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Ciclismo

Giro delle Fiandre, le pagelle: Cancellara Monumento; Boonen, Sagan ed Italia anonimi

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Risuona ancora un urlo elvetico sul traguardo del Giro delle Fiandre. Fabian Cancellara si aggiudica per la terza volta una delle corse più dure al mondo con una magistrale gestione dell’ultimo chilometro, al termine del quale ha sopraffatto i superstiti di 259km massacranti con una volata perfetta. Le pagelle.

Fabian Cancellara, 9,5: le Fiandre ormai sono un feudo elvetico. Terza vittoria in carriera nella Ronde Van Vlaanderen, la seconda consecutiva, unico corridore non-belga a riuscire finora nell’impresa. Un uomo, una leggenda. Nella sua esultanza c’era tanto della frustrazione per una Sanremo ancora una volta sfuggita per un soffio, ma ‘vendicata’ e riscattata come solo i grandi campioni sanno fare: semplicemente vincendo, con una volata che entra dritta nella storia e negli appassionati del pedale. Attacca, soffre e vince. In una sola parola, Spartacus.

Greg Van Avermaet, 8: tra i -30km e i -250m è il grande protagonista di giornata, ma le Monumento restano ancora stregate. Ha dimostrato di essere il più forte dietro Cancellara ed ha infiammato il pubblico belga con una fantasiosa azione praticamente in solitaria, vista la comprensibile mancanza di collaborazione da parte di Vandenbergh. Eppure, gli sforzi profusi nella fuga non gli precludono anche uno sprint finale da protagonista, in cui riesce a sperare ugualmente in una vittoria. Ma, alla fine, gli riesce soltanto di essere il primo dei battuti. Con onore.

Sep Vanmarcke, 7,5: l’unico a reggere la progressione di Cancellara sull’Oude Kwaremont, l’unico apparentemente in grado di poter battere l’elvetico. Missione fallita per il secondo anno consecutivo, dopo essere stato battuto in volata anche nella Parigi-Roubaix 2013. Ma l’impressione è che il 25enne corridore della Belkin debba curare solo pochi dettagli per poter alzare le braccia al cielo in una Classica del Nord, Fiandre o Roubaix che sia. Il talento c’è, come dimostrato lungo le strade fiamminghe, la testa anche. E’ solo questione di tempo?

Stijn Vanderbergh, 7: lesto nel seguire Van Avermaet, si attiene agli ordini di squadra vista la presenza di Terpstra, Boonen e Stybar nel gruppo dei migliori. Alla fine, però, il migliore dell’Omega Pharma – Quickstep risulta essere proprio il 29enne belga, al miglior risultato in carriera; vani i tentativi di anticipare la volata, dove per lui non c’è stata ovviamente nessuna chance. Ma per la Roubaix potrebbe essere un cliente pericoloso per Cancellara.

Alexander Kristoff, 7: tutt’altro che una sorpresa, alla luce del 4° posto dello scorso e, ovviamente, della vittoria alla Milano-Sanremo. Il vichingo si conferma uomo da tenere d’occhio nelle Monumento, per la sua ottima capacità di lettura della corsa e per l’adattabilità a qualunque tipo di situazione. Il quinto posto finale è la dimostrazione di una crescita iniziata con il bronzo di Londra ed ancora in corso, che potrebbe permettergli di togliersi ulteriori soddisfazioni.

Tom Boonen, 5: prova a tirare fuori i denti Tornado Tom, ma il fuoriclasse belga non desta mai l’impressione di poter essere pericoloso. Soffre sui muri e perde il treno giusto nelle fasi concitate della gara, concludendo in sesta posizione. Piazzamento onorevole per molti, mediocre per uno del suo calibro. La Roubaix potrebbe essere un terreno maggiormente adatto, ma bisognerà trovare la giusta condizione.

Peter Sagan, 4: clamorosamente lontano dalla condizione migliore. Lo slovacco manca ancora una volta l’occasione di aggiudicarsi la propria Monumento della carriera, ma oggi non ci va nemmeno vicino come in altre circostanze. Resta con i migliori sino agli ultimi due muri, poi sparisce e si deve accontentare di un’anonima 16esima posizione. La linea tra fuoriclasse e campione è sottile, ma nel suo caso assume ben altra consistenza.

Filippo Pozzato, 5: resta per tutta la gara nelle retrovie, senza mai mettersi in luce, ma la condizione non lo assisteva di certo soprattutto sui muri. Sono lontani i tempi in cui arrivava 2° dietro soltanto a Boonen, tuttavia riesce comunque a tagliare il traguardo come miglior italiano, a testimonianza anche delle difficoltà dell’intero movimento.

Luca Paolini, 5,5: nascosto anche lui per gran parte della corsa, si fa notare per una rimonta tutta cuore ed orgoglio nelle fasi finali, quando gli inseguitori tentavano di riportarsi sul gruppo di Cancellara&co. Mette in mostra la sua forza di volontà ma le gambe cedono e il Gerva inevitabilmente rimbalza, per concludere in 36esima posizione.

Taylor Phinney, 7: uno dei propiziatori della fuga iniziale, in evidenza soprattutto nei tratti in pavè e sui primi muri. Un test probante e superato a pieni voti in vista del suo vero obiettivo della campagna del Nord, la Parigi-Roubaix, in cui sicuramente partirà tra gli outsider. Non solo cronoman.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

2 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    7 Aprile 2014 at 01:26

    Una corsa bellissima, in quanto a spettacolo il Fiandre non tradisce quasi mai gli appassionati di ciclismo e anche oggi è stato così. Col cambiamento di percorso di questi ultimi anni infatti ,le cose non sono cambiate sotto questo profilo. Grande Cancellara, nella nuova versione più “attenta” a non sprecare troppe energie, ma a trovare il modo di far lavorare anche gli altri compagni di fuga. Forse anche per questo motivo si ritrova sempre più brillante allo sprint ristretto, cosa che in questo tipo di gare con elevato chilometraggio è accaduta anche in passato comunque, segno che il campione svizzero è dotato di grande fondo. Un applauso lo faccio anche a Van Avermaet che meritava il successo al pari dello svizzero per l’azione che poi si è rivelata decisiva, penso che sia ora che vinca di più questo corridore che oltre che per i piazzamenti si è distinto in passato come gregario di lusso per Gilbert. E anche Vanmarcke si conferma davvero forte in questo corse, crescerà ancora, chissà se sarà già pronto da quest’anno per confermare e migliorare il secondo posto dell’anno scorso. Male Sagan , anche il cambio di preparatore della Liquigas potrebbe aver inciso,in ogni caso brutta copia di quello visto anche solo nel 2013.

    • ale sandro

      7 Aprile 2014 at 01:29

      Ovviamente per Vanmarcke mi riferisco alla Roubaix, lo vedo sicuramente tra i favoriti per la vittoria con Cancellara in testa.

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