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Olimpiadi: l’Italia guarda già a Rio de Janeiro 2016
Terminate le Olimpiadi invernali di Sochi 2014, con l’Italia rimasta fuori dalle prime 20 per la prima volta nella sua storia, è già tempo di pensare al percorso di avvicinamento verso Rio de Janeiro 2016. Da ben cinque edizioni estive l’Italia non esce dalla top10 ed anche in Brasile, pur a due anni e mezzo dall’evento, ci sembra di intravedere le premesse per puntare in alto ed anche migliorare Londra 2012, quando chiudemmo con un bottino lusinghiero di 28 podi e l’ottavo posto finale nel medagliere.
Partiamo subito dalla grande differenza che vige attualmente nel Bel Paese tra sport invernali ed estivi: nel primo caso abbiamo tanti buoni atleti di ottimo livello, ma nessuno dei quali dominante; nel secondo, invece, i fuoriclasse abbondano. Pensiamo ad esempio ad Arianna Errigo, Niccolò Campriani, Jessica Rossi, Giovanni Pellielo, Federica Pellegrini, Carlo Molfetta, Daniele Molmenti, Clemente Russo ed anche altri che non citiamo solo per non dilungarci troppo.
Vediamo nello specifico cosa aspettarci dalle singole discipline.
Atletica: purtroppo il momento negativo sembra non doversi arrestare a breve. Continuiamo a fare fatica e le speranze in ottica Rio appaiono davvero stringate. Su tutte Alessia Trost, attesa la prossima estate al definitivo decollo tra le grandi nel salto in alto. Altro uomo da podio potrà essere Daniele Greco nel salto triplo, a patto che la salute lo assista. Per il resto, salvo sorprese (pensiamo ad esempio all’intramontabile Valeria Straneo o ad un clamoroso ritorno al vertice di Andrew Howe), le chance sembrano finire qui. Lieti di essere smentiti dai giovani azzurri sin dai prossimi Europei…
Badminton: al momento l’obiettivo primario si chiama qualificazione, tutt’altro che scontata, ma possibile in campo maschile con Daniele Greco e Rosario Maddaloni.
Beach volley: due coppie da medaglia, una in campo maschile (Lupo-Nicolai, senza dimenticare Tomatis-Ranghieri) ed una al femminile (Menegatti-Orsi Toth). Esistono i presupposti per provare a sfatare un tabù: mai l’Italia è salita sul podio in questa disciplina alle Olimpiadi.
Calcio: al momento siamo più fuori che dentro. La mancata qualificazione agli Europei della nazionale Under21 decreterebbe l’addio a Rio. Attualemente la situazione non è delle più rosee: siamo terzi dietro Belgio e Serbia a tre giornate dal termine. Servono 3 vittorie ed un pizzico di fortuna per qualificarsi ai play-off. Solo le semifinaliste degli Europei andranno ai Giochi. Insomma, la strada è davvero lunga e complicata.
Canoa: ad oggi le speranze maggiori sono affidate allo slalom con Daniele Molmenti. Se otterrà la cittadinanza italiana (ai Giochi non basta solo quella sportiva), Stefanie Horn potrebbe essere la sorpresa del K1 femminile, lei che è argento europeo in carica. Ci aspettiamo però dei miglioramenti anche dal settore velocità, in particolare dalla canadese (Sergiu Craciun tra i migliori nel C1 1000, reduce dal quarto posto ai Mondiali) e dal K4 1000 metri maschile.
Canottaggio: uno degli sport che potrebbero regalarci maggiori soddisfazioni in Brasile. Il metodo La Mura ha impresso un notevole salto di qualità ad una squadra giovane e potenzialmente competitiva per le medaglie in diversi equipaggi. Il fiore all’occhiello è rappresentato poi da Milani-Sancassani, doppio leggero femminile che ci auguriamo dominante fino a Rio come lo è stato nel 2013.
