Rugby

Sei Nazioni 2014, Irlanda-Italia: serve una scossa!

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Irlanda-Italia in realtà si giocherà domani pomeriggio, ma per gli azzurri la partita è già cominciata due settimane fa.

Il drop di Weir allo Stadio Olimipico infatti, nella “Madre delle partite” (quella persa contro la Scozia 20-21), ci ha definitivamente rispediti nell’inferno ovale risollevando tutti i dubbi possibili sull’Italrugby.
Dalla tenuta fisica a quella mentale, passando per i fondamentali del gioco e le aree chiave di una partita, tutto è stato messo in discussione; da qualcuno persino il rapporto tra Jacques Brunel e la panchina azzurra.

Ecco, ora da tipici italiani tutti sono stati pronti a lodare il lavoro del tecnico transalpino quando le cose andavano bene, mentre adesso nessuno si esprime in vicinanza, anzi ne si “chiede la testa”.

Quella testa, intesa come cervello, che ti fa fare il salto di qualità, che ti fa leggere in maniera lucida le situazioni di gioco, quella testa su cui uno come Brunel in queste due settimane ha sicuramente lavorato.

La sfidante, da affrontare peraltro all’Aviva Stadium, non è proprio delle più consigliabili ma forse l’alto livello espresso dall’Irlanda in questo Sei Nazioni, dove da punto interrogativo si è trasformata in papabile vincitrice, potrebbe aiutare i nostri a tirare fuori quel qualcosa in più che nei precedenti impegni è spesso mancato.

O’Driscoll, l’uomo dei record (con 140 caps), e compagni in casa sanno comandare la partita come pochi, per informazioni chiedere anche agli All Blacks, quindi diventerà fondamentale cercare di entrare nelle pochissime pieghe difettose del tessuto connettivo irlandese. La mediana formata da Murray-Sexton sa alternare benissimo il numero dei possessi a disposizione, tra gioco multi-fase alla mano e ricerca della profondità con sventagliate al piede. Le fasi statiche comandate da rispettivamente da O’Connell, per quanto riguarda la touche, Mike Ross e Cian Healy, in mischia, sono ben articolate e difficili da scalfire nelle loro convinzioni, come hanno dimostrato queste prime tre giornate di torneo.

Vista cosi, sembra insuperabile. Gli azzurri però avranno il dovere di non spaventarsi, altrimenti potrebbe finire davvero male questa volta, soprattutto in termini di punteggio. La formazione è praticamente rivoluzionata, sia per degli infortuni sia per delle scelte tecniche legate al post-Scozia.  “Fascia di capitano” a Bortolami, per l’assenza di Parisse, che farà coppia con Geldenhuys; terza linea con Furno, arretrato, Barbieri, nei panni di Sergio, e Derbyshire, elemento di connessione tra gli avanti e i tre quarti, dove la più grande modifica riguarda la mediana con Tebaldi, al rientro dopo tantissimo tempo, e Orquera, per una scelta di esperienza; mentre rimane immutata la scelta sul triangolo allargato e la coppia di centri. Confermati lì davanti De Marchi-Ghiraldini-Castrogiovanni

Non resta che attendere il kick-off sabato alle 15.30, per un Sei Nazioni a cui gli azzurri devono forzatamente dare la scossa.

Foto: Federazione Italiana Rugby_Fotosportit/Roberto Bregani

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