Editoriali
‘Italia, come stai?’: Ferrari un pilastro, ma le giovani non convincono. E la Mariani…
Da Vanessa Ferrari a Vanessa Ferrari. Da Amsterdam 2007 a Sofia 2014. La ginnastica artistica italiana è di nuovo d’oro, ancora una volta con la sua intramontabile fuoriclasse bresciana. In Olanda l’azzurra aveva 17 anni e, da campionessa del mondo in carica, trionfò a nell’individuale ed al corpo libero. Poi una serie infinita di infortuni e delusioni, ma anche tante resurrezioni affiancate ad un numero incredibile di medaglie internazionali. Fino al ritorno sul trono continentale di ieri, ancora una volta all’amato corpo libero. La Ferrari resta un patrimonio dello sport italiano, cui resta da conquistare solo una medaglia olimpica per coronare una carriera irripetibile. Il sogno, mai come questa volta, sembra possibile. Al quadrato magico la campionessa d’Europa ha di recente accresciuto il coefficiente di difficoltà del proprio esercizio e non ha nulla da temere da nessuna, anche a livello mondiale. Non è un caso, infatti, che Vanessa abbia conquistato anche un argento iridato nel 2013 in questa specialità. E’ chiaro che, ad un’età ormai molto alta per una ginnasta, dovrà ora concentrarsi quasi esclusivamente su questo attrezzo verso le Olimpiadi, considerando una corporatura fisica non più adatta alla trave e stando alla larga dai rischi del volteggio. Vanessa Ferrari chiede al destino un solo dono: la salute. Se arriverà integra a Rio de Janeiro, in un colpo solo potrà cancellare i grandi rimpianti di Pechino 2008 e Londra 2012.
Dicevamo dal 2007 al 2014. In questo lasso di tempo l’Italia non aveva più vinto ori europei ed il digiuno è stato spezzato ancora dalla solita, intramontabile campionessa. Di certo un pessimo segnale per il movimento che continua a non poter fare a meno della sua stella, come tutti non eterna. Il quinto posto a squadre ha deluso le aspettative che ci volevano in lotta per una medaglia e l’assenza di Carlotta Ferlito, oltretutto mai sbocciata completamente come avrebbero lasciato presagire i promettenti esordi da senior, non basta a giustificare una rassegna continentale sottotono. Meneghini, Fasana, Campana e Rizzelli sono certamente delle buone ginnaste, in grado di offrire delle prestazioni decisamente superiori a quelle sciorinate in Bulgaria. Ma non sono delle fuoriclasse. Anche a livello juniores le varie Abdelaziz, Imeraj e Rubagotti possiedono margini di crescita molto ampi, ma è difficile capire sin da ora se potranno ambire al gotha internazionale. Rimane poi irrisolto il dilemma Enus Mariani, 16enne di Cantù laureatasi campionessa d’Europa juniores nel 2012. Completa sui quattro attrezzi e già con coefficienti da big alle parallele asimmetriche, l’azzurrina è fuori da ormai quasi due stagioni. Ufficialmente per un problema alla schiena. Lo staff tecnico, con Enrico Casella in testa, e la stessa Federazione stanno facendo davvero il possibile per accompagnare la crescita di un talento cristallino, forse l’unico a disposizione in questo momento? Far cadere nell’anonimato l’unica credibile erede di Vanessa Ferrari sarebbe un delitto imperdonabile. Il rischio è di ritrovarsi a fare i conti con una ‘terra desolata’ dopo il ritiro della fuoriclasse bresciana.
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federico.militello@olimpiazzurra.com