Ciclismo: su strada, cresce bene la nazionale maschile (Ulissi, Moser, Battaglin, etc…), mentre quella femminile (Ratto e Longo Borghini le punte) appare la migliore al mondo come completezza. Chance anche nella cronometro maschile con Adriano Malori, in progressione costante. Come per l’atletica, anche nella pista facciamo fatica a tornare ai fasti di un tempo. Viviani vorrebbe riprovarci nell’omnium e forse quella potrebbe essere l’unica possibilità tricolore, a meno che non si investa per un biennio intero sull’inseguimento a squadre maschile, magari coinvolgendo lo stesso Malori, Boaro e Cataldo.
Ginnastica: sempre lei, Vanessa Ferrari. La stella bresciana ci riproverà ancora una volta dopo il mezzo ‘scippo’ di Londra. Se nei prossimi due anni e mezzo arriverà integra al grande appuntamento, potrà farci sognare all’amato corpo libero. Ci attendiamo novità importanti nel prossimo biennio anche in campo maschile con Edalli e Cingolani. Al momento è ferma per infortunio la promessa Enus Mariani.
Hockey prato: già esserci sarebbe un risultato storico. La nazionale femminile, mai come questa volta, può farcela dopo aver disputato una World League da protagonista ed essere tornata tra le prime 8 d’Europa.
Judo: le qualificazioni non sono ancora cominciate, ma l’Italia può contare su diversi elementi di spicco come Valentina Moscatt, Odette Giuffrida, Rosalba Forciniti, Edwige Gwend, Elio Verde, Marco Maddaloni, Andrea Regis e Walter Facente, solo per citare coloro che hanno ottenuto i risultati migliori di recente. L’impressione, comunque, è che questo sport stia vivendo una bella fase di fermento e crescita.
Lotta: puntiamo sui ‘Promessi Sposi’. I coniugi Dalma Caneva e Frank Chamizo, giovani e talentuosi, potrebbero sorprenderci come fece Andrea Minguzzi a Pechino 2008.
Nuoto: Pellegrini, Rivolta, Scozzoli, Paltrinieri. Queste le certezze, in attesa dell’esplosione di due astri nascenti come D’Arrigo e Fissneider. Attenzione poi alla 4×100 mista maschile: se trovassimo un dorsista di livello (Bonacchi o Laugeni?), nessun risultato ci sarebbe precluso…
Nuoto di fondo: Martina Grimaldi non si discute. La speranze è il rilancio del settore maschile in regresso nelle ultime stagioni. Attenzione in questo senso a Vanelli e Furlan, due giovani su cui puntare.
Nuoto sincronizzato: qualificazione complessa per la squadra, quasi certa per il duo. Difficile sperare di più.
Pallacanestro: Gallinari, Belinelli, Bargnani, Datome, Hackett, Gentile, Melli,..Più un’altra decina di buoni giocatori. Al completo, l’Italia sarebbe una squadra in grado di lottare per il podio. Il problema è che in questi anni non abbiamo mai visto questi giocatori tutti assieme, quasi sempre a causa di infortuni. Di certo gli Europei 2015, quelli che qualificheranno a Rio, rappresenteranno l’ultima occasione a cinque cerchi di una generazione che rischia di rimanere incompiuta.
Pallamano: salvo sorprese, quasi nulle le possibilità di qualificazione per l’Italia.
Pallanuoto: il Setterosa pare aver intrapreso un deciso percorso di crescita, mentre per il Settebello il ct Campagna sta attuando una delicata fase di ricambio generazionale. E’ bene sottolineare come le nuove leve non manchino, con il Bel Paese che ha vinto tutto negli ultimi anni nelle rassegne juniores. Naturalmente a questi giovani serve tempo per maturare ai massimi livelli: basteranno 2 anni e mezzo per essere pronti alle Olimpiadi? L’impressione è che nel momento cruciale possano tornare in lizza diversi veterani.
Pallavolo: per la Nazionale maschile è tempo di raccogliere. Il team costruito da Berruto può contare ora anche su valide alternative in tutti i reparti e il gap da Russia e Brasile potrebbe azzerarsi sin dalla prossima estate. In alto mare, invece, il settore femminile, dove non si conosce ancora il nome dell’allenatore a sei mesi dai Mondiali…
Pentathlon moderno: uno sport da cui ci aspettiamo molto. La generazione dei Benedetti, De Luca e Petroni ha l’età giusta per la definitiva consacrazione. In campo femminile ha già raggiunto ottimi livelli la giovanissima Gloria Tocchi, bronzo iridato juniores in carica, ma attenzione anche a Cesarini e Bonessio.
