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Rugby
GdS – Le contraddizioni del rugby italiano. Bortolami: “Metodi ed approcci sbagliati. All’estero..”
Il deficitario – per usare un eufemismo – Sei Nazioni dell’Italrugby ha inevitabilmente scatenato forti dibattiti sul reale valore della Nazionale e, soprattutto, sull’efficienza dell’intero movimento italiano durante i quindici anni trascorsi ormai dall’ingresso nel torneo più antico del mondo. Nella prima parte dell’inchiesta condotta dalla Gazzetta dello Sport, Simone Battaggia e Andrea Buongiovanni hanno snocciolato numeri che fotografano in modo esaustivo alcune delle più strane contraddizioni in seno al rugby azzurro. Dati all’insegna della proporzionalità inversa, come il bilancio federale schizzato fino a 45 milioni l’anno e il numero di tesserati giunto oltre i 95.000. Una crescita generale, di fatto, soltanto numerica, senza riscontri qualitativi sul campo e sulla produzione di giocatori ‘fatti in casa’, nonostante le innumerevoli Accademie sparse nella penisola.
Ma non finisce qui. Oltre a quanto riportato sopra, nell’articolo si fa riferimento anche della conclamata assenza di competitività nell’ambiente, a livello di ruoli in Nazionale (“c’è sempre il rischio che, nei ruoli con minore concorrenza, l’azzurro sia una rendita di posizione”) così come riguardo ai tornei in cui ristagnano i club italiani, per i posti in Heineken garantita e per la mancanza di retrocessioni nel Pro12.
Ad aggiungere un ulteriore pizzico di pepe, poi, è Marco Bortolami, per il quale “i risultati non sono l’espressione di una squadra, ma di una cultura rugbistica”. Il capitano delle Zebre continua ed affonda il colpo: […] “In Italia, individualmente non si cerca la perfezione del gesto tecnico. si cresce con l’idea che se si sbaglia non importa, si rimedierà. All’estero non hai alternative: o sei il migliore o non giochi. Kirwan mi rese capitano a 21 anni, ma mi fece saltare un Sei Nazioni perché dovevo migliorare. In Italia questo manca. Sarto ha qualità incredibili, può diventare fortissimo, ma ha limiti di attitudine”.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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Foto: Fotosportit/FIR
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com