Ciclismo

Paraciclismo: si chiudono i Mondiali su pista. Macchi: “Un sistema per nulla equo”

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Si sono chiusi ieri sera i Mondiali di paraciclismo su pista ad Aguascalientes, velodromo messicano celebre per la sua altitudine e tappa fissa dei circuiti internazionali: per l’Italia il bilancio non è positivo sul piano dei risultati, anche se i riscontri cronometrici offerti nelle rispettive categorie dal veterano Fabrizio Macchi e dai giovani Fabio Anobile ed Elia Botosso sono stati di tutto rispetto.

Se Anobile, alla prima avventura iridata, è certo di potersi rifare nella manifestazione su strada, Fabrizio Macchi parla di un’esperienza personale “bellissima, rafforzata dagli ottimi riferimenti cronometrici, visto che ho ottenuto i miei best personali in ogni specialità“. Il varesino, però, non lesina una veemente considerazione, tramite il suo profilo Facebook, sull’ambiente del paraciclismo: il quarantatreenne della Forestale reputa altamente confusionario l’attuale sistema delle categorie, visto che nella sua C2, come già assodato in passato, “ci sono atleti con due gambe. Ma si faccia almeno in modo che tutti partano alla pari, e non uno sui pedali, quindi in piedi, e l’altro seduto; altrimenti, alla partenza quelli nella mia situazione perdono almeno 2” che difficilmente si recuperano“. In ogni caso, non saranno certo queste clamorose mancanze di equità a far desistere il vincitore di dodici medaglie iridate.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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