Hockey Prato
Hockey prato, il ct Riccardo Biasetton in esclusiva: “Questa nazionale deve crescere, puntiamo a far bene”
Se la Nazionale femminile di hockey prato sta migliorando sempre di più, arrivando ad essere una delle migliori al mondo, sono molte di più le difficoltà per quella maschile. Lo scorso anno, con alla guida Pablo Fernandez, gli azzurri sono scesi addirittura nella terza divisione europea. Quest’anno è arrivato il cambio: sulla panchina ci sarà Riccardo Biasetton, che vorrà subito imprimere il suo marchio di gioco e far fruttare qualche risultato. Olimpiazzurra ha intervistato in esclusiva il nuovo ct azzurro.
Ti aspettavi la chiamata da parte della Federazione?
“Io stavo già collaborando con la Federazione. Lo scorso anno ero collaboratore di Fernandez per la Senior ed ho seguito l’Universitaria a Kazan, quindi possiamo dire che non è stata una vera e propria chiamata, ma piuttosto una promozione sul campo”.
Senti la responsabilità di questo ruolo fondamentale?
“La responsabilità è tanta, la sentivo ogni volta che scendevo in campo da giocatore, ma adesso che sono in panchina la sento ancora di più”.
Come sono andati i primi due raduni?
“Sono stati due raduni conoscitivi, era importante rivedersi, parlare dei nuovi programmi e capire quali persone siano veramente interessate alla Nazionale. È mia opinione che dobbiamo puntare più sulle persone che solo sui bravi giocatori e per far questo c’era bisogno anche di sedersi e guardarsi negli occhi. Da un punto di vista tecnico la situazione non è rosea, i giocatori non sempre arrivano in Nazionale con l’adeguata preparazione tecnica e tattica; uno dei miei compiti sarà, se le società lo vorranno, di indicare dove e come migliorare il lavoro quotidiano. Noi purtroppo lavoriamo con gli atleti 20/30 giorni in un anno, mentre i club almeno 200, quindi il grosso del lavoro dovrebbe essere svolto nei club e per far questo ci deve essere molta più collaborazione tra loro e la nazionale”.
Obiettivi a breve termine? E invece per il futuro?
“Gli obiettivi a breve termine saranno i nostri prossimi impegni ufficiali: gli Europei U21 e la WL Round 1. Purtroppo in questi due anni la Nazionale U21 non ha mai avuto la possibilità di lavorare e di ritrovarsi insieme per allenarsi, quindi è difficile fissare degli obiettivi. Sono certo che già dal prossimo raduno (dal 28 Maggio al 1 Giugno) e con quello successivo nel quale andremo a Barcellona a giocare tre Test Match con la Spagna, potremmo avere più indicazioni. Per quanto riguarda il futuro, mi auguro solo che il settore maschile possa avere un po’ di continuità nel lavoro. Credo che solo in questo modo potremmo tracciare il nostro futuro”.
A settembre c’è il Round 1 di World League in Portogallo, come arriverà la Nazionale all’appuntamento piu’ importante della stagione?
“Arriveremo alla World League non al meglio delle nostre possibilità considerando che riusciremo a fare solo dieci giorni di preparazione, quando il campionato sarà ormai fermo da 2/3 mesi. I ragazzi dovranno essere molto bravi a cercare di rimanere in attività in un periodo di completa vacanza per tutti. Concentreremo l’attività a fine luglio e fine agosto: andremo a Praga a giocare tre partite con la Rep.Ceca. Sappiamo che il torneo sarà difficile, ma non impossibile. Vista l’esperienza dello scorso anno arriviamo a questa World League come terza forza e faremo di tutto per cercare di scavalcare almeno una posizione per guadagnarci il passaggio al secondo turno”.
Quali sono i nomi più importanti della tua Nazionale?
“Non mi piace fare nomi, siamo sempre troppo abituati a determinare il valore delle squadre solo dai nomi dei giocatori, preferisco puntare su un gruppo con le motivazioni giuste per affrontare questo tipo di gare. Come ho già detto credo che le competizioni internazionali non si possano vincere solo con i buoni giocatori, dobbiamo formare una squadra coesa e convinta del risultato che si potrà ottenere. Solo dopo che avremo costruito una squadra, con una sua entità, una sua mentalità e con una sua filosofia di gioco, allora sì, sarà fondamentale cercare giocatori di livello per fare esaltare il gruppo e fare il salto di qualità”.
E i giovani più interessanti?
“Ne abbiamo diversi, di sicuro quelli che si stanno mettendo in evidenza nel campionato maggiore sono quelli da qui ci aspettiamo di più. Da qualche anno alcuni club stanno dando ampio spazio a molti giocatori U21 e questo è solo un bene per le nostre nazionali”.
Gabriele Murgia, capocannoniere dello scorso campionato, si è preso un periodo di pausa dalla maglia azzurra. Speri di riaverlo al più presto?
“Gabriele per la nostra Nazionale è un giocatore fondamentale, non solo dal punto di vista hockeystico, ma soprattutto umano. Lo conosco da tanti anni, sia per averlo allenato nella Nazionale U21, ma soprattutto per averlo seguito tre anni quando allenavo la Bonomi, quindi so come si allena e la professionalità che mette in ogni momento della sua giornata. Con Gabriele ci sentiamo spesso, in questo momento le sue priorità sono altre, ma per lui, qualora ci fosse la possibilità, le porte della Nazionale saranno sempre aperte”.
Come finirà il campionato di Seria A1 Maschile ?
“Purtroppo non ho la palla di vetro, ma per quello che ho potuto vedere in queste prime partite del girone di ritorno credo che i Play-off non riserveranno molte sorprese. Credo che l’Amsicora e il Bra siano ancora favoriti per la vittoria finale”.
Tra le donne l’Italia è molto cresciuta : arriveranno a Rio le ragazze di Fernando Ferrara ?
“Io me lo auguro. Arrivare all’Olimpiade con la nazionale femminile vorrebbe dire dare al nostro movimento hockeystico nuova linfa, nuove energie e nuovi stimoli per lavorare sempre meglio. Fernando, il suo staff e le ragazze stanno facendo un grandissimo lavoro”.
Come mai questa differenza tra uomini e donne ?
“Non è stato sempre così. Se andiamo indietro di dieci anni le due Nazionali viaggiavano su binari paralleli. Dopo nei due settori si sono operate scelte differenti: la femminile ha avuto una continuità nel lavoro che ha permesso di formare un gruppo di giocatrici stabile ed ha dato a Fernando la possibilità di migliorare il gioco, l’esperienza internazionale e di perfezionare la rosa; mentre nella maschile per troppe volte si è dovuti ripartire con programmi e idee diverse, questo non ha permesso a molti giocatori di continuare a giocare a livelli sempre più alti e creando in alcuni casi anche po’ di disaffezione alla maglia azzurra. È chiaro che non sarà facile recuperare il gap, probabilmente non potremmo neanche replicare lo stesso modulo utilizzato nella Femminile, noi dovremmo trovare la nostra strada e pian piano riguadagnarci le posizione perse in questi ultimi anni”.
Qual è il tuo sogno nel cassetto ?
“Non ho un sogno particolare. Più che altro ho un desiderio. Vedo il momento in cui terminerà il mio rapporto con la Federazione e guardandomi indietro vorrei poter constatare i miglioramenti che il nostro settore possa aver fatto. Aver la consapevolezza di aver lasciato una squadra con una sua entità, con un suo gruppo e con una sua filosofia di gioco e soprattutto di aver lasciato una Nazionale in cui tutti finalmente credono”.
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gianluca.bruno@olimpiazzurra.com