Golf
Masters: numero di Bubba Watson! Crollano gli italiani, fuori Manassero
Nel 2012 attese l’ultimo giro prima di piazzare la zampata decisiva per il playoff, quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. Il Masters 2014 e Augusta sembrano aver trovato il suo domatore e dominatore in Bubba Watson, assoluto protagonista della seconda giornata con un 68 (-4) che gli consente di compiere un balzo forse non decisivo ai fini della vittoria finale, ma con cui può avvicinarsi sensibilmente alla seconda green jacket della sua carriera.
Lo statunitense ha preso il largo fino a -7 (137 – 69 68), oltretutto dopo essere partito al rallentatore nelle prime 9 (tre bogey ed un birdie). L’accelerata, poi, è arrivata nella seconda parte di gara, con cinque birdie consecutivi tra la 12 e la 16 con cui ha spiccato il volo, prima del bogey alla 18 che ha ridotto il margine costruito sul resto del field a tre colpi. Da un australiano all’altro, da Adam Scott a John Senden, che prende il posto del detentore del titolo in seconda posizione con un eccellente 68, frutto di sei birdie e due bogey. Il 42enne aussie ora è il primo inseguitore di Watson a -4 (140 – 72 68). Dopo un discreto primo round, è protagonista di un’importante risalita anche Thomas Björn, terzo anch’egli dopo un 68 estremamente ricco nello score, con ben otto birdie e quattro bogey ben distribuiti lungo le 18 buche. Il danese è a ridosso di Senden, a -3 (141 – 73 68), in compagnia del sorprendente svedese Jonas Blixt, molto regolare con un giro in 71. e di due candidati alla vittoria finale, Adam Scott e Jordan Spieth. L’australiano (69 72) ha salvato il Par finale con un’ottima progressione nelle seconde 9 (due birdie nell’Amen Corner più uno alla 15), dopo un inizio con tre bogey, mentre la promessa americana (71 70) ha girato in -2 e conferma tutte le sue potenzialità.
Scorrendo la Top 10, spicca su tutti il nome di Fred Couples, meravigliosamente settimo nonostante i 55 anni. Tra Boom Boom e l’Augusta National, d’altronde, c’è un feeling speciale, come dimostrano i piazzamenti delle ultime edizioni (sempre tra i primi 15 da sei anni). Il vincitore del Masters 1992 sciorina perle a ripetizione e chiude in -1, per un totale di -2 (142 – 71 71) e la settima posizione provvisoria. Si mantiene in alto anche il leader della FedEx Cup, Jimmy Walker (70 72), mentre risale con un 68 Jim Furyk (74 68).
Matt Kuchar stenta ma alla fine chiude in 71 e sale in 15esima posizione (Par), alla pari di Louis Oosthuizen, che dilapida quanto costruito ieri con un 75 (+3). Pari al par anche Brandt Snedeker, Lee Westwood e Henrik Stenson. Dura soltanto 18 buche, invece, il sogno di Bill Haas, crollato in 26esima posizione (+2) dopo un pesante 78 (+8). Le insidie del campo costringono alla resa anche Rory McIlroy, 46esimo (+4) a causa di un 77 (+5) in cui spiccano due doppi bogey. Clamorosamente fuori al taglio, invece, Sergio Garcia, Phil Mickelson (+5), Graeme McDowell, Zach Johnson (+6) e Dustin Johnson (+7).
Le crescenti difficoltà dell’Augusta National hanno imbrigliato Francesco Molinari, in forte calo nel secondo round con un negativo 76 (+4), che gli ha fatto perdere ben 26 posizioni rispetto alla giornata di ieri, catapultandolo in 38esima posizione con 147 (71 76, +3). Il taglio non è stato quasi mai a rischio, ma il torinese dovrà certamente cambiare marcia nel weekend rispetto ai quattro bogey realizzati nel round (e nessun birdie), a testimonianza di come abbia funzionato poco o nulla nel suo gioco.
Se il primo round tra lui e l’Augusta era stato vinto ampiamente da Matteo Manassero, nel secondo l’esclusivo campo della Georgia si prende le sue rivincite e sotterra il veronese, crollato in maniera verticale con un 81 (+9) fatale per il suo torneo. Il 20enne non supera il taglio al termine di un giro completamente da dimenticare, uno dei più difficili probabilmente della sua carriera. Una Via Crucis inesorabile verso l’eliminazione che, dopo il buon inizio di ieri, fa male. Molto male.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com