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ESCLUSIVA| La grinta di Mauro Bergamasco: “Le Zebre sono in crescita, così come i giovani. E nel 2015, magari con Mirco…”

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E’ uno degli azzurri più longevi del rugby nostrano. Mauro Bergamasco, classe 1979, ha esordito con la maglia dell’Italrugby addirittura nel lontano 1998 e da oltre 16 anni è li in trincea a lottare, a sudare per il nostro movimento. Impegnato attualmente con le Zebre, il suo club d’appartenenza, ci racconta la sua stagione; con un occhio ai nuovi prospetti della nazionale e l’orizzonte della World Cup 2015, da condividere magari con una persona in particolare.

Mauro, le Zebre quest’anno sono andate in grande crescita rispetto al passato. Pensi che nell’annata successiva si possa costruire qualcosa di meglio?

“Me lo auguro. Quest’anno abbiamo già collezionato tre vittorie, ma dobbiamo ancora crescere in funzione di quanto le altre compagini faranno. C’è una grossa mole di lavoro alle spalle, anche se i risultati non sono sempre pari a quello per cui ci alleniamo. Ci sono tanti giovani però, e questo è segno di continuità e sviluppo”.

Parlavi proprio dei giovani. Quest’anno, sotto il profilo dei risultati, l’Italia al Sei Nazioni ha vissuto il suo torneo peggiore, ma qual è la tua opinione sui tanti prospetti inseriti in squadra da Jacques Brunel?

“Sono convinto che ai giovani vada data l’opportunità di giocare. Viceversa però, i nuovi prospetti si devono anche far trovare pronti. Io all’epoca ebbi questa grande chance e delle persone chi mi rimasero molto vicino accompagnandomi nel cammino iniziale. Personalmente questi ragazzi mi hanno dato una buona sensazione e penso che possano diventare “grandi”, sia dal punto di vista anagrafico sia da quello sportivo. Hanno mostrato caparbietà e voglia. C’è molto da fare, comunque. Quando arrivi ad indossare maglie “pesanti” come quella della tua nazionale, non ti devi sentire arrivato; in realtà sei appena partito verso qualcosa di più grande. La motivazione ti deve spingere a dare ancora di più”.

A breve avverrà l’inserimento di De Carli, nello staff tecnico della nazionale. Alessandro Troncon invece, allena attualmente l’Under 20 e qualcuno ventila, per il futuro, l’inserimento di Diego Dominguez  all’interno dei quadro tecnici federali. Come vedi questi personaggi, che hanno fatto la storia della nostra rappresentativa, inseriti nel contesto italiano?

“I giocatori che fan parte della storia del rugby italiano e non solo, se ben preparati, son sempre importanti. De Carli ad esempio, dopo una lunga escalation, viene da un esperienza come quella del Perpignan nel Top14 (massimo Campionato Francese ed Europeo); mentre per Dominguez, data la sua storia e il suo profilo, me lo auguro che possa rientrate in questa visione”.

Quante possibilità ti dai di essere alla World Cup 2015, magari con tuo fratello Mirco?

“Mirco può tornare a pieno titolo nei piani della nazionale. L’infortunio lo ha portato fuori dal campo per quasi nove mesi, ma quest’anno la ripresa in Eccellenza, seppur non ad un livello pari a quello della Celtic League, gli sta servendo tantissimo. L’ho visto prepararsi in maniera intensa pensando anche ad un nuovo “salto di categoria”. Conoscendolo, e non da fratello, ti dico che può farcela. Entrambi abbiamo passato momenti duri, ma ci siamo sempre rialzati con carattere.
Tornando a me, se ti dicessi che mi do poche o tante possibilità sarei stupido. Io mi do tutte le possibilità per farcela. Lavoro per un obiettivo importante e se non credessi a pieno nelle chance di cui dispongo partirei già svantaggiato”.

Per l’intervista si ringrazia Mauro Bergamasco, intervenuto all’evento organizzato da Rugbymeet (Presso il Politecnico di Milano), nel quale il flanker italiano ha presentato il suo nuovo libro, “Nel Nome del Rugby” (scritto in collaborazione con Francesca Boccaletto), e l’attività dei Campus Estivi.

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michele.cassano@olimpiazzurra.com

FotoSportit/Fir

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