Biathlon
Biathlon, il ritiro di Eugenia Mozzi: “Ho dovuto fare i conti con i miei problemi di salute”
A 20 anni è costretta al ritiro dall’attività agonistica Eugenia Mozzi, biathleta friulana di Ovaro. La giovane azzurra, tesserata per Asd Monte Coglians, non facendo parte di un gruppo sportivo militare non potrà proseguire la sua crescita sportiva nella categoria Seniores, motivo per il quale l’azzurra è costretta ad appendere la carabina al chiodo. Atleta in passato del gruppo sportivo Fiamme Gialle, ha partecipato ai Mondiali youth di Nove Mesto e agli Europei di Liberec nel 2011. Prima che la tormentassero i problemi fisici che hanno limitato i suoi sogni e le possibilità di carriera in questo sport:
Quanto è difficile per un’ atleta dire addio al proprio sport in un’età dove si è nel pieno della crescita personale e sportiva?
“E’ una delle cose più complicate che si possa immaginare per una ragazza che è cresciuta sognando di diventare una grande atleta fin da piccola (e a un certo punto della mia crescita agonistica ci ho veramente creduto). Il mio più grosso rammarico è non esser riuscita a esprimere il meglio di me in un’età fondamentale per poter permettere a un atleta il proseguo della propria carriera”.
Pensi che si dovrebbero offrire opportunità anche ad atleti seniores di poter continuare anche senza l’ausilio di un corpo sportivo militare, magari offrendo sostegni e incentivi agli sci club per coprire i costi?
“Penso sia un punto su cui la Federazione e i Corpi Militari dovrebbero puntare maggiormente, offrendo a chi secondo il loro punto di vista potrebbe negli anni a venire crescere oppure a chi ha avuto problemi negli ultimi anni di settore giovanile, un piccolo supporto per poter sostenere l’impegno agonistico per un paio di stagioni, così da poter realizzare quale sia il valore dell’atleta, anche se in questi anni purtroppo non è economicamente facile per nessuno”.
Ripercorrendo le stagioni passate, cosa non ha funzionato quando hai militato per le Fiamme Gialle? Hai qualche rimpianto?
“Il primo anno in cui ho avuto l’opportunità di gareggiare per le Fiamme Gialle da aggregata, che ringrazio per il sostegno datomi, mi sono accorta che il mio fisico non rispondeva come al solito, ma ho proseguito l’attività agonistica. Solo al termine della stagione ho scoperto a cosa erano dovuti i miei problemi di salute, e avendoli trascurati si sono poi accentuati costringendomi addirittura a fermarmi per un’ intera stagione. Quest’anno ho fatto quel che ho potuto, senza esser mai riuscita a risolvere totalmente i miei problemi purtroppo, ed è questo il rimpianto più grande che ho”.
Come vedi il tuo futuro dopo l’attività agonistica? Pensi di dedicarti all’attività di allenatore?
“Al momento non ho ancora ben presente quel che farò in futuro, quel che è certo è che lo sport farà sempre parte della mia vita, visto che il mio ragazzo (Mirco Romanin) è istruttore sia di fondo che di biathlon, e se avrò del tempo da poter dedicare al mio sci club o al mio Comitato non mancherò”.
Quale momento della tua carriera rimarrà indelebile fra i tuoi ricordi?
“Rimarrà indelebile l’esperienza al Mondiale Giovani di Nove Mesto del 2011 dove per la prima volta mi sono potuta confrontare con atlete di livello internazionale, così come gli EYOWF di Liberec dello stesso anno. Ma c’è tutta una serie di ricordi legati a tutti gli anni di attività, da quelli trascorsi nello Sci Club Monte Coglians, a quelli nel Comitato Regionale FVG e nella Squadra Nazionale Junior. Ringrazio quindi tutti i tecnici e gli atleti che ho incontrato in questo mio percorso e che mi hanno cresciuta sia come persona che come sportiva”.
Foto: Serge Schwan FISI
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