Ciclismo

Giro d’Italia, sedicesima tappa: il “tappone” Ponte di Legno-Val Martello

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Ad un anno di distanza, il Giro d’Italia riprova ad affrontare una frazione che, se le condizioni meteo lo permetteranno, ha davvero tutto per rivelarsi una delle più straordinarie della corsa rosa.
Nel 2013, infatti, la Ponte di Legno-Val Martello venne cancellata a causa delle fitte nevicate su tutto il percorso: nulla di strano, considerando l’inverno “ritardatario” di quell’annata e le alte quote toccate dal percorso. Il 27 maggio si tenterà di nuovo, con 139 km senza un metro di pianura e presumibilmente decisivi per la classifica finale.
Da Ponte di Legno non c’è nemmeno il tempo di sgranchirsi le gambe perché inizia subito il Passo di Gavia: 17.3 km al 7.9%. Lunghezza terribile e pendenza altrettanto terribile, con un tornante a quota 1700 metri addirittura al 16%. L’altitudine è un altro fattore fondamentale: i 2618 metri della cima la rendono infatti la seconda montagna più alta di questo Giro d’Italia…perché la prima verrà affrontata subito dopo. Dal Gavia si scende su Santa Caterina Valfurva, paese natale di Deborah Compagnoni, e su Bormio, cuore dell’Alta Valtellina, dove inizia l’altro mito, l’altro colosso, quel Passo dello Stelvio affrontato per la prima volta nel 1953 con uno straordinario numero di Fausto Coppi che strappò la vittoria ad Hugo Koblet. Lo Stelvio è appunto Cima Coppi, la montagna più alta con i suoi 2758 metri ai quali si arriva dopo 21 km di ascesa: certo, il versante valtellinese non è terribile tanto quanto quello di Prato, ma lo rende comunque il passaggio forse più impegnativo dell’intera corsa rosa. Pendenza media al 7.1%, un tornante dopo l’altro, l’aria sempre più rarefatta, uno strappo al 12% tra le due cantoniere e poi una certa regolarità: lo Stelvio promette spettacolo, anche se dista 69 km dal traguardo.
Già, poi si scende verso Trafoi, Prato e Lasa, in Alto Adige, con una ventina di km di fondovalle fino a Coldrano che potrebbero mettere in difficoltà qualche attaccante solitario: incomincia quindi l’ascesa finale di Val Martello, anche questa sopra i 2000 metri, per la precisione 2059. Ci si arriva dopo 22.7 km al 6.1%, ma è una salita molto diversa da quelle precedenti, ben più “a scalini” e dunque irregolare: tratti in contropendenza si alternano a rampre al 14%, peraltro presenti proprio nei chilometri conclusivi. Con Gavia e Stelvio nelle gambe, qui la corsa potrebbe letteralmente esplodere.

 

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