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Sei Nazioni 2014, Italia: pochissimi “Pro” e troppi “Contro”

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Se in questo Sei Nazioni l’Ilarugby ha perso tutte le partite sin ora disputate è chiaro che qualcosa non funzioni.
Quattro sconfitte arrivate, è bene sottolinearlo, in maniera molto diversa ma che sono figlie di comuni denominatori più o meno “esposti al pericolo” dai nostri rivali.

La cosa più preoccupante riguarda la tenuta fisica, che dopo lo splendido torneo dell’anno scorso, sta tormando ad essere uno dei punti deboli della squadra di Brunel. Gli azzurri solitamente disputano degli ottimi primi tempi, ma dopo una decina di minuti delle seconde frazioni di gioco calano vistosamente iniziano a concedere campo, occasioni e mete agli avversari.

Altro punto su cui lavorare inoltre è il miglioramento delle fasi statiche, a cui però la “fresca mano” di Giampiero De Carli (come allenatore degli avanti), che arriverà nello staff tecnico del Bel Paese dal prossimo giugno, dovrebbe dare una raddrizzata. La “nuova” regolamentazione inserita in mischia fa soffrire terribilmente Castrogiovanni, peraltro uscito per guai fisici a Dublino, e compagni che vanno sotto fisicamente molto più spesso rispetto a prima, quando erano visti da tutti come dei dominatori assoluti. La touche invece ha evidenziato problemi cronici, nonostante gli interpreti deputati “al salto” possano essere annoverati tra i migliori.

La cosa positiva, al contrario, è certamente la sfrontata freschezza dei giovani che, inseriti stabilmente nelle formazioni titolari di questo Sei Nazioni 2014,  hanno sempre saputo essere all’altezza, pur con qualche errore legato all’inesperienza, non facendo rimpiangere titolari più blasonati; di cui però purtroppo si sente la mancanza soprattutto a livello di spessore umano ed equilibrio ovale.

michele.cassano@olimpiazzurra.com

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