Sollevamento pesi: l’Italia sta lavorando per portare in Brasile due punte. Si tratta di Genny Pagliaro e Mirco Scarantino. Se la nissena figura sin da ora stabilmente tra le top5 mondiali (anche se sarà necessario incrementare le misure in vista dei Giochi), il 19enne siciliano si sta avvicinando per gradi all’elite planetaria, come dimostra l’ultimo settimo posto ai Mondiali. Un’altra grande speranza è Antonino Pizzolato (classe 1996), più per Tokyo 2020 data la verdissima età.
Pugilato: difficile sbilanciarsi in questo sport. Chi non fa mistero di puntare all’oro olimpico è il campione del mondo dei massimi Clemente Russo. Tra i suoi veterani, l’Italia potrà contare di sicuro anche su Domenico Valentino, mentre appare in dubbio la situazione di Roberto Cammarelle. Il fuoriclasse di Cinisello Balsamo, smentite le voci di ritiro, sta continuando ad allenarsi e non è escluso che possa essere presente in Brasile per conquistare la sua terza medaglia olimpica consecutiva. Ci aspettiamo molto da Vincenzo Mangiacapre, già un bronzo olimpico e mondiale in bacheca, ma con le qualità per diventare il numero uno in assoluto sia tra i superleggeri sia tra i welter. Non mancano i giovani talenti, come ad esempio Salvatore Cavallaro (da anni l’Italia sta cercando un peso medio di caratura internazionale e potrebbe averlo trovato nel siciliano classe 1995) e Fabio Turchi, massimo per ora ‘chiuso’ da Tatanka Russo. Grande attesa anche per la boxe femminile, con Terry Gordini e Marzia Davide che potrebbero dare l’assalto alla prima medaglia azzurra alle Olimpiadi.
Scherma: considerando che a Rio non si disputerà l’amatissima prova a squadre di fioretto femminile, l’Italia dovrà puntare molto anche sulle altre armi. In effetti stanno giungendo segnali positivi anche da spada e sciabola, sia al maschile sia al femminile. Uno sport che, come sempre, rappresenterà uno dei cardini della nostra spedizione.
Sport equestri: siamo in crescita, non ancora da podio. L’obiettivo attuale è la qualificazione in tutte le discipline. Nel salto abbiamo compiuto notevoli passi avanti, con Emanuele Gaudiano in evidenza in questo avvio di stagione. Per quanto riguarda il completo, Vittoria Panizzon ha di recente perso il proprio cavallo con cui aveva raggiunto l’apice internazionale, dunque attraversa una delicata fase di transizione. Per quanto riguarda il dressage, infine, Valentina Truppa può considerarsi ormai una garanzia, anche se per lei il podio nei grandi eventi resta ancora piuttosto distante.
Taekwondo: se Carlo Molfetta e Mauro Sarmiento non si discutono, il prossimo biennio potrebbe sancire l’ascesa di Claudio Treviso. Dopo qualche anno in cui si è fatta molta fatica con il ricambio generazionale, ora il movimento gode di grande fibrillazione giovanile, con diversi U20 davvero promettenti, anche in campo femminile.
Tennis: se in Brasile, come sembra, si dovesse giocare sulla terra rossa, allora i nostri atleti, su tutti Fabio Fognini e Sara Errani, potrebbero fare davvero bene. Le maggiori chance di medaglia, inoltre, saranno riposte nel doppio femminile, mentre è auspicabile che la Federazione punti finalmente anche sul doppio misto, disciplina poco praticata, ma che assegna medaglie olimpiche pesantissime…
Tennistavolo: purtroppo i fasti di fine anni ’90 e metà anni ’00 sono ormai molto lontani. Facciamo tanta, tanta fatica. L’obiettivo sarà portare a Rio più atleti possibile e cercare di superare qualche turno, impresa non facile vista la concorrenza internazionale con quasi tutte le nazionali europee che possono contare su cinesi naturalizzati.
