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Editoriali

‘Italia, come stai?’: Pennetta d’America; Giorgi, una speranza in marcia

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Flavia Pennetta regina d’America. Pesantissimo per lo sport italiano il successo ottenuto dalla brindisina nel Wta Premiere di Indian Wells, definito il ‘quinto Slam’ sia per il prestigio che per il montepremi in palio (l’azzurra si è portata a casa un milione di dollari). Tralasciando il Roland Garros 2010 di Francesca Schiavone, mai un’italiana si era aggiudicata nella storia un torneo di tale importanza.
Un risultato strepitoso quello della 32enne pugliese, araba fenice che, dopo essere sprofondata oltre la 150ma posizione del ranking mondiale solo lo scorso anno a causa del lungo infortunio al polso, ha raggiunto l’apice della carriera dopo aver varcato la soglia delle trenta primavere, fatto sempre più consueto nel tennis attuale, basti pensare che le prime due del ranking, Serena Williams e Na Li, sono nate rispettivamente nel 1981 e nel 1982. E’ risaputo, inoltre, come notoriamente gli atleti di casa nostra impieghino più tempo per emergere rispetto agli stranieri. Flavia ora sciorina una solidità da fondo campo impressionante, è in grado di variare il gioco con diverse soluzioni offensive ed ha compiuto miglioramenti sensibili in battuta, soprattutto con la seconda di servizio, per anni suo tallone d’Achille.

Si conferma dunque un avvio di stagione folgorante per il tennis femminile tricolore, ricordando il titolo di doppio conquistato agli Australian Open da Sara Errani e Roberta Vinci, la semifinale di Fed Cup raggiunta schierando una formazione giovane e ben 3 atlete tra le prime 15 del ranking Wta. Se il presente splende, chissà che il futuro non possa essere ancor più radioso. La Camila Giorgi ammirata contro Maria Sharapova ha lasciato di sasso per il livello di gioco espresso. La 22enne marchigiana possiede delle qualità formidabili, con caratteristiche tecniche che la rendono ‘un’italiana atipica’, lei così spasmodicamente alla ricerca del vincente e, dunque, del punto in pochi scambi. La giovane azzurra dovrà lavorare sulla costanza di rendimento, prendendo esempio sotto quest’aspetto proprio dalle veterane della nazionale. Con la giusta continuità, nessun obiettivo le sarebbe precluso. E intanto, in vista della semifinale di Fed Cup con la Repubblica Ceca, il capitano Corrado Barazzutti si trova alle prese con un’abbondanza mai vista in precedenza. Azzardiamo: considerando che si giocherà sul campo veloce di Ostrava, al momento lo schieramento migliore sarebbe quello con Pennetta e Giorgi in singolare ed Errani-Vinci in doppio.

Dopo un Mondiale indoor malinconico, è arrivata finalmente una bella notizia per l’atletica italiana. Anna Eleonora Giorgi è giunta seconda nel ‘Memorial Albisetti’ di marcia disputato a Lugano, facendo segnare nei 20 km un tempo vicino al record italiano e, soprattutto, da podio in qualsiasi grande competizione internazionale (clicca qui per l’approfondimento). L’azzurra, pur non essendo al top della forma, si è migliorata di oltre due minuti e mezzo, segnale che i duri allenamenti svolti durante l’inverno l’hanno portata a compiere l’agognato salto di qualità. 25 anni a settembre, la Giorgi è l’esempio calzante di come un atleta debba crescere per gradi, un gradino alla volta. La lombarda non ha colto risultati eclatanti nelle categorie giovanili, salvo un quinto posto agli Europei Under23 del 2011; per intenderci, non è stata ‘spremuta’ dai 17 ai 22 anni, come accade per tanti atleti di svariati sport che sovente giungono già appagati nel momento di confrontarsi con i livelli assoluti.
La prestazione della marciatrice milanese testimonia come la scuola italiana della marcia sia viva ed abbia le qualità per uscire dall’anonimato in cui è piombata in coincidenza dello scandalo doping di Alex Schwazer alle Olimpiadi di londra 2012. Naturalmente servono motivazioni e, soprattutto, sacrifici, con la Giorgi che in questo senso dovrà ergersi come modello per far sì che il Bel Paese possa tornare a contare su una squadra competitiva.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

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