Taekwondo
Antonio Flecca: “Al Mondiale avevo tanta rabbia. Con i sacrifici, i risultati arrivano”
ll giovanissimo calabrese Antonio Flecca si racconta dopo il suo recente bronzo conquistato agli ultimi Campionati Mondiali juniores di Taekwondo, andati in scena a Taipei.
Meglio Totò o Antonio?
“Tutti mi chiamano Antonio, ma per gli amici più stretti Totò. Sinceramente non mi da fastidio se mi chiamano Totò, quindi è uguale“.
Si ritorna a casa con questo bronzo mondiale. Ti saresti mai aspettato di vincere questa medaglia?
“La sconfitta delle qualifiche olimpiche mi ha lasciato molto deluso, quindi sono partito col presupposto che dovevo fare risultato diverso al Mondiale. All’inizio non mi aspettavo di andare così in alto, ma la mattina della gara mi sono alzato molto deciso e ho iniziato a crederci“.
Come è stato il tuo ritorno a casa?
“I miei parenti mi hanno accolto con tanto affetto. Tutti loro hanno costantemente creduto in me e mi sono stati sempre vicini“.
Questo bronzo a chi lo hai dedicato?
“Nessuna dedica particolare, ma se devo dedicare tutto ciò, lo dedico ai miei familiari e al mio maestro“.
Dal tuo successo europeo al bronzo mondiale, ne stai facendo di strada per essere un ragazzo così giovane. Qual è il segreto di Flecca nel raggiungere questi obiettivi?
“In tutto quello che faccio ci metto impegno e serietà. Io penso che se si fanno le cose con la giusta serietà e determinazione, prima o poi i traguardi si raggiungono“.
Hai sfiorato la finale per un soffio, ma quando ti ritrovi contro un coreano è sempre dura spuntarla. Quali erano le tue sensazioni alla vigilia della semifinale, sapendo che avresti combattuto contro Jae-Ha?
“Sono salito molto deciso sul quadrato, senza pensare che era coreano, anche se poi è andata male“.
Raccontaci brevemente, passo dopo passo, quel match.
“Sono partito male all’inizio, andando sotto di tre punti. Mentre lui stava per tirarmi un calcio al viso ho risentito un dolore alla gamba che mi era venuto già al primo incontro. Si arriva sul 6-0 per lui. Il suo vantaggio aumentava sempre di più. Dopo mi sono ripreso e lui iniziava a mollare, ma era troppo tardi“.
Alla fine dell’incontro come ti sentivi?
“Mi sentivo deluso perchè sapevo che potevo arrivare in finale e giocarmela con lo spagnolo che avevo già battuto in precedenza, agli Europei. Dentro di me poi ripensandoci mi sono detto: ‘Sono arrivato terzo nel mondo, non è un brutto risultato!’ “.
Che cosa ti ha detto il coach Yoon?
“Mi ha detto che potevo vincere, ma anche che era molto contento del risultato“.
Durante il tuo cammino verso il bronzo mondiale, ti sei imbattuto in un altro incontro difficile, contro il cinese Yu-Gen Huan, che in pratica combatteva in casa. Hai portato il risultato a tuo favore negli ultimi tre secondi utili con un colpo al viso. Prima di quel momento hai mai avuto paura di non farcela?
“Avevo paura di non farcela. Dentro di me nutrivo tanta rabbia e grinta per la mancata qualifica alle Olimpiadi giovanili e allora mi sono detto ‘non posso fallire anche qui’. Dopo aver fatto quel calcio ero strafelice“.
In tutti gli sport, fin quando l’arbitro non dichiara finita la “partita”, il risultato è sempre in bilico. Tu lo hai dimostrato con quel colpo da maestro allo scadere. Descrivici gli attimi di quegli ultimi istanti di gara.
“Avevo una tensione incredibile sapendo che non avrei preso la medaglia. Ho cercato in tutti i modi di recuperare fin quando ce l’ho fatta“.
Per qualcuno il tuo bronzo vale oro. Per te?
“Per me è semplicemente un bronzo perchè sapevo che potevo diventare campione del mondo”.
Benissimo al Mondiale, missione fallita alle qualificazioni olimpiche giovanili. Cos’è andato storto in quell’occasione?
“Sono entrato troppo teso e ansioso”.
Questa mancata qualificazione ti ha dato una spinta in più per fare bene al Mondiale?
“La motivazione più grande che mi ha spinto a salire sul podio è stata la sconfitta subita durante le qualifiche”.
Licia Martignani e Marina Rizzelli sono riuscite a qualificarsi. Cosa ti aspetti da loro?
“Alle qualifiche sono andate abbastanza bene e penso che non sono inferiori a quelle che sono andate più avanti di loro. Sono sicuro che possono fare molto bene alle Olimpiadi”.
Ma se tornassi indietro e potessi scegliere, meglio il bronzo mondiale o le Olimpiadi giovanili?
“Tutti vorrebbero partecipare alle olimpiadi, ma mentre una medaglia al mondiale non te la toglie nessuno, la qualifica significa fare un’altra gara in cui non so se sarei arrivato nella forma giusta per affrontare la competizione al meglio”.
Ora ci vuole un po’ di riposo, come stai organizzando la tua ‘vacanza’?
“Nessuna vacanza. Allenamento costante all’Acquacetosa (Il Centro Sportivo CONI Giulio Onesti, ndr)”.
Dopo questo successo, quali saranno i prossimi obiettivi da raggiungere?
“Ancora non ho nulla in programma, penso solo ad allenarmi, poi si vedrà”.
Antonio grazie per la tua disponibilità nel concederci questa tua intervista. Ti auguriamo tutto il meglio e la speranza di poterci sentire ancora, magari dopo un altro podio internazionale.
“Grazie a voi per la vostra disponibilità. A presto”.
Di Antonio Giovannangelo
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