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Boxe: delle medaglie che valgono oro

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L’Italia pugilistica non ha tradito le attese in Bulgaria: partita con otto atleti, la delegazione azzurra è infatti tornata con quattro medaglie, due d’argento ed altrettante di bronzo.

A fare notizia sono soprattutto i due terzi posti del settore femminile, che vedeva in programma solamente le tre categorie olimpiche. Nonostante le donne della boxe abbiano fatto il loro esordio a Londra 2012, infatti, si tratta ancora di una disciplina poco conosciuta per molti. La continua crescita delle italiane va dunque vista sotto due importanti prospettive, vale a dire quella della crescita generale del movimento e quella più pragmatica di Rio 2016.

La leader del movimento azzurro Terry Gordini (51 kg) è stata affiancata nell’avventura del Torneo Strandža da Alessia Mesiano (60 kg): una coppia che mette insieme l’esperienza della trentacinquenne di Ravenna, già messasi in luce con l’argento mondiale nel 2012, e la freschezza della ventitreenne laziale.

Questi risultati non sono solamente il frutto del caso o della bravura di due atlete, ma rappresentano piuttosto l’apice di un movimento che continua a progredire, e che certamente ha tratto benefici dalla creazione dell’IWBL (International Women Boxing League), un torneo che mette di fronte le migliori interpreti italiane suddivise in sei formazioni.

Al maschile sono invece arrivati due argenti, grazie a Valentino Manfredonia (81 kg) e Salvatore Cavallaro (75 kg). In questo caso la buona notizia viene in particolare dall’età dei due protagonisti: se Manfredonia, classe 1989, va considerato come un profilo interessante, assume connotati ancora superiori la prestazione di Cavallaro, catanese che ad agosto compirà diciannove anni. Una carta importante in vista di Rio 2016 e non solo.

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Immagine: FPI

giulio.chinappi@olimpiazzurra.com

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