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Olimpia Milano: una grande Eurolega senza il lieto fine

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Il sogno dell’Emporio Armani Milano di partecipare alle Final Four di Eurolega davanti al proprio pubblico è svanito definitivamente ieri sera con la sconfitta in gara 4 con il Maccabi Tel Aviv, ma probabilmente l’avventura europea della squadra milanese si era già interrotta dopo quel folle ultimo minuto nella prima sfida, quando gli israeliani riuscirono a recuperare dieci punti, portando la sfida ai supplementari.

La delusione per questa mancata qualificazione è davvero tanta, perché l’Olimpia aveva dimostrato di poter esserci tra le migliori quattro della massima rassegna continentale, ma nel momento più importante e decisivo è mancata quell’esperienza necessaria in questi frangenti. La squadra di Banchi è molto “giovane” a livello europeo e se si entra nello specifico ben quattro giocatori della rosa erano alla loro prima Eurolega e i soli David Moss e C.J.Wallace hanno assaggiato in passato la possibilità di giocare le Final Four.
Il coach di Milano ha sempre detto che queste sfide con il Maccabi servivano per il futuro dell’Olimpia, dovevano essere considerate un punto di partenza per l’anno prossimo dove l’obiettivo sarà quello di cercar di entrare definitivamente nell’élite del basket continentale e tornare tra le migliori quattro da quel lontano 1988.

Alla fine è stata comunque una grandissima Eurolega quella giocata dall’Olimpia, che aveva come primo traguardo quello di raggiungere le Top 16. Nella prima fase Langford e compagni sono stati sorteggiati con Real Madrid, Efes Pilsen, Zalgiris Kaunas, Bamberg e Strasburgo e alla fine l’EA7 ha chiuso al secondo posto con un record di 5-5 e con numerosi problemi soprattutto in trasferta, dove era arrivata un’unica vittoria in terra tedesca. Anche per questi motivi il girone di Top16 che si era creato sembrava quasi proibitivo per la formazione italiana, che avrebbe dovuto lottare con Panathinaikos, Efes, Malaga e Vitoria per il quarto posto, l’ultimo disponibile per i quarti di finale. Barcellona, Olympiacos e Fenerbahce sembravano essere fuori portato e avrebbero dovuto dominare la scena.
Invece dopo una brutta prima partita in quel di Atene con il Pana, comincia per Milano un cammino fenomenale ed inarrestabile che porta al trionfo casalingo con Olympiacos (demolita con un devastante +30) e con il Fernebahce. L’Olimpia comincia a sognare in grande e anche l’incredibile sconfitta ad Istanbul con l’Efes (tripla assurda di Planinic da oltre venti metri sulla sirena) non demolisce le certezze di una squadra che vola sulle ali dell’entusiasmo. Addirittura nel girone di ritorno vengono bissati i successi, questa volta in trasferta, con Olympiacos e Fenerbahce e nella penultima giornata Milano passeggia anche sul Barcellona, perdendo l’ultima ininfluente partita con Malaga, ma chiudendo al secondo posto meritatamente e con l’impressionante record di 10-4.

Si arriva dunque al playoff con il Maccabi e la storia è recente. Resta il rammarico di aver perso Alessandro Gentile nel suo miglior momento stagionale e di aver avuto solo in gara 4 il miglior Keith Langford, che sembra ormai aver recuperato dall’infortunio che lo ha tenuto fuori un mese. Resta il dispiacere per quel libero sbagliato in gara 1 proprio dalla guardia americana a meno di un secondo dalla fine e per quell’ultimo minuto. Resta un ultima sfida giocata alla pari, se non meglio, per tre quarti prima dell’improvviso crollo nei dieci minuti finali. Resta quell’amaro in bocca per aver assaporato un traguardo straordinario e per quel mancato lieto fine che la Milano cestistica aspettava da oltre vent’anni.

 

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andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

foto da Pagina FB Olimpia Milano

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