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Pallanuoto, Stefano Luongo: “Questa brutta esperienza mi ha fatto crescere. Riparto più determinato!”

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Uno dei talenti più puri della pallanuoto italiana, a soli 20 anni ha conquistato con la nazionale di Sandro Campagna l’argento europeo a Zagabria: stiamo parlando di Stefano Luongo, attaccante della Yamamay Acquachiara, ex Pro Recco. In questa stagione il 24enne di Chiavari ha vissuto un vero e proprio calvario a causa di una malattia improvvisa, ma ora è tornato in acqua ancora più determinato e punta all’Europeo di Budapest. Olimpiazzurra l’ha sentito in esclusiva.

Come hai iniziato a praticare il tuo sport?

“Ho iniziato a giocare a pallanuoto a 6 anni a Chiavari. Ero sostanzialmente un predestinato visto che i miei 2 fratelli (Michele classe ’86, e Luca classe ’82) la stavano già praticando, così come mia madre e mio padre molti anni prima. Ho esordito in A1 a 15 anni nel Chiavari contro la Pro Recco, segnando anche un gol sul palo. E’ un ricordo molto piacevole perché è stata anche una delle poche partite in cui ero emozionato”.

Ti sei ritrovato molto giovane in una compagine importantissima come il Recco, come hai vissuto quest’esperienza?

“L’anno passato a Recco è stato fantastico per tanti motivi: innanzitutto per aver vinto tre titoli (Coppa Italia, Supercoppa, Scudetto), ma soprattutto perché grazie ai compagni di caratura mondiale che avevo in squadra, dei veri campioni, ho attraversato un periodo di grande crescita sotto tanti punti di vista. Sia in acqua che fuori”.

Quest’anno invece il passaggio all’Acquachiara, il perché di questa scelta?

“Quest’anno ho scelto l’Acquachiara perché nonostante il periodo stupendo passato a Recco, io sono un ragazzo molto competitivo e mi piace prendermi responsabilità e pesi sulle spalle. Per questo cercavo una realtà seria, con ottimi progetti sia a breve che a lungo termine e competitiva in tutte le competizioni, dove avrei trovato sicuramente più spazio che a Recco. E devo dire che finora sono molto contento della scelta che ho fatto perché ho trovato serenità nel gioco, una società seria e solida, e anche un allenatore fantastico come Paolo De Crescenzo”.

Passiamo a quest’anno: dopo un ottimo inizio di stagione è iniziato il calvario. Come sono passati questi tre mesi? 

“Questi tre mesi che ho passato sono stati un incubo. E’ partito tutto alla vigilia della partita contro la Canottieri all’andata. Era qualche giorno che mi sentivo male finché sono quasi svenuto negli spogliatoi, sono stato portato all’ospedale San Paolo, al pronto soccorso dove mi è stato diagnosticato un’enterite febbrile e sono stato dimesso. Il giorno dopo in preda ad atroci dolori ho chiamato l’ambulanza e sono poi successivamente stato operato d’urgenza per peritonite; poi sostanzialmente, la peritonite era in stadio troppo avanzato e nonostante l’ottimo lavoro fatto dal dottor Palimento (che ringrazio) l’eccessivo accumulo di pus mi ha causato tre perforazioni in un’arteria epigastrica, infine una successiva emorragia interna. Tutto ciò a distanza di 20 giorni dove sono stato operato dal dottor Rosa (che ringrazio). Spero che ora sia davvero finita”.

Poi il rientro con la tua ex squadra, e sabato la grande performance decisiva con la Promogest. È un nuovo Luongo? Ancora più forte di prima?

“Non so se è un nuovo Luongo, ma di certo un’esperienza del genere ti apre gli occhi su tanti aspetti. Di certo sono molto motivato a fare bene, sia con la Nazionale che con l’Acquachiara e spero che con questa vittoria con la Promogest possa iniziare un cammino nuovo verso i Playoff”.

Parliamo di nazionale: già da giovanissimo Sandro Campagna ti ha scelto per il suo Settebello. Come sono state le tue prime esperienze?

“Le mie prime esperienze con Campagna sono state di ottimo insegnamento perché lavorando con lui capisci che per giocare a livelli top. Viene tutto curato nei minimi dettagli: dall’aspetto atletico a quello tattico e tecnico, non c’è margine di errore”.

E ora sei di nuovo tra i convocati per la trasferta di World League in Slovacchia. La qualificazione alle finali è complicatissima: ci credete? E per gli Europei credi di esserci? Con quali ambizioni?

“Per la qualificazione alle Finali di World League finché si ha la possibilità ci si crede sempre, anche se sarà molto difficile sperare in un passo falso del Montenegro. Nel frattempo noi dovremmo fare il nostro lavoro, cioè battere la Slovenia. Per gli Europei spero di esserci e mi giocherò il posto come tutti poi l’ultima parola spetterà come sempre a Sandro. Sicuramente il Settebello negli ultimi anni ha dato prova che in ogni competizione che va ad affrontare lo fa per vincere, riuscendo spesso ad ottenere ottimi risultati; non vedo perché non ci si dovrebbe provare anche quest’anno. Lo stimolo di ogni sportivo è proprio questo: vincere”.

Un paio di curiosità: cosa provi a giocare contro tuo fratello Michele?

“Con mio fratello ho un ottimo rapporto, tra l’altro colgo l’occasione per fargli gli auguri, visto che sta per diventare papà. Giocare contro il proprio fratello è sempre una sensazione particolare, soprattutto nelle prime azioni nelle quali ci marchiamo, ma poi, man mano che si entra nel vivo della partita, ahimè per quell’ora e mezza diventa un avversario come tutti”.

Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?

“Nel tempo libero mi piace molto uscire con gli amici, leggere, ascoltare musica e guardare film”.

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gianluca.bruno@olimpiazzurra.com

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