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Volley uomini, la rivoluzione è dietro l’angolo: arriva la SuperligA

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La rivoluzione è dietro l’angolo. La pallavolo maschile italiana guarda agli States (e anche al Brasile) e lancia la Superlega. Il progetto di riforma del campionato di A1 è varato, è stato presentato ieri alla Federazione, da parte del Consiglio di Amministrazione della Lega Pallavolo Serie A rappresentato dal Presidente Diego Mosna, e sarà ratificato dal Consiglio di Lega nelle prossime settimane. Dato che il concetto di franchigia, che negli Usa caratterizza il mondo dello sport professionistico, viene considerato estremo, troppo innovativo dalle nostre parti, l’assemblea dei Club di serie A maschile ha presentato un sistema che si basa sul sistema delle “licenze” nel quale non esiste il concetto di retrocessione (l’esperienza degli due ultimi anni in A1, evidentemente, ha funzionato) e la partecipazione al massimo torneo viene garantita per un periodo molto lungo a patto che si rispettino alcuni parametri.

L’ipotesi è che la partecipazione al Campionato di Serie A1 sia garantita da una licenza quinquennale, cioè il diritto di un Club di partecipare per cinque anni al massimo campionato italiano, senza la possibilità di retrocedere purché in possesso di determinati requisiti (impianti, fideiussione, pubblico). Per gli anni successivi al primo sono ammessi due nuovi ingressi nella Superlega, uno riservato alla squadra che vince la A2, uno ad un club che ne faccia richiesta ed abbia le caratteristiche richieste per l’ammissione. La Lega prevede controlli sulla qualità del lavoro svolto dalle società iscritte alla Superlega e ad un club che per tre anni consecutivi dovesse occupare gli ultimi due posti in classifica in almeno tre dei quattro indici di valutazione (economico, classifica, media spettatori, merchandising) sarebbe revocata la licenza.

C’è grande attenzione, in prospettiva, alle nuove figure dirigenziali che dovranno far parte dell’organigramma con un percorso di formazione ben definito. Tra queste particolare importanza rivestirà il Manager del Pubblico che nell’interesse delle singole società avrà quale compito principale quello di raggiungere il target richiesto di spettatori. In caso di insuccesso, la società subirà una penalizzazione, in caso di superamento conseguirà un premi. E non manca il progetto per rendere più equilibrato un campionato che spesso è diviso in due o più tronconi, in base alle capacità economiche dei club. Scartato il sistema delle “scelte”, impraticabile nel mercato “globale” del volley si potrebbe attingere dal sistema del ranking brasiliano (che limita il numero di ingaggi degli atleti più forti per evitare “monopoli”) e non è escluso anche l’utilizzo (questa volta attinto dalla NBA ma non solo) del Salary Cap.

Nel documento programmatico è presente già un piano di sviluppo a breve e lungo termine pronto all’uso qualora arrivasse il “via libera” definitivo da parte del dei club sulle norme di iscrizione al prossimo anno che sarebbero, dal punto di vista economico-finanziario, le stesse della stagione in corso con alcuni opportuni aggiornamenti, soprattutto in ordine al rispetto dei termini dei pagamenti degli impegni economici assunti nei confronti dei tesserati e delle altre Società e all’ottimizzazione e/o modifica delle strutture societarie, con particolare riferimento alla individuazione di figure dirigenziali funzionali allo sviluppo del business del Club. A partire dalla stagione 2017/2018 la capienza minima di un palasport di ciascun Club dovrà essere di almeno 3000 posti a sedere. Viene stabilito un indice di riempimento pari all’80%, cioè ogni Club deve garantire la presenza media di almeno 2400 spettatori a partita nel corso della regular season. Fino al termine della stagione 2016/17 sarà possibile partecipare alla SuperLegA in impianti con capienza minima pari a 2000 spettatori.

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