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Ciclismo

Milano-Sanremo, le pagelle: Kristoff magistrale, Sagan immaturo. E Colbrelli…

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Una Classicissima intensa, nuovamente flagellata dal maltempo e dal freddo, ma in grado di regalare al solito grandi emozioni. Festeggia Kristoff, certamente non in cima nemmeno alla lista degli outsider, ma abile e cinico a sfruttare l’occasione presentatasi in volata. Le pagelle.

Alexander Kristoff, voto 9: freddo e pioggia non potevano certo spaventare un vichingo. Dopo Ciolek, è ancora un outsider a spuntarla sul Lungomare Italo Calvino con una magistrale volata gestita alla perfezione, nonostante il corridore della Katusha si trovasse già in seconda posizione ai -300 metri. Il rischio di restare al vento troppo presto, però, non ha fermato il norvegese, evidentemente il più forte nel momento decisivo e perfetto finalizzatore di un egregio lavoro di squadra. Il trionfo della vita, con tutto il rispetto per un bronzo olimpico…

Luca Paolini, 9: il gregario perfetto, che qualunque capitano vorrebbe avere. La sua dedizione e la sua incommensurabile generosità, questa volta, sono completamente a disposizione di Kristoff, scortato in maniera eccezionale dal 37enne (sì, trentasette) fino alle porte del Paradiso. Un regista d’altri tempi che neanche Sorrentino. Il “Gerva” è la Grande Bellezza.

Fabian Cancellara, 8,5: il gesto di stizza sul traguardo dice tutto della frustrazione patita dalla Locomotiva di Berna, il cui stantuffo ancora una volta non è bastato per alzare le braccia al cielo. Dal successo del 2008, per Spartacus sono arrivati un 17esimo posto, tre secondi posti ed un terzo posto. La dimostrazione – se mai ce ne fosse bisogno – dell’immenso talento e della sagacia tattica di un fuoriclasse, sempre presente sul podio ma mai dove vorrebbe.

Ben Swift, 8: alla prima Monumento della carriera, l’eclettico britannico in forza alla Sky affonda subito il colpo, piazzandosi al terzo posto. Si nasconde per tutta la gara, per poi uscire prepotentemente negli ultimi metri con una volata di rimonta e tatticamente encomiabile. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Sonny Colbrelli, 7,5: un po’ a sorpresa, è il primo italiano al traguardo in sesta posizione, ma manca mezzo voto per la scarsa sagacia tattica dimostrata con lo scriteriato attacco ai -2km. Senza quel dispendio di energie, probabilmente, il corridore della Bardiani avrebbe potuto anche aspirare ad un piazzamento di maggior prestigio. Ma, a 23 anni, il tempo è inevitabilmente dalla sua parte e, dopo il 12° posto dello scorso anno, l’Italia potrebbe aver trovato l’uomo giusto per sfatare il tabù-Sanremo.

Vincenzo Nibali, 7,5: con tutta probabilità ha ancora strada da fare per raggiungere la miglior condizione, ma lo Squalo è pur sempre lo Squalo e la Cipressa era un invito a nozze troppo grande per lo Shark Attack. Poco importa se l’azione appariva fin dal principio velleitaria è con poche speranze, la fantasia del vincitore del Giro 2013 non può essere frenata in alcun modo. Infiamma il cuore degli italiani, come ormai è abituato a fare. Lo aspettiamo tra qualche mese.

Juan José Lobato, 7: la Movistar perde il suo uomo migliore, Joaquin Rojas, nelle battute iniziali e sembra essere avviata ad una gara senza acuti. Dal nulla, invece, spunta in volata il 25enne iberico, superbo nel farsi strada e nel conquistare un’insperata quarta posizione. E sembrava averne ancora.

Sacha Modolo, 6: promosso, ma con riserva. Ottimo il posizionamento al momento dello sprint finale, meno la progressione con cui ha conquistato un buon ottavo posto, ma che con qualche stilla di energia in più poteva tramutarsi in qualcosa di diverso. Con Colbrelli e Nibali, resta la grande speranza per riportare l’Italia in alto nella città dei fiori.

Mark Cavendish, 5: il quinto posto è tutto fuorché un piazzamento soddisfacente per Cannonball, sfortunato nel perdere sin da Capo Berta due gregari come Petacchi e Trentin ma deludente nel momento di scatenare i suoi cavalli sul rettilineo finale. Cerca di anticipare tutti in volata ma non dà mai l’impressione di poter uscire dal traffico e far sua la Classicissima, probabilmente anche per le poche energie rimaste.

