Taekwondo
Licia Martignani, taekwondo: “Voglio una medaglia alle Olimpiadi giovanili”
Licia Martignani, giovanissima campionessa Europea in carica giovanile della nazionale italiana taekwondo, sarà impegnata il prossimo agosto a Naijng per i Giochi Olimpici giovanili. La promettente italiana ha rilasciato un’intervista ad Olimpiazzurra.
Come ti senti a dover partecipare in questa competizione così importante?
“Il sogno di ogni atleta è partecipare alle Olimpiadi, quindi ho realizzato il mio sogno”.
Pensavi davvero di centrare la qualificazione?
“Sinceramente non pensavo di qualificarmi. Ho l’abitudine di sottovalutarmi e vedevo le Olimpiadi molto lontane dalle mie capacità e il pensiero di partecipare ai Giochi è una grandissima soddisfazione e un grandissimo ricompenso dopo tutti i sacrifici”.
Insieme a te, per difendere i colori dell’Italia ci sarà anche Marina Rizzelli. Che rapporto c’è tra di voi?
“Siamo una squadra, ci sosteniamo a vicenda“.
Sei stata fenomenale nelle qualifiche olimpiche, mentre al Mondiale juniores qualcosa è andato storto. Come mai?
“Facevo fatica, nonostante la dieta, ad arrivare al peso di gara e così mi sono dovuta allenare tantissimo e al Mondiale sono arrivata fisicamente e mentalmente provata“.
La coreana Lim ha fermato la tua cavalcata verso il podio. Descrivici brevemente quell’incontro.
“Lim sapeva sfruttare bene la sua altezza. Inoltre non ero in grado di eseguire al meglio le tecniche per contrastarla in quel momento. Ho subito il suo “cut” e il mio “mondolio tchagui” non era sufficientemente veloce e preciso“.
Prima di iniziare l’avventura iridata quali erano le tue aspettative?
“E’ chiaro che speravo nella medaglia, ma nei 5 giorni che separavano i due impegni non avevo buone sensazioni. Mi sentivo stanca e faticavo a rimanere positivamente concentrata“.
Al di là del risultato, sentivi che avresti potuto fare meglio?
“Si sicuramente, non ho espresso il meglio nè alle qualifiche, nè al Mondiale“.
Il coach Yoon cosa ti ha detto dopo l’eliminazione dal torneo?
“Yoon è un ottimo maestro perché conosce perfettamente le nostre forze e le nostre debolezze. Quando ha visto che non ho espresso il massimo mi ha detto: ‘Tu sei sempre brava, ma oggi no’ “.
Avresti preferito conquistare una medaglia al Mondiale o il pass olimpico?
“L’esperienza olimpica credo che sia un qualche cosa di unico, quindi sono contentissima così. Il Mondiale è solo rimandato”.
Cosa ti aspetti per i prossimi impegni?
“Vorrei non ripetere gli stessi errori e fare sempre meglio”.
Come ti hanno accolto quando sei ritornata a casa?
“Il ritorno a casa per me è sempre una festa, ma in questa occasione è stata una grande emozione poter parlare dell’avventura olimpica con i miei maestri di sempre Vignudini e Chiappelli“.
Questa esperienza ti ha fatto crescere?
“Se è vero che dalle delusioni si cresce, allora dopo quella iridata sono diventata un gigante“.
Oltre al taekwondo, hai altri interessi?
“Durante il periodo di diete mi piace guardare le trasmissioni di cucina, per poi cucinare finita la gara, quindi direi che un altro interesse dopo il taekwondo è cucinare e mangiare“.
Com’è nata la passione per il taekwondo?
“A 4 anni sono stata letteralmente parcheggiata in un corso di taekwondo da mia madre, che neppure sapeva cosa fosse, ma poi le feci un dispetto cominciando a calciare le porte e i divani di casa. Da allora non ho più smesso“.
Qual è la persona con cui hai legato di più in nazionale?
“Mi trovo bene con tutti, ma è evidente che con le mie compagne di stanza il rapporto è più confidenziale”.
Chi è il compagno di squadra più simpatico?
“Quello che si fa calciare e non te li restituisce (sorride). A parte gli scherzi, nei momenti di relax si ride e si scherza con tutti“.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
“Voglio raggiungere anno dopo anno gli obiettivi per cui ho lavorato. Ora penso solo alle Olimpiadi”.
Descriviti in tre parole.
“Introversa, ostinata, ambiziosa”.
Parlando del futuro, con la testa a Naijng, cosa ti aspetti in quella gara?
“La soddisfazione di qualificarmi l’ho provata, ora voglio vincere una medaglia”.
Per concludere, l’esperienza in Cina ti ha cambiata in qualche modo?
“No, non mi ha cambiata. Ho sempre pensato a migliorare, e l’esperienza in Cina mi ha confermato che i sacrifici prima o poi verranno ripagati. quindi continuo a fare quello che ho sempre fatto: pensare all’obiettivo e impegnarmi per raggiungerlo”.
Di Antonio Giovannangelo
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