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Golf, Masters: Molinari, Manassero e un Augusta National ancora indigesto

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“Con Augusta non ho un buon feeling, cerco sempre di farmelo piacere, ma dopo tre round già lo odio”. Questa dichiarazione di Francesco Molinari, rilasciata al termine del terzo giro, spiega più di qualunque altra cosa i perché di un Masters così impalpabile da parte dei nostri due assi del golf italiano, con il torinese penultimo nella classifica finale e un Matteo Manassero brutalmente sbattuto fuori da un Augusta che ben poca pietà ha di chi non ha le caratteristiche per adattarsi alle sue difficoltà.

Un campo tanto meraviglioso quanto infido, evidentemente incline alla potenza e alla fantasia per quanto riguarda i putt, e il trionfo di Bubba Watson lo ha dimostrato. Lo statunitense è stato pressoché perfetto in ogni settore del campo e nella gestione delle proprie risorse mentali, visto che un campo del genere richiede una concentrazione elevata su ogni buca e un notevole dispendio di energie nervose, per poter ragionare con cura ed analizzare ogni minimo dettaglio. D’altronde, con quel tipo di green, qualunque scelta sembrerebbe discutibile.

I progressi con il putt compiuti da Chicco non potevano bastare per domare Augusta, ‘chilometrico’ per un giocatore dalle immense qualità tecniche ma poco avvezzo a tirare la palla più lunga del dovuto e, in generale, a crearsi occasioni da sfruttare per abbassare il proprio score. Un problema di strategie, come da lui stesso rivelato: “Ho sbagliato troppe decisioni. Soprattutto la scelta di quando essere aggressivo e quando stare più sulla difensiva” . La penultima posizione e il +11 finale, insomma, qualcosa ha inevitabilmente lasciato nella testa del torinese, che le capacità di raccogliere buoni risultati anche al Masters le avrebbe eccome. Affinarle, però, non sarà la più semplice delle imprese, ma la consapevolezza dei propri errori è senz’altro il primo passo per progredire e Chicco lo ha già compiuto.

Situazione diametralmente opposta, per certi versi, quella di Matteo Manassero, riuscito a districarsi in modo egregio nel primo giro ma protagonista (si fa per dire) di un crollo inatteso e, per sua stessa ammissione, inspiegabile nel secondo round: “Nel primo giro era andata bene: se sapessi perché c’è stato questo peggioramento in 24 ore sarebbe un bel passo avanti per potermi migliorare” . Ripartire senza aver individuato le cause del pesantissimo 81 (+9) messo a referto, in effetti, appare estremamente complicato. Per il fuoriclasse azzurro, alla luce anche dell’eccezionalità di un torneo come il Masters, la via d’uscita più agevole da un’intricata settimana sembrerebbe essere rappresentata da uno sguardo al recente passato, che lo ha visto terminare ottavo al Valspar Championship e migliorare, in generale, sui campi americani.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Dichiarazioni: gazzetta.it

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