André Greipel, 5: nonostante l’assenza delle Manie e della Pompeiana, il velocista tedesco non riesce a lasciare il segno sulla Classicissima, confermando la poca attitudine alla prima Monumento dell’anno. Resisterebbe anche nel gruppo principale, ma non trova le forze nemmeno per risalire in testa al plotone.

Filippo Pozzato, 4,5: mai in gara, cerca di riciclarsi come gregario nel finale per Modolo ma non è il suo mestiere e si vede. Una gara da dimenticare. Lo rivedremo competitivo al Nord?

Peter Sagan, 4: la grande delusione di giornata, ça va sans dire. Anonimo dal primo al 294esimo chilometro, quando si credeva potesse fare la differenza per sfatare quello che, anche per lui, sta diventando un tabù, ovvero la vittoria in una Monumento. Lo slovacco, invece, non impara dagli errori e si perde in un bicchier d’acqua nelle fasi di preparazione alla volata, facendosi risucchiare indietro senza alcuna possibilità di risalire la china. Un decimo posto quanto mai insipido, da favorito numero uno.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

4 Commenti

1 Commento

  1. Federico Militello

    26 Marzo 2014 at 20:50

    Beh è chiaro che per Sagan è solo questione di tempo. Vi immaginate se fosse stato italiano?

    • ale sandro

      27 Marzo 2014 at 18:05

      Sarebbe fantastico per l’Italia avere un campione del genere(tra l’altro da tanti anni con squadra italiana), fa anche il personaggio e questo fa bene anche all’ambiente anche da un punto di vista mediatico. L’unica cosa che mi piacerebbe vedergli fare sempre di più è attaccare ,e non attendere la volata finale sebbene sia velocissimo. Le gare più belle le ha vinte così. Per l’Italia confido comunque nella nuova ondata dei vari Battaglin e Colbrelli, davvero interessanti.

  2. Luca46

    24 Marzo 2014 at 22:41

    Kristoff merita 10 secondo me. Nibali non è stato assistito ma se avesse attaccato sul ultima salita con le sue doti da discesista forse non lo avrebbero ripreso.

  3. ale sandro

    23 Marzo 2014 at 21:50

    Mi trovo abbastanza d’accordo con tutti i giudizi. Complimenti a Kristoff e al lavoro fatto dalla Katiusha nel preparare la corsa ,oltre ovviamente a Paolini,fondamentale. Il tempo avrà sicuramente aiutato a far venire fuori le sue caratteristiche migliori, oltre alla classicissima di primavera con i suoi quasi 300 km. Infatti il norvegese lo metto tra i più forti velocisti resistenti dotati di fondo che ci siano in questi ultimi anni,quindi mi sorprende fino a un certo punto la sua vittoria.
    Colbrelli ha fatto un buon inizio stagione, sempre a lottare per la vittoria e sfiorarla, ma ancora deve migliorare per fare il primo salto di qualità. Sta peccando di ingenuità ,ma a 23 anni ci può ancora stare questa cosa. Oltre a sbagliare nell’attaccare ai -2 , è anche il modo con cui ha portato l’attacco, cioè girandosi di continuo, a quel punto vai a tutta e se ti prendono ci hai comunque provato,ma non ti voltare in continuazione così. Diversamente se senti di averne aspetti la volata e dai tutto lì. Nel suo caso sarebbe stata la cosa migliore, credo che imparerà molto dalla corsa di oggi.
    Un cenno anche per Battaglin col suo tentativo sul Poggio, senza che nessun altro ci provasse a rilanciare. La stessa cosa è avvenuta con Nibali in attacco sulla Cipressa, e dire che ci sarebbero stati diversi uomini non veloci , adatti a un tentativo di fuga che potevano davvero cambiare la corsa e le cose nel finale. Mi è piaciuto comunque il suo tentativo seppure velleitario di provarci , il ciclismo deve essere questo, rischiare di scoppiare per cercare di vincere e l’atleta siciliano di coraggio in tal senso ne ha sempre avuto. L’inverno non deve essere stato perfetto per lui nella preparazione, è un po’ indietro ma c’è tempo per arrivare all’obbiettivo stagione al top.
    Un cenno su Sagan, forse in molti avevano esagerato con questo ragazzo negli anni scorsi ,parlandone come se fosse Merckx che dovesse vincere tutte le corse. Intendiamoci ha numeri pazzeschi e un palmares a soli 24 anni già importante. Però non sempre lo vedo come il favorito numero uno di tante corse ( qui a Sanremo lo era), ha dei limiti. Ma il tempo è dalla sua e ha davvero molta classe,credo che la prima vittoria in una “monumento” sia una questione di tempo lui.

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