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Giro d’Italia 2014: Battaglin si impone ad Oropa! Uran perde terreno da Pozzovivo e Quintana

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Sulle strade divenute quasi leggendarie per le imprese di Marco Pantani, il Giro d’Italia 2014 rende omaggio al Pirata 10 anni dopo la sua scomparsa. Arrivo al Santuario di Oropa 164 chilometri dopo la partenza da Agliè: prima tappa alpina, prima tappa vera per provare la temperatura ai favoriti della vigilia. Successo per Enrico Battaglin, autore di un finale disarmante, mentre Rigoberto Uran, in Rosa, ha già mostrato i primi segni di cedimento.

Svolgimento classico per la prima parte della tappa. Nelle prime fasi di corsa si sono avvantaggiati 21 corridori: Agnoli (Astana), Domont (Ag2r), Frapporti e Sella (Androni – Venezuela), Battaglin (Bardiani – CSF), Keizer (Belkin), Quinziato (BMC), Longo Borghini (Cannondale), Pantano (Colombia), Cattaneo e Polanc (Lampre – Merida), Wellens (Lotto Belisol), Monsalve (Neri – Alé), Vermote (Omega Pharma), Santaromita (Orica GreenEDGE), Quemeneur (Europcar), Timmer (Giant – Shimano), Cataldo e Boasson Hagen(Sky), Roche (Tinkoff-Saxo), Hondo (Trek Factory Racing). Il loro margine è arrivato fino a toccare i 10′, ma ha iniziato a decresce sull’Alpe Noveis, prima vera salita di giornata.

Il gruppo non ha forzato l’andatura fino al termine di questa ascesa, affrontata ad un ritmo molto basso scandito da Alessandro Petacchi (di fatto un velocista nella fase finale della carriera) dell’OmegaPharma-QuickStep, squadra di Rigoberto Uran Uran. Lo spezzino è stato sostituito al comando del gruppo da Thomas De Gendt sulla salita verso Bielmonte. Proprio su quest’ascesa ha provato ad attaccare Pierre Rolland (Europcar), dimostratosi ancora una volta tra i più coraggiosi in gruppo, coadiuvato da Bjorn Thurau.

Dopo il francese si sono sganciati dal gruppo anche Ryder Hesjedal (aiutato da Nathan Haas, compagno alla Garmin-Sharp), che si è riportato su Rolland qualche chilometro dopo. Questo gruppetto ha presto guadagnato vantaggio sul gruppo degli altri big, che in cima alla salita è transitato staccato di 1’40” da questi attaccanti. In testa alla corsa, intanto, era rimasto da solo Nicholas Roche, preoccupato dal recupero degli inseguitori e intenzionato ad altare il ritmo senza la zavorra dei compagni d’avventura.

Il corridore della Saxo-Tinkoff è stato ripreso dai fuggitivi durante la discesa e poco dopo se ne sono andati Timmer e Quinziato, non certo due scalatori. L’azzurro è stato fermato da un problema meccanico, e Albert Timmer ha provato ad involarsi verso l’arrivo. Le prime rampe dell’ascesa sono state segnate da un deciso forcing della Trek Factory Racing, al lavoro per Robert Kiserlowsky, che ha fatto esplodere il gruppo dei big. Sulle rampe più impervie Pozzovivo ha preso in mano la situazione con Hubert Dupont e Alexis Vuillermoz. I due francesi hanno fatto un’ulteriore selezione, riducendo il gruppo dei migliori ad una decina di unità.

Appena entrati nei 5 chilometri finali è stato proprio lo scalatore lucano a portare il primo e deciso attacco: pronta la risposta di Rafal Majka e Rigoberto Uran. Un attimo di incertezza, però, è bastata a Pozzovivo per fare la differenza, seguito solo da Nairo Quintana, mentre i detentori della maglia rosa e bianca hanno pagato lo scatto precedente.

Negli ultimi 2 chilometri Dario Cataldo e Jarlison Pantano si sono riportati su Timmer, staccato poco dopo. L’italiano e il Colombiano hanno staccato l’avversario, senza però fare la differenza sui diretti inseguitori. Nel chilometro finale quasi tutti i fuggitivi della prima ora son rientrati sulla testa della corsa, con Enrico Battaglin che è rientrato a 500 metri dalla conclusione, per poi saltare Dario Cataldo (secondo) e Jarlison Pantano (terzo) proprio negli ultimi metri dopo uno sforzo sovrumano profuso nel chilometro precedente.

Tra i big Pozzovivo e Quintana non sono riusciti a staccarsi di dosso i diretti inseguitori: è stato proprio Quintana a tagliare per primo il traguardo tra i big a 2’40” dal vincitore Battaglin. Fabio Aru, bravo a rientrare in progressione, ha preceduto Pozzovivo un paio di secondi dopo. Uran, invece, ha messo in mostra tutte le sue debolezze chiudendo spento a 25” da Quintana.

Tra i corridori più attesi staccati da segnalare Ivan Basso e Diego Ulissi, non troppo brillanti sull’ascesa finale. Rolland ed Hesjedal, invece, hanno chiuso rispettivamente in nona e ottava posizione poco davanti a Quintana.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

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