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Editoriali

‘Italia, come stai?’: un fine settimana da leoni, ma che ombre da lotta e ciclismo

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Un’impresa epica in Coppa Davis. Vittorie a raffica tra ginnastica, sollevamento pesi, pentathlon e nuoto di fondo, oltre a numerosi altri podi. Un fine settimana da leoni, con l’Italia assoluta protagonista. Ma anche due ombre inquietanti, quelle del ciclismo e, soprattutto, della lotta.

A Napoli si è consumato un capolavoro che verrà ricordato per sempre. Sotto per 2-1 dopo il doppio, l’Italia sembrava spacciata nei quarti di finale di Coppa Davis. Ma questa competizione, da sempre, sa regalare emozioni e colpi di scena irrazionali. Così Fabio Fognini demoliva il n.8 del mondo e vincitore dell’ultimo Wimbledon, Andy Murray, conquistando una vittoria che può rappresentare il trampolino di lancio verso l’ingresso definitivo nel gotha del tennis planetario. Sulla terra rossa il 26enne di Arma di Taggia può davvero giocarsela con chiunque e nel prossimo Roland Garros costituirà la classica mina vagante che tutti vorranno evitare. Seppi, poi, ha messo il sigillo ad una rimonta straordinaria, che dopo 16 anni restituisce l’Italia tra le quattro regine del torneo più antico e prestigioso.
Ora la sfida in trasferta alla Svizzera di Federer e Wawrinka, sul veloce indoor e con pronostico oggettivamente chiuso. Gli elvetici, tuttavia, hanno faticato tantissimo nei quarti con il modesto Kazakistan, imponendosi solo grazie all’ultimo singolare. Il Fognini visto ieri, uomo Davis a tutti gli effetti, ed un Seppi che, ci auguriamo, possa ritrovare nuova brillantezza da questo grande successo, potranno quanto meno provare ad infastidire il n.3 e n.4 del mondo. Senza dimenticare il doppio, con Bolelli e lo stesso Fognini chiamati ad accrescere ulteriormente l’intesa nei tornei del circuito Atp. Sulla carta, dunque, Svizzera nettamente favorita, ma con le semifinali da disputarsi quattro giorni dopo la finale degli Us Open, non è scontato che sia Federer che Wawrika siano della partita, soprattutto se dovessero raggiungere l’atto conclusivo dello Slam americano.

Del sollevamento pesi abbiamo già parlato nell’approfondimento di ieri (clicca qui per leggerlo), con Genny Pagliaro e Mirco Scarantino ormai stabilmente nell’elite del Vecchio Continente.

Infinita Vanessa Ferrari, vittoriosa in Coppa del Mondo a Tokyo. La 23enne bresciana non si ferma qui: ha in serbo un programma al corpo libero con difficoltà ancora maggiori, indice di come il mirino vero e proprio sia puntato sulle Olimpiadi di Rio 2016. Evidentemente la grande beffa di Londra 2012 non è stata dimenticata dall’azzurra, che in Brasile vorrà rifarsi con gli interessi. Alle sue spalle, tuttavia, il movimento offre oggettivamente poco in campo femminile e viene da chiedersi come sia possibile che non si stia valorizzando un talento assoluto come Enus Mariani. Purtroppo in Italia, al contrario di Usa e Cina, non nascono decine di potenziali fuoriclasse ogni anno. Se quei pochi che abbiamo non siamo in grado di portarli ai massimi livelli, allora si fa dura. In campo maschile, invece, abbiamo assistito ai Campionati italiani alle ottime performance di Morandi (anelli), Busnari (cavallo con maniglie) e Cingolani (corpo libero e volteggio), tutti atleti da podio ai prossimi Europei.

Nel nuoto di fondo le vittorie di Martina Grimaldi non sorprendono più: stiamo parlando di una delle certezze consolidate dello sport italiano, una campionessa peraltro ancora giovane. La vera, interessante novità è il ritorno ad alti livelli anche degli uomini, con Simone Ruffini secondo in Coppa del Mondo e Mario Sanzullo quinto nella stessa gara. Dopo qualche stagione di appannamento, l’Italia sembra dunque aver imboccato nuovamente la strada giusta anche con i ‘maschietti’.

