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Ciclismo

Cuore e coraggio: ecco come Nibali può vincere la Liegi

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Ci è andato vicino nel 2012. Molto vicino. Sarebbe bastato un chilometro di corsa in meno per esultare a braccia alzate, in solitaria, dopo aver lasciato alle proprie spalle tutti gli avversari. Eppure Vincenzo Nibali non ha mai vinto la Liegi-Bastogne-Liegi, così come non ha mai vinto una Classica Monumento nonostante sia da qualche anno tra i migliori ciclisti al mondo.

Tra Nibali e la sua prima grande affermazione in una corsa di un giorno, probabilmente, si è messa anche un po’ di sfortuna. Basti pensare al Mondiale di Firenze, quando il siciliano, caduto, è stato costretto ad inseguire da solo per diversi chilometri, salvo poi avere ancora la gambe per scollinare sulla salita di Fiesole assieme a Rodriguez in testa alla corsa. Senza le energie buttate al vento, quel quarto posto avrebbe potuto assumere contorni migliori.

Terzo ad una Milano-Sanremo, nella quale ha lasciato il segno anche in questa edizione, e secondo ad una Liegi, a Nibali manca un piazzamento di prestigio solamente al Lombardia, dove però non ha mancato di deliziare i tifosi, nonostante non sia mai salito sul podio(miglior risultato un quinto posto nel 2010 quando vinse Philippe Gilbert).

Le cote ardennesi si adattano alle caratteristiche dello Squalo, al quale però manca forse un pizzico di esplosività in più per poter fare la differenza con un solo scatto secco. Per lui è essenziale arrivare da solo sul traguardo, perchè in volata sarebbe battuto praticamente da tutti gli altri favoriti al successo finale. Per farlo potrebbe puntare sul fondo e rendere la corsa dura negli ultimi 100 chilometri, sin dalle tre scalate consecutive alla Cote de Wanne, allo Stockeu e alla Cote de la Haute-Levèe. Per l’Astana già queste tre salite in rapida sequenza potrebbero risultare uno spartiacque fondamentale nell’economia della gara al fine di mettere acido lattico nelle gambe degli avversari.

Facile a dirsi, questa tattica è più difficile da mettere in pratica, in primis perchè lo stesso Nibali al momento non offre alcun tipo di garanzia circa il proprio rendimento per quanto visto nelle ultime due uscite. Poco brillante all’Amstel e in crescita alla Freccia Vallone, domani sarà un’altra storia. Per difficoltà fisiche e priscofisiche la Liegi richiede molto di più delle sue cugine ardennesi, quasi una pallida imitazione della Doyenne.

Proprio questo, però, potrebbe giocare a favore dell’azzurro, spesso e volentieri capace di sovvertire tutti i pronostici solamente grazie al coraggio e alla caparbietà. Godendo forse di una maggiore libertà rispetto ad altri contesti per la scarsa forma evidenziata potrebbe riuscire a staccare i diretti concorrenti, magari con un attacco a 20 chilometri dalla conclusione. Bastano pochi istanti di incertezza tra gli inseguitori per portare Nibali a tagliare per primo il traguardo di Ans. Riportando, finalmente, l’Italia sul gradino più alto del podio in una corsa di questo prestigio dopo la vittoria al Giro di Lombardia del 2008 di Damiano Cunego, a sua volta in gara domani.

Cuore e coraggio. Queste le parole d’ordine per Vincenzo Nibali nei 262 chilometri di andata e ritorno tra Liegi e Bastogne. 

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

 

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