Beach Volley
Italiani, popolo di spiaggiaioli? Ora ci siamo anche noi
Italiani, popolo di spiaggiaioli? Forse ancora no, però da sabato Daniele Lupo e Paolo Nicolai hanno colmato una lacuna, rimarginato una ferita dalla quale ogni tanto usciva qualche goccia di sangue degli appassionati e delle migliaia di semplici praticanti del week end che, sfidando fatica e vento, si danno battaglia a colpi di schiacciata sui campi delle nostre innumerevoli spiagge. Ma come? L’Italia che è circondata dal mare, che esporta sabbia, che nel volley può vantare la squadra del secolo (scorso) e diverse altre imitazioni più o meno di successo, non è riuscita a produrre in 28 anni di World Tour una coppia di giocatori sia uomini che donne in grado di vincere un torneo, soltanto uno, in giro per il mondo? Adesso il primo mattone è posto e ci sono buoni presupposti per fare in modo che presto ne arrivino altri.
E’ stato bello vedere sventolare il tricolore più alto di tutti, mentre lì a fianco c’era la bandiera brasiliana che in quel momento si sarà chiesta se, una volta tanto, guardandosi attorno, chi l’aveva agganciata al pennone si era clamorosamente sbagliato, tanto era abituata a essere sollevata al centro. E’ tutto vero e la naturalezza con cui i ragazzi azzurri hanno raggiunto questo traguardo storico fa capire quanto siano cresciuti e consapevoli della loro forza. Del resto si tratta “solo” di un torneo Open e l’obiettivo stagionale è quello di vincere almeno un Grand Slam e magari portare per la prima volta in Italia (tanto per stare in tema di prime volte) quel titolo europeo che a livello maschile manca mentre tra le donne è stato già conquistato ben cinque volte, tre da Bruschini/Solazzi e uno a testa da Gattelli/Perrotta e Cicolari/Menegatti.
E’ stato bello perché è accaduto quest’anno, ora, al termine dell’inverno più difficile e contorto del beach volley azzurro, con il “caso Cicolari” sullo sfondo, l’addio di Lissandro, le parole dette e i mezzi silenzi di tutto un ambiente che aveva bisogno di ripartire di slancio per superare un momento obiettivamente complicato. E’ arrivata la vittoria di Lupo/Nicolai a suggellare un nuovo avvio, dopo le decisioni del Consiglio Federale sul progetto giovanile. Insomma il beach in Italia ha un presente e un futuro e non è poco, visti i tempi. Sul passato, sulle occasioni mancate, sulle politiche che hanno portato per anni a considerare il beach un parente povero della pallavolo in Italia vogliamo, una volta tanto, sorvolare, confidando nel fatto che dagli errori finalmente si sia imparato qualcosa.
Il primo mattone è posto: Lupo/Nicolai sono la punta dell’iceberg di un movimento che ha in Menegatti/Orsi Toth un’altra coppia da medaglia in ogni torneo, lo dimostra il quinto posto di Fuzhou, tra mille difficoltà. Le ragazze hanno cuore e fisico e anche per loro arriverà il momento della gloria, della bandiera che sventola, anche se qui perché si guardi attorno e veda altre bandiere al suo fianco ci vuole un’impresa vera visto che Usa, Cina e Brasile sono già in versione Rio 2016 e battere anche solo una tra le prime tre del podio di Fuzhou sarà difficilissimo e presuppone una ulteriore salto di qualità della nostra coppia di punta.
E’ già tempo di verifiche perché da domani si parte a Shanghai con il primo Grand Slam della stagione. Alle due coppie azzurre già citate, nel main draw, si aggiungono Tomatis/Ranghieri, che hanno saltato l’appuntamento iniziale. Le qualifiche, invece, vedranno impegnati i gemelli Ingrosso tra gli uomini e Gioria/Giombini tra le donne con buone possibilità di vedere rimpinguato il contingente azzurro nel tabellone principale. Un po’ di aspettative, viste le premesse, ci sono, è inutile negarlo, ma non aspettiamoci tutto subito. La stagione è lunga.
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