, oro in supergigante: l’Olimpiade di Kjetil Jansrud si profila indimenticabile. 1:18.14 e il meno atteso dei due norvegesi (l’altro, Svindal, delude ancora ed è giù dal podio), conquista il titolo olimpico grazie ad una prova pulita e aggressiva, in particolare nel veloce settore finale.

Alle sue spalle, a 30/100, un clamoroso Andrew Weibrecht: lo statunitense, già bronzo a sorpresa quattro anni fa, in stagione non era andato oltre un ventesimo posto, ma qui ha addirittura seriamente impensierito Jansrud sino all’ultimo intermedio.  Il terzo gradino del podio, a 53/100, è in coabitazione tra Bode Miller, alla quinta medaglia della carriera e per lunghi tratti a sognare l’oro, e Jan Hudec, il canadese sempre adatto a queste condizioni di neve un po’ particolari come quelle odierne, con un manto non troppo solido, pur in grado di tenere bene, e un tracciato che alterna fasi da “gigantone” ad altre di scorrimento. La beffa del giorno ha i colori dell’Austria: Otmar Striedinger è quinto a 55/100, Max Franz sesto a 60/100, davvero ad un soffio dal terzo gradino del podio, un po’ come capitato agli azzurri a Vancouver in questa specialità.

Gli azzurri, già. Il migliore è un Peter Fill molto veloce, anche se allunga eccessivamente le linee in un paio di circostanze; ed è in quei metri in più che il carabiniere di Castelrotto lascia un piazzamento ancora migliore dell’ottavo posto, e soprattutto lascia lì i 18/100 che lo separano dal bronzo della coppia nordamericana.  Werner Heel va in difficoltà nelle maglie strette della parte alta e non riesce a recuperare il ritmo giusto: diciassettesima piazza a 1.60. Meglio di lui, di una posizione e di quattro centesimi, Dominik Paris che a tratti fa vedere anche buone sezioni, pur nella disciplina a lui meno congeniale. La gara dell’attesissimo Christof Innerhofer dura invece una manciata di secondi: manca l’appoggio sull’esterno e il due volte medagliato scivola fuori dal tracciato in un’impegnativa curva verso destra.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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