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Ciclismo

Giro d’Italia 2014: Urán, prova di forza. Ma siamo appena agli inizi…

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La prima scossa, il primo shock ad una classifica comunque mai banale è arrivato quest’oggi: Rigoberto Urán ha dominato la cronometro piemontese, conquistando la maglia rosa e ufficializzando la sua forte candidatura per la vittoria finale.
Questo ragazzo, del resto, non andava sottovalutato nemmeno ai nastri di partenza: settimo nel 2012 (quando fu anche argento olimpico) e secondo un anno fa, le sue doti da scalatore erano già ben conosciute e si erano evolute, nel corso degli anni, dalle salite brevi e secche sino a quelle più lunghe, tipiche dei grandi giri. A crono non è mai stato fermo, ma forse in pochi si sarebbero aspettati un suo successo, peraltro con distacchi del genere: evidentemente, tre anni di lavoro in Sky sono serviti anche a perfezionare questo aspetto, di cui raccoglie i frutti oggi che è capitano indiscusso dell’Omega Pharma-Quick Step, peraltro autrice di una prova complessiva eccezionale.
Ma non bisogna commettere l’errore di credere che Urán abbia già vinto il Giro, sebbene il ritardo degli altri sia già sensibili. Considerato il menu dei prossimi giorni, almeno i primi sette della classifica generale (sino ad Aru, che paga 3’37”) possono ancora considerarsi in corsa per la vittoria e i primi 11-12 (fino a Rolland, +5’45”) per il podio. Perché le salite saranno davvero tante e per tutti i gusti: dall’ascesa di Montecampione, dopo un interminabile tratto in pianura, alla cronoscalata del Grappa sino ovviamente ai tapponi di Val Martello e Zoncolan, senza dimenticarsi Oropa e Panarotta. Almeno sei giornate nelle quali, dunque, un minimo momento di difficoltà potrà essere pagato a carissimo prezzo. E gli altri scalatori, compresi quelli italiani, già oggi hanno fatto vedere ottime cose nel tratto più impegnativo della crono. Ci sarà da divertirsi.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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