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Golf, un Francesco Molinari da ‘vorrei ma non posso’. Manassero, che succede?

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Un altro torneo dai due volti per gli italiani, come troppo spesso accade da un anno a questa parte. Di fatto, l’ultima volta in cui più azzurri hanno brillato nello stesso torneo risale a 365 giorni fa, quando proprio in occasione del BMW PGA Championship 2013 gli azzurri nella Top 10 furono due, mentre un terzo concluse 19°. Da lì in poi, a portare in alto il vessillo italico in giro per il mondo è stata sostanzialmente un solo golfista, quel Francesco Molinari ormai un uomo solo al comando.

Il torinese conferma il suo eccellente stato di forma in quel di Wentworth, strappando il terzo piazzamento tra i primi 10 negli ultimi quattro tornei disputati, dopo The Players e China Open. Il leit-motiv di Chicco, però, non accenna a cambiare, dimostrandosi spesso e volentieri un tipo da ‘vorrei ma non posso’ con estrema continuità, quella che però manca durante le 72 buche dei quattro round. Un aspetto fin troppo ricorrente dei tornei di Francesco, infatti, è l’exploit relativo ad un unico giro, senza che poi il 31enne riesca ad esprimersi sugli stessi livelli nella restante parte di gara. Un rendimento produttivo ma fino ad un certo punto, difficilmente garanzie di vittoria ma più facilmente garanzia di piazzamenti più o meno prestigiosi, quelli a cui si sta abituando Molinari sebbene l’attuale condizione possa consentire al torinese di sbloccarsi da un digiuno lungo ormai due anni.

Continuano le difficoltà, invece, per Matteo Manassero, eliminato nettamente al taglio nel torneo che lo aveva consacrato definitivamente nel 2013. E ha dell’incredibile il declino a cui è andato incontro il veronese in questi mesi, eccezion fatta per qualche isolata reazione Da Wentworth a Wentworh, da un fuoriclasse sempre più affermato ad un fuoriclasse alla ricerca di sé stesso, nonostante lui stesso mantenga l’ottimismo sull’immediato futuro: “Mi sento bene in campo e sono sereno per quello che riguarda il mio gioco. […] In questo momento è importante continuare a lavorare sugli aspetti tecnici. Credo fortemente nel percorso che sto portando avanti con il mio staff – afferma Matteo sul proprio sito ufficiale – e sono certo che stiamo facendo le scelte migliori. A guidarmi nei prossimi mesi saranno, più che mai, determinazione e la voglia di riscatto”. Il sogno Ryder Cup probabilmente è ormai sfumato, ma il veronese è più che in tempo per salvare una stagione al momento avviata verso l’anonimato.

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daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Federgolf

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