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Ciclismo

L’Ulissi che ci piace: al Giro d’Italia è sbocciato un campioncino

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Non s’è accontentato di una vittoria di tappa, Diego Ulissi. Oggi, quando siamo solo all’ottava giornata di corsa del Giro d’Italia, ha impresso per la seconda volta in questa edizione della corsa rosa il proprio nome nell’elenco dei vincitori parziali. E l’ha fatto in una frazione importante, per diversi motivi. La prima veramente impegnativa, la prima dedicata a Marco Pantani, scomparso poco più di 10 anni fa.

Probabilmente una vittoria ancora più prestigiosa della prima, arrivata pochi giorni fa a Viggiano. Oggi Diego Ulissi ha vinto in una tappa di montagna vera, con al suo interno la salita di Cippo di Carpegna, dove usava allenarsi il Pirata. Sulle aspre pendenze di questa ascesa, posta a poco più di 20 chilometri dal traguardo Diego, che scalatore vero e proprio non è, ha sofferto molto, sempre in coda al gruppo dei migliori. Ma ha provato a resistere così come è rimasto incollato agli avversari in discesa e nelle due salite successive per arrivare a Montecopiolo.

E nei chilometri finali ha completamente mutato il proprio atteggiamento, ha intravisto la possibilità del bis e non se l’è lasciata scappare. In primis ha recuperato posizioni, riportandosi verso la testa del gruppetto dei big che stava piombando su Pierre Rolland e Julian Arredondo, ancora in avanscoperta nel finale di corsa. Ha gestito alla perfezione gli ultimi 500 metri, evitando di seguire Daniel Moreno, poi scoppiato, ma incollandosi alla ruota di Robert Kiserlovski, l’unico a fare realmente la differenza a 250 metri dalla conclusione.

A 100 metri dal traguardo, con il discorso vittoria chiuso a questi due uomini, Ulissi ha preso in maniera decisa la testa della gara, scartando sulla destra e alzandosi sui pedali per produrre la solita progressione che gli ha regalato tante gioie. Sul breve pianoro finale ha il tempo di guardarsi indietro, di constatare il proprio successo ancor prima di arrivare sotto lo striscione d’arrivo.

Oppure di partenza. Sì. Per Diego questo, ancor più della vittoria di mercoledì, potrebbe essere un nuovo punto di partenza. C’è sempre stata tanta attesa attorno al toscano, che ora forse sta riuscendo ad ottenere quei successi di prestigio che in tanti si aspettano da lui. Essenziale, dopo il flop delle classiche, capire cosa non è andato nella preparazione per calibrarla al meglio il prossimo anno. Nonostante la tappa dura di oggi, il corridore della Lampre-Merida ha dimostrato di poter fare la differenza anche quando l’acido lattico abbonda nelle gambe sue e degli avversari, di avere ancora il cambio di ritmo dopo 3 salite dure.

Ora si tratta  di carpire queste sensazioni e questi dati e rimetterli al posto giusto. Il talento per fare bene nelle corse di un giorno, e anche di un certo prestigio, c’è, ne siamo sicuri. Oggi Diego l’ha dimostrato e la strada intrapresa, pur con qualche piccolo accorgimento, sembra quella giusta per poter diventare grande.

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gianluca.santo@olimpiazzurra.com

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