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Arnold Palmer: psicodramma Scott, vince Every! Chicco Molinari splendido quinto!

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Un ultimo round drammatico sul Bay Hill di Orlando consegna l’Arnold Palmer Invitational (montepremi $ 6.500.000) ad un mortifero Matt Every, perfetto nello sfruttare lo sbandamento generale della concorrenza per firmare la prima vittoria della carriera sul PGA Tour, in uno dei tornei più prestigiosi del circuito. Il 30enne statunitense risolve la pratica con un 70 (-2) conclusivo con cinque birdie e tre bogey, due dei quali ininfluenti per lo score finale di -13 (275 – 69 70 66 70).

Vede salire e scendere i suoi avversari Keegan Bradley, ma il 27enne resta inchiodato in seconda posizione con -12 (276 – 71 67 66 72), a causa di un Par conclusivo che non è bastato per compiere il passo decisivo verso la vittoria. Una vittoria sfumata in modo clamoroso dalle mani di Adam Scott, incappato ancora una volta in un disastroso ultimo giro, come ci ha abituato nel corso della carriera e, in particolare, negli ultimi due Open Championship. L’australiano partiva con tre colpi di vantaggio su Bradley e quattro su Every, ma il vincitore del Masters 2013 è riuscito nell’impresa di dilapidare quanto costruito in precedenza con un rovinoso 76 (+4), frutto di cinque bogey ed un birdie. Il terzo posto finale (277 – 62 68 71 76, -11), di fatto, è una sconfitta bruciante per Scott, in grado di girare in -10 ad inizio torneo.
Quarto posto (278, -10) per lo statunitense Jason Kokrak, che perde una posizione con il 73 (+1) di giornata ma non guasta il suo torneo.

Dopo Manassero, a distanza di una settimana anche Francesco Molinari ottiene il suo miglior piazzamento sul PGA Tour (esclusi i WGC), con un torneo (finalmente) all’insegna della regolarità. Con qualche rimpianto ma senza particolari rimorsi, Chicco conclude in quinta posizione, piazzamento di fondamentale importanza per il prosieguo della stagione e per il morale del torinese, mai così convincente finora. Il 73 (+1), con due bogey ed un birdie, gli ha precluso le chance di vittoria finale (piuttosto basse già alla vigilia), ma non ha intaccato la sua classifica e lo score finale di -9 (279 – 67 70 69 73). Con il suo stesso score, si sono piazzati Henrik Stenson ed Erik Compton.

In sette giorni, dunque, i gioielli del golf italiano lanciano importanti segnali dagli States sulla loro adattabilità ed efficacia sui campi americani, a sole tre settimane dal primo Major della stagione, il Masters.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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