Ciclismo

Giro d’Italia 2014: sullo Zoncolan apoteosi Rogers, Quintana gestisce e conquista la prima Rosa

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Siamo giunti ormai alla fine del Giro d’Italia 2014, 97^ edizione della corsa rosa che domani si concluderà a Trieste. Una storia lunga 21 tappe, con tanti protagonisti, dalle frazioni irlandesi alle Alpi nostrane. Una festa di colore, pubblico e sport. Un’edizione che sicuramente resterà a lungo nella memoria degli appassionati, tra la leggendario impresa di Quintana in Val Martello e la definitiva esplosione di Fabio Aru.

Oggi, sullo Zoncolan, la gioia più grande l’ha provata Michael Rogers. Già vincitore della tappa di Savona l’australiano della Tinkoff-Saxo ha messo la seconda su questo Giro con una splendida azione sul Kaiser, domato da grande cronoman qual è. Ritmo costante a sfiancare gli avversari diretti, con Manuel Bongiorno l’ultimo a desistere, spinto da un tifoso e costretto a mettere il piede a terra. Probabilmente l’alfiere della Bardiani – CSF non sarebbe stato in grado di reggere negli ultimi chilometri, ma avremmo sicuramente preferito vedere il testa a testa tra i due fino ai chilometri finali. Bongiorno che ha chiuso la sua prova al terzo posto, preceduto da Franco Pellizotti, straordinario nel gestirsi nella parte più impegnativa della salita per risalire nel finale e superare il più giovane connazionale all’interno dell’ultimo chilometro. Avrebbe voluto regalare una gioia a se stesso e ai tifosi italiani nella tappa più rappresentativa: ha semplicemente incontrato un avversario che oggi era obiettivamente superiore.

Tra i big, nonostante qualche scaramuccia sulla salita di Sella Razzo, la tappa odierna non ha riservato particolari sorprese o attacchi. Anche il mai domo Pierre Rolland non ha potuto sfoderare il classico attacco sulle aspre pendenze della salita finale. Nairo Quintana, in ogni caso, ha controllato senza problemi il debole affondo portato da Wouter Poels e Rigoberto Uran Uran, che è apparso molto più brillante che nelle ultime uscite in salita, mettendo così in ghiaccio la seconda posizione finale. Fabio Aru ha forse pagato la crono di ieri corsa a tutta e sin dalle prime rampe della salita è sembrato in leggera difficoltà, riuscendo comunque a limitare i danni e a chiudere la sua prova ad una manciata di secondi da Quintana e Uran. Aru e Quintana, Quintana e Aru: due ragazzi classe ’90 che nei prossimi anni potrebbero scrivere pagine importanti di questo sport. E questo Giro d’Italia potrebbe essere ricordato come il primo scontro ad alti livelli tra questi due giovani fenomeni delle due ruote.

È mancato forse un po’ di pepe a questa tappa, con lo Zoncolan che ha tarpato le ali a tutti coloro che avrebbero avuto interesse ad attaccare. Ha senso correre su pendenze di questo tipo, andando a limitare lo spettacolo, quando spesso e volentieri sono salite meno impegnative a fare i grandi distacchi? O non sarebbe meglio cercare di inserire un’ascesa così come penultima asperità di giornata, andando a ricreare l’effetto Mortirolo che tanto ha regalato alla corsa più bella del mondo facendo terminare la tappa su una salita meno impegnativa nelle vicinanze?

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

Foto: Pagina Facebook Giro d’Italia

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