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Irlanda-Italia, le pagelle: finalmente Derbyshire e Sarto spicca il volo; flop Garcia

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L’Italia soccombe a Dublino 46-7 sotto i colpi di una scatenata Irlanda, avviata verso la conquista del Sei Nazioni. La Banda Brunel gioca alla pari – come spesso accade – soltanto il primo tempo, in cui la difesa e molti singoli tengono a stretto contatto la Nazionale nel punteggio, su tutti Leonardo Sarto. Le pagelle.
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Luke McLean, 6,5: la consueta partita di qualità da parte dell’estremo azzurro, sempre presente ogni qualvolta viene chiamato in causa. Funge spesso da primo ricevitore al posto di Orquera, per un’alternanza che funziona ma non ancora come dovrebbe. Uno dei pochi a dar fastidio alla linea difensiva irlandese.

Angelo Esposito, 6: in grande difficoltà in fase difensiva, come dimostrano i 5 placcaggi mancati sugli 11 tentati, sebbene garantisca un’ottima copertura del campo nel gioco tattico al piede. Decisamente meglio quando c’è da attaccare palla in mano, quando impensierisce spesso e volentieri i difensori avversari nell’1 vs.1.

Michele Campagnaro, 6,5: non sfigura di fronte al suo pari ruolo, non uno qualunque. Conferma di essere uno dei perni della Nazionale e di essersi ormai elevato a figura imprescindibile per Jacques Brunel. Paga dazio il poco possesso e la poca qualità in fase offensiva, perché se messo in moto potrebbe spaccare in due le difese, ma fa notare anche le sue grandi qualità in fase difensiva con quindici placcaggi.

Gonzalo Garcia, 4,5: impalpabile, totalmente fuori dal gioco. Si fa scappare Sexton sull’esterno in occasione della prima meta ma, in generale, non riesce a dare alcun apporto alla causa nemmeno nella prediletta fase difensiva. Un Sei Nazioni finora da dimenticare per il rosso centro delle Zebre, che difficilmente rivedremo in campo contro l’Inghilterra.

Leonardo Sarto, 7: mezzo voto in meno per quell’offload sbagliato da cui è nata la seconda meta irlandese, tuttavia l’ala delle Zebre è uno dei migliori azzurri in campo, non solo per la pregevole marcatura ma anche per i tanti metri guadagnati (79 totali) ad ogni corsa. Una garanzia in tal senso. Per il resto, l’ala delle Zebre è impeccabile anche in fase difensiva con 13 placcaggi, molti dei quali di fondamentale importanza. Insieme a Campagnaro ed Esposito, è il futuro della trequarti italiana. E che futuro.

Luciano Orquera, 6,5: tanto dinamismo e una buona dose di fantasia, con cui però il mediano predica nel deserto. Ritorna titolare dopo quattro partite e non fa rimpiangere Allan soprattutto in difesa, dove risponde alle critiche sull’inadeguatezza nella fase di copertura con 10 placcaggi.

Tito Tebaldi, 6: una prestazione importante per 40′, soprattutto in chiave concorrenza interna. Il nocetano torna dopo due anni a vestire l’azzurro e mette in mostra una buona velocità d’esecuzione, accompagnata da un’ottima precisione nei passaggi dalla base. Cala vistosamente alla distanza, ma lancia segnali non indifferenti a Gori.

Robert Barbieri, 6,5: non è Parisse e lo si nota in attacco, per i pochi palloni messi a disposizione al n°8 di Treviso. Come molti altri suoi colleghi, però, sale in cattedra in fase difensiva nel primo tempo dove, oltre ai placcaggi, disturba costantemente le ruck irlandesi. Perde d’intensità con il passare dei minuti e con l’aumentare della pressione irlandese.

Paul Derbyshire, 7: finalmente, verrebbe da dire. Lo sfortunato flanker trevigiano ha la grande occasione di mettersi in luce e ripaga la fiducia di Brunel con una prestazione tutta grinta, coraggio e placcaggi. Una presenza fissa nel breakdown, in cui risaltano le sue spiccate doti da grillotalpa.

Joshua Furno, 6,5: soffre soltanto quando vengono chiamate le touche su di lui, per il resto fa sentire la sua fisicità e il suo dinamismo nel gioco aperto. Seconda o terza linea non fa differenza per il giocatore del Biarritz, che avrà ancora difetti da limare, ma fa sentire il suo peso nell’economia del gioco azzurro.

Marco Bortolami, 5,5: il capitano di giornata paga in alcune situazioni il grande dinamismo e l’elevata velocità d’esecuzione irlandese, mancando qualche placcaggio. La sola solidità in rimessa laterale, questa volta, non può bastare. Infine, un piccolo appunto: da leader, avrebbe potuto quanto meno far notare ad Owens i diversi veli ed ostruzioni da parte degli irlandesi.

Quintin Geldenhuys, 6: dalle sue parti non si passa, impone la propria fisicità in alcuni frangenti e chiude la porta alle avanzate dei carri armati avversari. Anche lui, però, finisce sul banco degli imputati per le difficoltà in mischia chiusa, dove in genere riesce ad offrire un contributo alla causa.

Martin Castrogiovanni, sv.: costretto ad uscire dopo appena 7′

Leonardo Ghiraldini, 6: consueta spina nel fianco da ball carrier e grande solidità difensiva, sempre nei primi 40′ di gioco. Come tutti, del resto. In mischia qualcosa non va e viene evidenziato dal pack irlandese sin da subito.

Alberto De Marchi, 6: un fattore nel gioco aperto, dove risalta spesso la sua mobilità sebbene azzardi qualche offload di troppo, anche quando sarebbe consigliabile mantenere l’ovale. Viene messo sotto da Ross in più occasioni in mischia, ma dal suo lato i problemi sono minori.

Davide Giazzon, sv.

Lorenzo Cittadini, 5: i grattacapi maggiori arrivano dalle sue parti in mischia. Healy non gli lascia scampo e il pilone trevigiano è costretto ad indietreggiare praticamente ad ogni ingaggio.

Antonio Pavanello, 6: ordinaria amministrazione, partecipa attivamente alle ultime trincee del secondo tempo.

Manoa Vosawai, 6: qualche minuto in più rispetto a Pavanello, ma la pochezza offensiva e nelle conquiste dell’Italia non può permettergli alcuna giocata.

Edoardo Gori, sv: si fa notare per il nuovo look, un biondo platino di discutibile bellezza. Avrà certamente notato, invece, la buona prestazione di Tebaldi…

Tommaso Allan, sv: nessuna possibilità di mettersi in mostra nel dominio irlandese.

Andrea Masi, sv: l’unica, vera, grande notizia del secondo tempo azzurro. Auspicabile, ora, un suo impiego dal primo minuto contro l’Inghilterra, in cui potrebbe dare nuova linfa alle fasi offensive.

All. Jacques Brunel, 5,5: difficile scagliarsi contro un’Italia ampiamente positiva nel primo tempo ma che, contro questa meravigliosa Irlanda, avrebbe potuto dire ben poco. Perlomeno, si è rivista una squadra coraggiosa e sicura di sé stessa, anche se per soli 40-50 minuti, in risposta alle (giuste) critiche piovute dopo la figura barbina dell’Olimpico. Bisognerà ripartire da lì, per risollevare un morale inevitabilmente sotto i tacchi, anche se il passivo poteva essere minore.

Foto: Fotosportit/FIR

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