Ciclismo
Giro d’Italia 2014, Pozzovivo e la spinta della Lucania: la volta buona
“Si, la Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”. Rocco Papaleo, nei panni del protagonista di Basilicata Coast to Coast, Nicola Palmieri, ci crede. E con quel film, probabilmente, ha fatto credere diverse persone. L’attore, però, non è l’unico profeta della terra incastonata nel Meridione, perché a colpi di pedale uno scricciolo di Montalbano Jonico sta infiammando i cuori degli appassionati lucani di ciclismo e, in generale, di sport, ritagliandosi uno spazio a poco a poco sempre più importante nel panorama italiano ed internazionale. L’orgoglio di un’intera Regione, certamente poco nota sportivamente parlando ma pronta a stringersi attorno al proprio figlio prediletto sulle salite del Giro d’Italia 2014, dove Domenico Pozzovivo potrebbe riscrivere nuovamente la propria storia. E questa volta in maniera importante.
Un grimpeur puro, d’altronde il fisico non ammette altro tipo di caratteristiche: 1,65m per 53kg di esplosività e forza d’animo, unite ad un talento genuino sulle pendenze più proibitive. Un talento che, a quasi 32 anni, ha portato lo scalatore a raggiungere la propria maturità agonistica dopo un’ascesa iniziata nel 2008 con l’ingresso nella Top Ten del Giro (9°), diventando il primo lucano a riuscire nell’impresa. Da lì in poi, salita dopo salita, tornante dopo tornante, il montalbanese inanella soddisfazioni e qualche vittoria niente male (Brixia Tour), progredendo in maniera esponenziale fino al vero punto di svolta della carriera, il 2012. Un’annata, oltretutto, anticipata dall’eccezionale sesto posto raccolto nella sua prima Monumento, il Lombardia 2011, preludio al successo nel Giro del Trentino e, soprattutto, al primo acuto nella Corsa Rosa. Una vittoria non banale, visto l’arrivo posto a Lago Laceno, punto più meridionale di quel Giro a circa 200km dalla sua Montalbano e preso d’assalto dai tifosi di Domenico, in visibilio al momento dell’attacco decisivo. Il Giro 2012, inoltre, gli regala anche il miglior piazzamento in classifica generale, un ottavo posto quasi bissato l’anno seguente, quando conclude nono.
Nel 2013, in compenso, disputa una Vuelta a España a dir poco strepitosa, in cui spicca per forza di cose il clamoroso terzo posto nella cronometro di Tarazona, non propriamente – per usare un eufemismo – la specialità della casa. Eppure, su un percorso mosso ma non eccessivamente, gli giungono davanti soltanto due mostri sacri come Cancellara e Martin. Un vero e proprio colpo di classe, con cui il corridore della provincia di Matera costruisce un insperato, quanto prestigioso, sesto posto finale.
Una scalata verso le porte del paradiso continuata senza sosta in questi mesi, corsi da protagonista alla Tirreno-Adriatico (6°), al Giro di Catalogna (8°) e al Giro del Trentino (2°). Basterebbero per testimoniare la crescita e l’elevato grado di pericolosità raggiunto, ma quello che a tutti gli effetti sembra essere il miglior scalatore d’Italia dopo Vincenzo Nibali non si è accontentato. Ha voluto fare il botto. E per poco non ci riusciva. Alla Liegi-Bastogne-Liegi, infatti, la Côte de Saint-Nicolas, ribattezzata la salita degli italiani, è diventata soprattutto lucana, grazie all’attacco congiunto di Pozzovivo portato insieme a Gianpaolo Caruso. I due sono stati ripresi a qualche centinaia di metri dalla gloria più assoluta, ma tutti, finalmente, hanno potuto apprezzare le gesta di un corridore rimasto fin troppo nell’ombra ad oggi, più di quanto non meritasse.
Sul traguardo della Doyenne, alla fine, sarà quinto, ma poco importa. Pozzovivo ha dimostrato di saper far male come mai negli anni precedenti, quando veniva considerato un buon scalatore e nulla più. La musica, quest’anno, appare diversa. Dietro Quintana e Rodriguez, i grandi e legittimi favoriti, nella corsa al podio ci sarà anche lui, capitano della sua AG2R e potenzialmente capace di tenere il ritmo su Montecopiolo, Sestola, Oropa, Montecampione, Val Martello, Rifugio Panarotta e Monte Zoncolan (senza dimenticare la cronoscalata del Monte Grappa). Sette arrivi in salita, sette fatiche per raggiungere quella gloria sfiorata a Liegi ed inseguita in tutti questi anni. Il destino, oltretutto, ha voluto che nella sua stagione migliore la carovana dovesse passare proprio per Montalbano Jonico, durante la quinta tappa Taranto-Viggiano. E Pozzovivo, nella sua terra, non potrà che trovare ulteriore linfa per le sue ambizioni.
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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Foto: cyclingnewscom