Beach Volley
Beach Volley: Lupo e Nicolai, due stelle esempio per tutti
Sembra tutto già scritto nel loro modo di comportarsi, di affrontare le partite, di fronteggiare anche i momenti più difficili. Daniele Lupo e Paolo Nicolai sembrano fare tutto con una naturalezza che appartiene ai più forti. Se Fuzhou poteva essere una dolcissima eccezione, dopo il trionfo della coppia azzurra nel Grand Slam a Shanghai, la certezza è che sono nate due stelle. Un cammino tortuoso, difficilissimo, quello che ha riservato il sorteggio alla coppia azzurra che, senza mai farsi prendere dal panico, anche se si è ripetuto questo strano rituale del primo set perso, ha battuto tutte le migliori coppie al mondo con una serenità da fare invidia. Mai una parolaccia, mai uno scatto d’ira, solo una enorme concentrazione e la capacità di pensare solo all’azione che si sta giocando in quel momento, resettando quanto avvenuto poco prima: un bell’esempio anche per altri protagonisti più “scalmanati” dello sport italiano.
Dove possano arrivare questi due ragazzi da qui a due anni è difficile da dire. Di certo non siamo di fronte ad una meteora, perché ormai da due stagioni Nicolai e Lupo sono protagonisti assoluti del World Tour, stabilmente presenti nelle prime posizioni della graduatoria, spesso in lotta fra le prime quattro coppie. Servizio, muro, difesa, velocità di esecuzione, potenza in attacco, furbizia, solidità: Lupo/Nicolai sono un concentrato di tutti questi aspetti e, come dicono loro stessi, possono ancora migliorare soprattutto dopo questa esperienza vincente. Non è facile giocare sapendo di avere gli occhi di mezzo mondo addosso e con la prospettiva di poter entrare nella storia. In tutto questo va dato merito a Paulao di aver plasmato la propria creatura con grande attenzione e capacità e di aver mostrato al mondo quanto sia bravo come tecnico. Sarà dovere della Federvolley blindarlo per assicurare un grande futuro al beach volley azzurro.
Un compito lo abbiamo anche noi, tifosi, praticanti, della domenica e degli altri giorni della settimana, addetti ai lavori o semplici appassionati: continuare a stupirci di quello che le coppie azzurre (siamo fiduciosi che presto anche le altre saliranno ulteriormente di tono, comprese le femminili, che partono già da una buona base) faranno, non considerare un quinto o a volte anche un nono posto un risultato deludente perché il livello medio è alto (più fra gli uomini che fra le donne dove la forbice tra le prime e le restanti coppie di un main draw è più ampia) e, quando ci si gioca tutto in una gara secca, può capitare anche di capitolare e non sempre si può vincere. Lupo e Nicolai hanno il grande merito di aver dimostrato a tutto il movimento che si può fare anche indossando una canotta azzurra con scritto ITA sopra e a loro il beach azzurro dovrà essere grato per sempre.
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ale sandro
5 Maggio 2014 at 20:53
Mi piace molto il senso dell’articolo , soprattutto l’ultimo paragrafo che ritengo applicabile un po’ a tutti gli sport, sia quelli che si seguono più di frequente che quelli che si conoscono un po’ meno o nulla. La cultura sportiva e il miglioramento dell’ambiente di qualsiasi disciplina, può passare anche da questa strada, e visti i fatti recentissimi di altri sport ,lo ritengo un argomento sempre attuale. Concordo anche sul rapporto tra discorso futuro del beach azzurro (coach compreso) e compiti della federazione, che per come la vedo io non è stata sempre puntualissima nelle scelte in questi ultimi anni, e non sempre ha fatto tutto il possibile per evitare problemi e polveroni, almeno è questa l’impressione che mi ha dato.