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Nuoto
Nuoto: la filosofia di Bolognani vs resto del mondo
Della nuova filosofia del nuoto italiano targata Walter Bolognani abbiamo già parlato in questo articolo. Tuttavia, negli ultimi giorni e dopo i Campionati Italiani Assoluti primaverili di Riccione, è tornato in auge il dibattito: meglio aspettare i giovani fino alla definitiva esplosione o ‘spremerli’ fin dai primi anni di età, con il rischio di bruciarli tra i senior a vantaggio di qualche medaglia negli eventi internazionali junior?
Per una nazione dalla tradizione azzurra, ovviamente, la strada più conveniente è la prima. Sacrificare magari i Mondiali junior, puntando però a raccogliere ben più grosse soddisfazioni nei veri eventi chiave della carriera di un atleta. Si tratta di un salto nel vuoto, però, perché lo sport non è aritmetica e non sempre le storie hanno un lieto fine. E’ innegabile, a tal proposito, che negli ultimi anni il Bel Paese si sia adeguato sulla seconda corrente di pensiero, per ‘trascinare’ atleti medagliati a livello giovanile ad un salto di categoria troppo ampio per il livello raggiunto. Gli esempi, purtroppo, si sprecano.
Il nuovo responsabile federale del settore giovanile Walter Bolognani si è dimostrato ferreo: cambio di tendenza, con qualche frutto raccolto già settimana scorsa a Riccione. Tanti giovani sugli scudi, finalmente con tempi da big. Su tutti, i classe 1994 Gabriele Detti, Gregorio Paltrinieri (non una novità, almeno lui), Lisa Fissneider e Niccolò Bonacchi, i ’95 Luca Mencarini e Andrea Mitchell D’Arrigo, il ’96 Simone Sabbioni e le ’97 Arianna Castiglioni e Giorgia Biondani. Azzurri(ni) in grado di competere con i big del Vecchio Continente e non solo, sebbene alcune nazioni dimostrino di essere ancora un passo avanti.
E’ il caso dell’Australia – che due giorni fa ha sfornato il velocista 15enne Kyle Chalmers, più giovane a sfondare il muro dei 50” nei 100 stile libero – e degli immancabili Usa. Ma anche della Lituania, rappresentata dalla fuoriclasse Ruta Meilutyte campione olimpica a 15 anni nei 100 rana. Qui assistiamo a progetti giovanili incentrati sul vincere subito e il più possibile, consapevoli del fatto di avere un vasto e pronto ricambio generazionale alle spalle. Purtroppo l’Italia non ha le strutture e il vivaio per raggiungere tali livelli, dunque la filosofia di Walter Bolognani pare poter fruttare. A Rio 2016, ma soprattutto a Tokyo 2020, avremo le prime risposte.
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Foto da: profilo Facebook Arianna Castiglioni