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Elezioni FISI: il programma di Flavio Roda

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Dopo aver presentato il programma di Manuela Di Centa e di Pietro Marocco, sveliamo i punti chiave del presidente in carica Flavio Roda con i quali si proporrà all’imminente assemblea di Bologna del 12 aprile per riconfermarsi al vertice della Federazione Italiana Sport Invernali.

Ex direttore tecnico della squadra azzurra di sci alpino ai tempi di Tomba, Roda, bolognese di Lizzano in Belvedere classe 1948,  venne eletto nel marzo 2012 con 55.538 voti. Ovviamente, la sua candidatura si pone in continuità con quanto fatto in questo biennio: come ha dichiarato in una recente intervista a Race ski magazine, “la Federazione non può permettersi di ripartire da zero ogni due anni, considerando che prima di me c’era un commissario”. Una delle sue proposte principali riguarda la modifica dello statuto federale, anche per potenziare il marketing (sulla scia dell’accordo con Infront) e avere dunque una maggiore quantità di risorse da investire nella programmazione e da distribuire tra comitati e sci club: la modifica statutaria permetterà anche di pensare ad una nuova idea di tesseramento e di arginare così l’emorragia di iscritti degli ultimi anni. Per quanto riguarda l’attività agonistica ad alto livello, il numero uno di via Piranesi vuole far partire da subito i lavori in vista di Pyeongchang 2018, facendo delle scelte chiare che permettano ad un certo gruppo di atleti di pensare sin da ora all’obiettivo a cinque cerchi.

Il futuro comincia dal presnete-innovare nella continuità” è il titolo del suo documento programmatico, nel quale, oltre al già citato “obiettivo visibilità” del brand FISI, si fa riferimento ad un maggior coinvolgimento di Comitati e sci club nelle commissioni federali, all’istituzione di un referente per i rapporti col CONI, alla sponsorizzazione di Cortina d’Ampezzo come sede dei Mondiali di sci alpino 2019 e alla creazione di quattro macroareee agonistiche denominate “alpino”, “fondo”, “ghiaccio” e “snowboard/freestyle”, ciascuna coordinata da un direttore sportivo, pur con un’unica struttura centrale per la logistica in modo da evitare sprechi.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

4 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    9 Aprile 2014 at 23:00

    Mah in Italia siamo abituati a sentire tante parole e vedere pochi fatti. Tutte idee buone ne venissero realizzate almeno alcune.

  2. ale sandro

    9 Aprile 2014 at 14:35

    Marco , ho letto i tuoi articoli a riguardo,tu come la pensi? Inizialmente avevo più perplessità che altro su Roda e la sua idea di elitè, abituato allo staff Tomba, dove magari si rischia concentrandosi su pochissimi atleti di non seguire in maniera valida il resto della squadra , in particolare i più giovani. Approvo però il discorso sul marketing per me fondamentale, e la separazione in macro aree dei vari sport. 15 discipline sportive in sole due federazioni è un po’ poco. All’interno del settore ghiaccio farei un ulteriore separazione per gli sport del “budello” (bob, slittino, skeleton ). In ogni caso un grosso lavoro da fare per chi sarà presidente anche per tutto il discorso riguardante le realtà locali (comitati, sci club..), i tesserati a quel punto aumenteranno di conseguenza.

    • Marco Regazzoni

      9 Aprile 2014 at 14:48

      Intanto penso che si tratti di tre persone con un’ ottima conoscenza dell’ambiente e una proficua esperienza in tal senso, e questa è una cosa a cui non siamo troppo abituati in Italia. Penso che la FISI in questi anni sia stata gestita meglio di molte altre federazioni, sebbene io conosca praticamente solo l’ambiente agonistico e quindi non abbia il metro per giudicare quanto fatto con attività di base, comitati e sci club; è anche vero che due anni rappresentano davvero un tempo troppo ristretto per giudicare l’operato di un presidente e di una classe dirigente. Sicuramente si può fare di più (rimanendo sempre sull’agonismo): la stessa idea di dividere gli sport nelle macroaree pensate da Roda mi sembra molto positiva, sebbene per valutare l’intero operato del comparto invernale dovremmo ragionare anche sulla FISG (hockey, curling, pattinaggio). Mi sembrano tre ottime candidature, ciascuna con i propri pregi e i propri limiti: chi vincerà dovrà secondo me essere in grado di raccogliere le proposte migliori anche degli altri due (ognuno del resto ha un’esperienza diversa, chi da atleta, chi da dirigente locale e chi da tecnico/presidente federale), e soprattutto dovrà riuscire a conciliare l’attenzione per l’agonismo in ottica Pyeongchang (come dicevo, l’idea delle macroaree non mi dispiace) a quella per l’attività di base, che rappresenta il vero motore di tutto da cui poi deriva lo stesso agonismo.

      • ale sandro

        9 Aprile 2014 at 15:16

        Sono d’accordo col fatto che sarebbe positivo prendere spunto anche da alcune proposte degli altri candidati. In effetti due anni sono pochini per vedere cosa può fare un gruppo dirigente, pensando anche a lungo termine e ,cosa secondo me non trascurabile, pensando che la Fisi arrivava da un commissariamento preceduto dalla “difficile” gestione Morzenti. Grazie per la risposta.

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