Rugby
Heineken Cup: l’Ulster sfiora l’impresa in 14, ma è colpo Saracens
Alla semifinale accedono i Saracens, ma gli applausi non possono che essere tutti per un Ulster da libro cuore. In 14 per 76 minuti, la franchigia nord-irlandese tira fuori i denti e getta il cuore l’ostacolo, sfoderando una magistrale prestazione in difesa contro dei Sarries incapaci di gestire la superiorità numerica. Gli inglesi espugnano il Ravenhill con un risicato 15-17 e ora attendono Clermont nella cornice di Twickenham.
Pronti-via e il match subisce uno scossone importante. Al 4′, Jared Payne placca in aria Alex Goode (uscito in barella) e viene espulso da Garces, lasciando gli Ulstermen in 14. Nonostante la superiorità numerica, i Saracens non riescono ad aumentare il ritmo e sbattono contro il muro eretto dai padroni di casa. Bowe&co. si affidano alle ripartenze per far male agli inglesi ma non trovano gli sbocchi giusti, sebbene siano proprio i nord-irlandesi a passare in vantaggio con Ruan Pienaar al 15′. Dal canto loro, i Sarries stazionano nella metà campo avversaria e, dopo vani tentativi, pescano il jolly dal mazzo: Hodgson allarga velocemente per Chris Ashton, fulmineo nel bruciare Marshall nello sprint e nel marcare il 6-5 (senza trasformazione di Farrell). Non basta una meta, però, per placare la furia agonistica di Ulster, che tiene a bada gli inglesi spinti dal pubblico del Ravenhill e ritorna avanti nel punteggio con il piede di Pienaar, stoico nel restare in campo malgrado un fastidio alla spalla. Si gioca prevalentemente nella zona centrale nel campo, con le difese in evidenza rispetto agli attacchi e con i padroni di casa che non risentono dell’inferiorità numerica. In mischia, poi, Afoa fa valere la propria esperienza su Vunipola e si guadagna un altro penalty, ancora una volta trasformato da Pienaar (9-5).
Ed è ancora Ulster, ad inizio ripresa, a prendere in mano le redini del gioco. Attaccare con un uomo in meno, però, diventa difficile anche per una squadra talentuosa come quella di Belfast e i Saracens possono riorganizzarsi. Da una touche in mezzo al campo, gli inglesi sfondano la difesa nord-irlandese fino ai cinque metri dalla linea di meta; la mediana gestisce al meglio le fasi di gioco e Wigglesworth trova tutto solo Mouritz Botha all’ala, per la meta del 9-10. La reazione degli uomini di Anscombe, trascinata da un infuocato Ravenhill, non tarda ad arrivare e l’occasione per operare il controsorpasso si presenta al 55′, ma Paddy Jackson colpisce il palo dalla piazzola. Gli inglesi riprendono il controllo delle operazioni ma Farrell imita il suo dirimpettaio dalla piazzola, sbagliando un facile calcio, il terzo della serata sui tre tentati. La straordinaria trincea nord-irlandese raggiunge il suo apice al 64′, quando gli Ulstermen salvano disperatamente sulla linea di meta su Ashton prima e su Wyles una fase dopo, al termine di un’azione ancora iniziata da Schalk Brits. Il TMO conferma i miracoli ma, dalla mischia a 5 seguente, Farrell mette a nudo le difficoltà avversarie nel difendere senza un uomo e manda in meta Ashton con un pregevole cross-kick. Sul 9-17 le speranze di Ulster sembrerebbero ormai scemate, ma è sufficiente un piazzato di Jackson in mezzo ai pali per riaprire completamente il discorso. Sarries che perseverano nella loro indisciplina e al 73′ l’apertura irlandese porta addirittura a -2 i suoi. Gli inglesi non gestiscono l’ovale e concedono ad Ulster un interminabile ultimo assalto: dopo oltre 30 fasi, però, arriva il ‘tenuto’ che salva i Saracens e spegne i sogni nord-irlandesi.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com