Ciclismo

Giro d’Italia 2014: una grande Italia protagonista

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Il Giro d’Italia 2014, giorno dopo giorno, è il palcoscenico dove si sta realizzando qualcosa di assolutamente positivo per il movimento ciclistico tricolore: dopo la peggiore primavera da parecchi anni a questa parte, la corsa rosa sorride ai nostri atleti consacrando, una tappa dopo l’altra, tanti ragazzi su cui potremo contare anche in futuro.
Sorvoliamo, ovviamente, su Diego Ulissi, perché ne abbiamo già parlato in (meritata) abbondanza nei giorni scorsi, in seguito a due successi e ad un ancor più clamoroso secondo posto a cronometro. Ma intanto godiamoci, per quel che riguarda la classifica generale, Domenico Pozzovivo e Fabio Aru: il lucano sta dimostrando, semplicemente, di essere il più forte in montagna. La sua Ag2r svolge un lavoro egregio e Pozzo sembra aver raggiunto quella piena maturità ciclistica che gli potrebbe permettere, finalmente, quantomeno di salire sul podio finale di una grande corsa a tappe; le salite non mancano nemmeno nella prossima settimana. Su quelle stesse salite, saremo ben felici di ritrovare ancora una volta davanti Aru, non ancora ventiquattrenne, per la prima volta capitano ad un Giro d’Italia: il giovane sardo dimostra un’intelligenza tattica molto interessante nel gestirsi senza strafare, come ha fatto quest’oggi ad Oropa evitando di rispondere in prima battuta agli scatti del connazionale, ma recuperando molto terreno in seguito. Se la condizione atletica continuerà a sostenerli, tanto Aru quanto Pozzovivo possono sognare in grande in vista di Trieste.
Un po’ più nascosto dalla brillantezza degli altri azzurri c’è però un nome che ogni appassionato di ciclismo dovrebbe avere sul proprio taccuino: quello di Mattia Cattaneo, bergamasco, anch’egli del 1990, appena alla seconda stagione tra i big. Già nella cronometro dei vini ha ottenuto un buon piazzamento e oggi ha dimostrato quelle doti da scalatore messe ripetutamente in luce nelle categorie giovanili: lo rivedremo all’attacco ancora, nelle prossime giornate, e chissà mai che non possa arrivare già ora la prima, grandissima soddisfazione della carriera.
Manca qualcuno? Sì. Manca Enrico Battaglin. Perché risulta davvero complicato trovare aggettivi per descrivere il suo ultimo chilometro di Oropa. O anche solo gli ultimi 75 metri, quando ancora ne aveva 10 da recuperare all’ottimo Dario Cataldo. Battaglin ha vinto una tappa su un terreno che forse sembrava sin troppo difficile per le sue caratteristiche, più adatte a salite di minore lunghezza (come dimostrato un anno fa a Serra San Bruno), e lo ha fatto nel modo più straordinario possibile, con una rimonta che ha lasciato a bocca aperta tifosi e rivali: 25 anni da compiere a novembre, nessuna parentela con Giovanni (nonostante siano entrambi di Marostica), non è mai banale nelle sue azioni e in Bardiani ha sicuramente l’ambiente giusto per crescere in serenità e continuare a migliorarsi. Insomma, il futuro azzurro è roseo…ma finalmente anche il presente.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

1 Commento

  1. ale sandro

    25 Maggio 2014 at 12:15

    Battaglin e Ulissi possono davvero vincere qualsiasi tipo di classica dura, ed essere competitivi in un mondiale con diverse caratteristiche. Credo che questo sia il momento giusto per vedere il definitivo salto di qualità.
    Pozzovivo è negli anni migliori della carriera, forse gli ha fatto davvero bene l’aria dell’estero e in Francia ha trovato un ambiente a lui più consono. Aru è la grande speranza del futuro,bisogna ancora scoprirlo e vederlo volta dopo volta come si comporta da leader della squadra, fino ad ora si è comportato ottimamente. Forse c’è qualche luce in fondo al tunnel.

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