Seguici su

Sci Alpino

Sci alpino: la certezza Silvano Varettoni

Pubblicato

il

Se lo chiamano Lazzaro, un motivo ci sarà. La storia di Silvano Varettoni, da un paio di stagioni una delle certezze della squadra di discesa, è legata a doppio filo alla pista Olympiabakken di Kvitfjell e tratta di una resurrezione, seppur sportiva, davvero interessante.

Classe 1984, guardia forestale di Borca di Cadore, va incontro nel marzo 2008 ad un trauma distorsivo del ginocchio destro con lesioni del legamento crociato anteriore, del compartimento mediale e del tendine rotuleo; è proprio il tracciato norvegese a tradirlo, là dove nella primavera precedente aveva conquistato i primi punti in Coppa del Mondo con un 29° posto, proprio nel momento in cui Varetta, dopo la consueta esperienza che ogni velocista deve accumulare nel massimo circuito, sembra pronto a ottenere i risultati che merita. Ginocchio ko, dunque, e un paio di annate veramente “toste”: le apparizioni in Coppa del Mondo sono poche e deludenti, la squadra nazionale sfugge e tanto, se non tutto, sembra perduto, considerando anche che Silvano non è più un giovane di belle speranze. Tuttavia, Lazzaro dimostra di essere tale: si allena con gli altri forestali, riparte dal circuito continentale e proprio qui ottiene risultati prestigiosi, che gli permettono di essere nuovamente preso in considerazione per la Coppa del Mondo a partire dal 2012-2013. E qui inizia la parte della resurrezione: nono in Val Gardena e quinto proprio a Kvitfjell nella scorsa stagione, sempre in discesa, lui che fa della scorrevolezza più pura il proprio marchio di fabbrica. Contestualmente, ancora i risultati in Coppa Europa sono ancora migliori e arriva addirittura il posto fisso in supergigante grazie al podio nella classifica finale di specialità; per la stagione olimpica, Varetta può dunque avere la certezza di gareggiare sempre con i big e questo lo porta ad ottenere altri piazzamenti importantissimi, come il nono posto di Bormio e ancora una volta il nono posto a Kvitfjell di pochi giorni fa, con la prima qualificazione della carriera alle finali a testimonianza del bel periodo che sta vivendo.

E pazienza se, nel frattempo, non è arrivata l’agognata qualificazione olimpica: i requisiti richiesti sono stati sfiorati, ma d’altronde il livello complessivo della squadra di velocità è piuttosto alto, per cui sarebbe stata davvero dura fare meglio di un Paris, un Heel, un Fill o un Innerhofer. Varettoni ha dimostrato ciò che doveva dimostrare, anzi continua a farlo giorno dopo giorno: la resurrezione di Lazzaro è definitivamente completata, adesso bisogna continuare a…vivere, cioè a sciare sui livelli che ha recentemente confermato.

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità