Freestyle
Moguls, Scanzio: “Sarò ancora un’atleta”
Sul suo sito personale Deborah Scanzio fa chiarezza sul futuro e annuncia di voler continuare a gareggiare: “Sarò ancora un’atleta, malgrado alcune crisi e alcuni dubbi, mi piace fare questo sport. Ho sempre detto che se mi fossi sentita ridicola avrei smesso, ma credo che il finale di stagione sia la prova che posso ancora togliermi delle belle soddisfazioni”.
“L’obiettivo stagionale era di fare un buon inizio di stagione per presentarmi alle Olimpiadi con un basso numero di pettorale per convincere i giudici che ero tra le migliori e che avevo lo avevo già dimostrato in stagione. Purtroppo non è andata così per diversi motivi. Ho iniziato bene a dicembre a Ruka con un 10° posto, interessante soprattutto per i pochi punti che c’erano tra me e il podio. Eravamo tutte vicine. Poi a gennaio un’influenza intestinale mi ha impedito di gareggiare a Calgary e soli 4 giorni dopo mi ha limitata nella prima gara di Deer Valley. Una pista troppo dura fisicamente da affrontare con un corpo debole. Due giorni dopo è andata meglio, sono entrata in finale, ma poi ho sbagliato, ho tentato il tutto e per tutto per recuperare più posizioni possibili e sono uscita a metà pista. Stessa sorte pochi giorni dopo a Lake Placid. Ero stufa di arrivare tra il 10°-16° posto e quindi non rimpiango il mio atteggiamento all’attacco. Dovevo tentare qualcosa. L’errore è forse stato quello di iniziare a pensare che il mio massimo, non era sufficiente per entrare nelle top 6-8. A Lake Placid mi sono sentita bene in qualifica, eppure mi sono classifica soltanto 11esima, a 1 punto dal quarto posto e 2 punti dal podio. Mi sembravano tanti e non sapevo come guadagnare più punti perché non avevo fatto grandi errori. E così sono entrata in una spirale negativa in cui mentre scendevo tra le gobbe spesso pensavo: ‘tanto non è abbastanza’.
L’ultima gara del “tour de force” americano, 5 gare in 4 posti in 17 giorni, era a Val Saint Come, la pista era davvero brutta. Per tutti, ma io in queste situazioni rendo tutto più difficile. Mi sono allenata malissimo e in gara ho fatto l’errore di non crederci abbastanza. Peccato, perché malgrado la pessima preparazione, ho terminato al 19° posto a pochi centesimi dalla finale.
A questo punto ero 16esima in generale, decisamente lontana da quello che mi ero prefissata (top 10). Pensarci troppo non mi avrebbe aiutata per Sochi, così ho cercato di cancellare le ultime settimane e tornare ad avere delle buone sensazioni tra le gobbe. L’allenamento pre-olimpico a Chiesa Valmalenco era andato molto bene, speravo dunque di trovarmi a mio agio sin dai primi giorni anche a Sochi. Non è andata così, volevo far tutto bene e più pensavo ad ogni dettaglio e più andavo in tilt. Fortunatamente, per la gara ho liberato la mente e sono riuscita a sciare in modo fluido e deciso. L’undicesimo posto è discreto, ma almeno alle Olimpiadi ho centrato parte dei miei obiettivi. Dare tutto, prendersi dei rischi e non avere rimpianti per non averci provato abbastanza.
Per il finale di stagione mi sentivo più leggera, senza il peso delle Olimpiadi e di dover dimostrare il mio valore ai giudici, sono riuscita a tornare regolarmente nelle top 10, fatto che non succedeva da anni. Ho anche sfiorato di poco il podio nel dual di La Plagne“.
Una stagione tra alti e bassi comunque positiva quella dell’azzurra, decima nella classifica generale come nel 2010 e a un passo dal miglior piazzamento ottenuto nel 2009 quando fu nona.
Credit: Fisi
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francesco.drago@olimpiazzurra.com