Ottimi riscontri sono giunti anche dalla prova di Coppa del Mondo di pentathlon a Il Cairo, con il successo di Riccardo De Luca. Alla competizione mancavano molti dei migliori del ranking, tuttavia l’azzurro, già campione d’Europa del 2012, ha dimostrato ancora una volta di poter essere competitivo in qualsiasi contesto. Solido nella scherma e nell’equitazione, formidabile nel combined-event, il tallone d’Achille resta il nuoto, dove sovente fa registrare tempi molto alti nei 200 sl che lo relegano nelle ultime posizioni. Servirà migliorare in questo fondamentale per poter ambire al podio con costanza.

Passo indietro nella vela: se in Coppa del Mondo a Miami l’Italia aveva dato spettacolo a Miami, a Palma di Maiorca è arrivato un solo podio con Bissaro-Sicouri nel Nacra17. Conferma ad alti livelli per Flavia Tartaglini, sesta nell’RS:X, per il resto prestazioni inferiori alle attese, con alcuni giovani, su tutti Giovanni Coccoluto, che lasciano intravedere buone cose solo a tratti, mancando ancora delle continuità necessaria per competere con i big del circuito. L’impressione, tuttavia, è che lo staff tecnico federale, di cui fa parte anche l’olimpionica Alessandra Sensini, stia lavorando nel modo giusto e già tra qualche settimana a Hyeres potrebbero arrivare dei riscontri positivi.

Fine settimana a due facce per il calcio femminile. Se l’Under17 ha conquistato uno storico bronzo ai Mondiali di categoria, la Nazionale maggiore ha sprecato molto nel confronto diretto con la Spagna, pareggiando 0-0 ed in pratica dando addio alla possibilità di qualificarsi direttamente per i Mondiali: salvo sorprese, bisognerà passare per i play-off. I successi delle più giovani, inoltre, sottolineano come il vivaio sia florido e produca talenti veramente interessanti, che troppo spesso non hanno modo di imporsi tra le senior in quanto in Italia non esiste il professionismo e, soprattutto, il calcio femminile viene considerato il ‘fratellastro’ di quello maschile, al contrario di quanto accade ad esempio in Francia, Germania ed Inghilterra. Fino a quando non muterà questa cultura sportiva antica, sarà molto difficile tenere il passo con le potenze mondiali.

Passiamo poi alla crisi del ciclismo italiano. A questo punto si può dire: stiamo vivendo uno dei periodi più bui della nostra storia. Nelle ‘classiche del pavè’ (Fiandre e Roubaix), lasciando stare i sogni, non abbiamo un solo uomo in grado non solo di vincere, ma anche semplicemente di provarci. Difficilmente le cose cambieranno nelle Ardenne, salvo imprese del solito Vincenzo Nibali, da troppo tempo l’unico a tirare la carretta di un movimento agonizzante e rimasto indietro anni luce rispetto al resto del mondo su tanti aspetti, in primis nel connubio indispensabile tra pista e strada. Molti nostri atleti, purtroppo, sono ormai relegati al ruolo di gregari nelle squadre straniere, altri tentano delle improbabili azioni da lontano. Gli attesi Ulissi, Moser e Battaglin faticano a decollare, così come tanti altri giovani che tanto avevano ben figurato nelle categorie juniores e Under23. Ed anche per quanto riguarda i grandi Giri, Nibali a parte e confidando nel promettente scalatore Fabio Aru, il paesaggio è desolante.

Chiudiamo infine con la lotta, vera ‘pecora nera’ dello sport italiano attuale. I numeri degli Europei di Vantaa parlano chiaro: i nostri atleti hanno collezionato una vittoria e tredici sconfitte, tutte maturate ai primi turni, compresi quelli di ripescaggi per coloro che li hanno disputati (Mori, Caneva e Diana). Siamo lontanissimi da una seppur minima competitività a livello europeo, figuriamoci a livello mondiale con corazzate come Iran, Giappone e Stati Uniti. Le parole del campione olimpico Andrea Minguzzi (clicca qui per leggerle) lasciano intendere come nella lotta tricolore non funzioni quasi niente ed i risultati, d’altronde, non ammettono repliche. E’ evidente che serva un cambio radicale a livello prima di tutto tecnico, ma anche di gestione complessiva degli atleti. A nostro parere, andrebbero posti dei criteri più stringenti per la convocazione dei lottatori per i grandi eventi, a costo di presentarci con delle selezioni oltremodo scarne. L’imminente rinforzo dell’italo cubano Frank Chamizo non dovrà nascondere una realtà ormai preistorica al cospetto del mondo. Urge cambiare e ci attendiamo una presa di posizione netta da parte del Coni. Così non si può andare avanti.

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