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Taekwondo
Marina Rizzelli: “Guardo ai prossimi obiettivi. La medaglia? Per chi non credeva in me”
Marina Rizzelli torna a casa con il bottino pieno nell’ultima spedizione della Nazionale Italiana di Taekwondo in Cina, dopo aver conquistato una medaglia di bronzo al Mondiale juniores ed il pass per le prossime olimpiadi giovanili. Di seguito le sue parole rilasciate in esclusiva per Olimpiazzurra.
Quali sono state le tue sensazioni dopo aver conquistato questi risultati importanti?
“Ho lavorato tanto, per tanti anni per raggiungere questi obiettivi. Ancora oggi, dopo una settimana e qualche giorno, devo rendermi conto di tutto ciò. So solamente che mi devo mettere sotto e lavorare duro per le Olimpiadi giovanili a Naijng“.
Insieme a te, a Nanjing il prossimo agosto ci sarà anche Licia Martignani per difendere i colori dell’Italia alle Olimpiadi giovanili. Che rapporto hai con lei?
“Siamo in stanza insieme all’Acquacetosa e lo eravamo anche a Taiwan. Abbiamo due caratteri diversi: lei molto timida e riservata, io molto scherzosa e aperta. Dopo l’esperienza a Taipei le ho trasmesso un po’ della mia simpatia (almeno credo). Devo confessare un “segreto”: a Taiwan, prima di addormentarci, come fiaba, ci raccontavamo cosa avremmo mangiato quando saremmo ritornati a casa, mettendo fine alla dieta“.
Prima di partire, ti saresti mai aspettata di poter raggiungere questi risultati?
“Una settimana prima di partire sono uscita da un infortunio alla schiena che mi ha impedito di allenarmi come tutti gli altri. Sono partita con la consapevolezza che non era facile raggiungere quei risultati, anche se ammetto che sono un po’ pessimista a volte“.
Le donne stanno prendendo sempre più piede in questa disciplina. A cosa è dovuto questo radicale cambiamento secondo te?
“Il periodo é cambiato: non viene più considerato uno sport solo per gli uomini“.
Hai una sorella più grande, Cristiana, in Nazionale anche lei e campionessa d’Europa juniores in carica, ora ferma a causa di un infortunio grave.
“Certo, tutto ciò non doveva succedere ma si va avanti“.
Cosa le hai detto per confortarla e come le sei tutt’ora vicino per dargli forza nel tornare presto in forma?
“Sono incidenti di percorso. Proprio adesso non deve mollare perché é uno dei momenti dove si deve combattere per affermare la parola ‘campione’ ”.
Sinceramente, chi è più forte tra voi due?
“(Ride) Questa é una domanda che mi pongono sempre. Abbiamo il modo di combattere diverso. Penso sia più forte lei, anche se in un Campionato Regionale, nel 2012, abbiamo combattuto insieme e ho vinto al golden point“.
Mamma e papà possono stare super tranquilli ad avere due guardie del corpo come voi due, giusto?
“Piú che altro a mamma. Per fare la guardia del corpo a papà ce ne vogliono altre due di noi e poi anche lui ha preso il diploma di cintura nera“.
Tornando a parlare del Mondiale, qual è stato l’incontro più difficile che hai dovuto affrontare?
“Senza dubbio il combattimento contro la tedesca. Avevamo quel punto di differenza fino all’ultimo momento quando poi, negli ultimi 5 secondi, mi ha messo il punto che ha portato il pareggio. Non ha mollato fino all’ultimo anche perché era il combattimento per la corsa sul gradino più alto del podio“.
C’è stato un momento in cui hai pensato di non passare il turno?
“Si. Salgo sempre sul quadrato con quel pensiero, ma durante il combattimento é tutto diverso: adrenalina, voglia di vincere, attenzione e concentrazione mi hanno mantenuto lontana dal pensiero della sconfitta“.
Questa medaglia è stata dedicata a qualcuno in particolare?
“Più che dedicarla, la uso per dare uno schiaffo morale a chi, in passato, non credeva in me“.
A casa come hai festeggiato il tuo ritorno trionfale?
“Tutti in famiglia con, ovviamente, l’immancabile pizza”.
Prima di ogni incontro hai un tuo “rituale” per prepararti psicologicamente al match?
“No. Non uso nessun rito. Io vado, combatto come so fare, ascolto il maestro, do il meglio di me stessa e poi come va, va“.
Il tuo bronzo è un trampolino di lancio per altri obiettivi futuri. Quali sono le prossime tappe da conquistare?
“É probabile che sostituirò Cristiana all’Europeo senior, altrimenti guardo alle Olimpiadi giovanili di agosto”.
Quest’estate poco mare e tanti duri allenamenti in vista dell’bbiettivo Olimpiadi Giovanili. Sei contenta lo stesso di rinunciare a qualche giorno di vacanza pur di essere a Nanjing?
“Non é la prima volta per me. Ho la casa al mare. Prima che facessi parte della nazionale, anche se c’erano 40°, io e mia sorella eravamo con papà in palestra ad allenarci. Anche l’anno scorso l’ho passata in raduno per l’Europeo junior che purtroppo non sono riuscita a fare per problemi di peso. Adesso mi tocca un’altra estate uguale se non peggio, ma non mi importa. In fondo, noi atleti, viviamo di questo”.
Siete una Nazionale molto forte e unita, sotto ogni aspetto. Qual è il segreto del vostro team?
“L’unione. Sì, perché l’unione fa la forza. Dietro ognuno di noi c’é sempre il sostegno della squadra“.
Nella squadra chi è per te l’atleta modello da seguire che dà l’esempio per tutti gli altri?
“Davide e Cristina (Spinosa e Gaspa, ndr). Sono un buon esempio per chi ha la testa un po’ disordinata e per chi pensa di andare avanti senza sacrifici”.
Marina, in conclusione della nostra intervista: secondo te, perché una persona dovrebbe praticare il taekwondo?
“Questo sport lo pratico da quando avevo 3 anni. Devo dire che mi ha insegnato tanto finora: Educazione, rispetto verso gli altri. Se dovete praticarlo, fatelo con amore e passione altrimenti non ha senso“.
Di Antonio Giovannangelo
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