Tiro a segno: uno degli sport più in salute nel panorama italiano. Niccolò Campriani è un fuoriclasse assoluto, la fidanzata Petra Zublasing potrebbe diventarlo a breve, soprattutto nella carabina 3 posizioni. Tanti poi i nomi potenzialmente da medaglia: Amore, Bruno, Giordano, Tesconi, De Nicolo, Pica…Senza dimenticare i tanti giovani in rampa di lancio.
Tiro a volo: idem come sopra. Una vera e propria miniera inesauribile per l’Italia, competitiva in tutte e cinque le discipline in programma. Jessica Rossi e Giovanni Pellielo sono le punte di diamante di un vero e proprio Dream Team.
Tiro con l’arco: la passata stagione non ha regalato grosse soddisfazioni, ma l’Italia resta competitiva sia in campo maschile che femminile. I tecnici stanno allargando i gruppi con innesti di arcieri interessanti e di prospettiva. Mauro Nespoli insegue la consacrazione come individualista di caratura mondiale, ma da sempre esprimiamo il meglio nelle prove a squadre.
Triathlon: Alice Betto è esplosa nella passata stagione e potrebbe diventare la leader del movimento, sognando una medaglia olimpica. Inseguono il definitivo salto di qualità anche Alessandro Fabian ed Anna Maria Mazzetti, due atleti già stabilmente da top10 a livello mondiale.
Tuffi: Tania Cagnotto ci riproverà ancora una volta, decisa a sfatare il tabù olimpico che ne ha caratterizzato la carriera. Con lei anche Francesca Dallapé nei 3 metri sincronizzati. Le speranze di medaglia finiscono qui: il ricambio generazionale procede più a rilento del previsto.
Vela: uno degli sport rivelazione a Rio? Possibile. Le punte da medaglia non mancano, da Sicouri-Bissaro nel Nacra17, passando per Laura Linares e Flavia Tartaglini nell’RS:X, fino a Conti-Clapcich nel 49er femminile. In grande crescita poi Michele Paoletti (Finn), Giovanni Coccoluto (Laser) e Mattia Camboni (RS:X). Un’ascesa di questo calibro l’aspettavamo da anni…
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federico.militello@olimpiazzurra.com
NunzioV
6 Marzo 2014 at 18:40
Per l’atletica io non vedo un futuro così grigio. Ci sono tanti giovani che stanno crescendo bene e, soprattutto, con i tempi giusti. Il tempo per lavorare c’è e tecnici di livello anche. Se si riuscirà a rafforzare la parte sanitaria con la prevenzione e il recupero degli infortuni potremo raccogliere belle soddisfazioni.
Luca46
5 Marzo 2014 at 21:41
Si tutto molto giusto, però mi sembra presto per trarre delle conclusioni in vista di Rio in questo momento. Io sono preoccupato per il futuro degli sport invernali.
Gabriele Dente
4 Marzo 2014 at 23:27
Questo è un gioco che mi appassiona sempre! Sono d’accordo con Federico ma vorrei aggiungere solo qualcosina di mio.
ATLETICA: quest’anno tra CDM ed europei capiremo se aggiungere Eleonora Giorgi tra le grandi. Personalmente mi aspetto tanto da lei. E ho una piccola speranza che Marco Fassinotti cresca ancora.
CANOA SPRINT: non mi sembra improbabile una medaglia di Sergiu Craciun nel 2016.
TIRO A SEGNO: purtroppo vedo Niccolò Campriani sempre più in difficoltà con le nuove regole. Lui è un cavallo di razza; vedremo se quando il gioco si farà duro lui (ri)comincerà a giocare…
Per il resto sono d’accordo.
Chiudo con un pensiero sul ciclismo su pista, anche se parlo a posteriori, dopo i gran brutti campionati mondiali: secondo me, non solo non vinceremo nulla, ma c’è il rischio concreto di non qualificare neppure un atleta. Ormai quel settore sta diventando terra bruciata; i migliori atleti forse temono di ficcarsi in un “buco nero” e non pensano alla pista più di tanto, sapendo che in Italia progetti seri non ce ne sono.
Ho l’impressione che i vani propositi degli anni scorsi stiano lasciando il posto alla rassegnazione. E mi chiedo solo, come altri amici del nostro sito, il CONI e la federazione che progetti abbiano (se ne hanno…).
Ciao a tutti!